Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
NBA 28/01/2012, 12.20

La maledizione dei New York Knicks

Analisi sui New York Knicks che stanno disputando una stagione sotto le aspettative

NBA
Chissà perchè nessuno ne parla, ma è abbastanza evidente. I New York Knicks soffrono di una maledizione. Capita nello sport professionistico, la più famosa è quella che evitò ai Boston Red Sox di aggiudicarsi le World Series per ben 86 anni. La chiamavano la maledizione del bambino, la cui origine è da cercare nella cessione di Babe (Bambino appunto) Ruth ai New York Yankees i quali con o senza il grande macino hanno vinto e come. Nella NBA dobbiamo rivolgerci ai Portland Trail Blazers che commisero il sacrilegio di scegliere, nel draft 1984, un 2 e16 da Kentucky di nome Sam Bowie al posto di un 1 e 98 da North Carolina di nome Michael Jordan. Greg Oden e Brandon Roy sono solo gli ultimi effetti della stregoneria che ha colpito la squadra dell'Oregon. E i Knicks? Per inciso quelli della mela non alzano il Larry O'Bryan trophy dal 1973, fanno 39 primavere e il tassametro corre. E non è che non ci abbiano provato, anzi. Se contiamo solo gli ultimi anni, hanno indossato la maglia blu-arancio fior fiori di giocatori: Marbury Stephon, Randolph Zach, Billups Chauncey, Hardaway Penny, Baker Vin, McDyess Antonio, Francis Steve, solo per citare gli All Star. E poi allenatori di livello fra cui Larry Brown o l'attuale Mike D'Antony. Eppure nulla di nulla, disastri su disastri, milioni di dollari (c'è chi dice che se si fanno i conti con calma dal 2000 ad oggi si supera facile il miliardo) gettati al vento e la sensazione che qualcosa debba sempre e comunque andare storto. Proprio come quel 22 Febbraio 2011 quando il proprietario  James Dolan fece quello che in molti hanno giudicato, e giudicano, un mezzo suicidio: via mezzo quintetto e dentro l'ennesimo All Star, Carmelo Anthony. A dirla tutta, la sua, poteva essere una scelta quantomeno sensata. Al momento della trade i Knicks erano di poco sopra il 50% di vittorie e, ad eccezione di uno Stoudamire da MVP, il resto della squadra appariva come un insieme di buoni, nel caso di Danilo ottimi, giocatori, ma ai quali mancava in maniera evidente un pezzo pregiato. Con la pazienza dovuta quel pezzo poteva essere un free agent estivo, o magari Chris Paul, ceduto dagli Hornets ai Clippers. Ma a New York si fa fatica ad aspettare anche una Guiness figuariamoci mesi. Soparttutto se sul piatto c'è Carmelo Anthony, che a scanso di equivoci è uomo da 25-30 di media sempre e a NY un esterno così non lo vedono dai tempi dell'amministrazione Carter.  Nella NBA fra le 1000 leggi non scritte c'è anche quella che se hai lo possibilità di prendere un Top Ten Player lo fai anche se ti costa una squadra intera. Certo c'è chi alle leggi non scritte viene meno leggi R.C. Buford e Sam Presti, ma San Antonio e Oklahoma City non sono la grande mela. Qui tutti vogliono il messia e lo vogliono subito, meglio se è nato qui, ma è sufficiente che sia East Coast. Chi se ne frega delle pianificazioni, i biglietti costano come un Tiffany e la stampa locale pare più interessata ai Knicks che alla recessione. Melo non poteva non essere l'uomo giusto. Ma si doveva fare un'ultima cosa: caro coach Mike grazie, ma questa squadra non fa per te, lo sai tu e lo sappiamo noi. Invece no, si è detto che D'Antony (come la maggior parte dei colleghi NBA) ha solo bisogno di talento per portare New York a giocarsela in giugno. Ecco il talento Mike, ora fai quello che devi fare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e a nulla serveno i nuovi Clippers o il caso Howard, tutti parlano dell'apocalisse in scena al Garden.  La maledizione dei Knicks. 39 anni senza vincere niente e con il mondo ha registare ogni passo falso. Di certo l'amuleto non è Isaiah Thomas che pare continui ad operare dietro le quinte e sul quale si è gia detto e scritto tutto. Forse la soluzione è una figura che sappia reggere la pressione, qualcuno che sappia come vincere e che abbia assoluta carta bianca. Un tipo alla Riley insomma, che dalle parti dell'Empire ha gia operato (una finale persa in 7 gare contro i Rockets nel '94), ma che qui è conosciuto come Pat The Rat  per via del modo non esattamente di classe con cui si è separato dal club. In effetti ci sarebbe un pensionato capace di fare tutto questo. In più c'era quando i Kincks alzavano i titoli, alla faccia della maledizione. Phil Zen jackson. Di recente si è anche espresso sulla questione la fidanzata, Miss Buss: "A Phil New York intriga sempre moltissimo....". Ma quando un giornalista lo ha chiesto al diretto interessato, il vecchio con un sorriso beffardo ha invitato il suo interlocutore ha dare un'occhiata all'oceano blu che si stagliava dietro le sue spalle facendo intendere che per un 67enne che gira in infradito i 25 gradi di Santa Monica bastano e avanzano. Chissà magari cambierà idea, di certo c'è solo una cosa: i New York Knicks soffrono di una dannata maledizione.
© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 2 Commenti
  • Maz199 28/01/2012, 12.49

    Phil Jackson ai knicks? ? Chandler,stat e Anthony che giocano la 3PO ? Ahahahahaahahah

  • robywwe 28/01/2012, 12.36

    concordo su tutto, non capisco cosa aspettano a cacciare d'antoni....