Anche il draft tra gli errori di Dallas
Una volta rinomati per lo scouting, negli ultimi anni hanno perso il 'tocco magico'.

Dallas dall'arrivo di Mark Cuban è sempre stata al top per quanto riguarda staff e scouting, con l'owner che non ha badato a spese pur di arrivare ai vertici della NBA. Tra i motivi di questa stagione così negativa - 20 vinte, 28 perse- c'è senza dubbio anche l'uso sbagliato del draft nelle ultime stagioni, quello che una volta era un punto di forza - a parte lo storico scambio tra Traylor e Nowitzki, ad esempio presero Marquis Daniels ( che nei primi anni in NBA sembrava dovesse sfondare) appena uscito da Auburn senza esser scelto nel draft- , adesso sembra esser diventato una debolezza, con le recenti scelte dei vari Rodrigue Beaubois - talentuoso, semba sempre sul punto di esplodere, condizionato da molti problemi fisici -, Dominique Jones - ottimo realizzatore a South Florida, bravo in difesa ma non un playmaker naturale- e Jared Cunningham - impiegato per 26 minuti totali fino ad ora l'ex Oregon State, dirottato in D-League dove dopo 9 partite ha medie di 16.4 punti con 2.9 assist e 1 recupero, tirando il 40% da due, il 30% da tre ed il 75% ai liberi ( 7.8 di media a partita, quarto per liberi guadagnati sui 40 minuti)-. Per tutti questi talenti scelti per giocare - o almeno provarci... - da playmaker, non deve essere il massimo vedere come la dirigenza si sia affrettata a firmare due 'giovanotti' come Derek Fisher e Mike James...Per assurdo giocano con più continuità le seconde scelte di quest'anno, Bernard James (12 minuti)e Jae Crowder ( 17 ), due discreti role players.