Stats for Dummies - Episodio 4: I Rating
Cosa sono i Rating? Semplicemente una ridistribuzione su 100 possessi dei punti realizzati o subiti
Bentornati su Stats for Dummies: in questo e nei successivi episodi approfondiremo il discorso su alcune statistiche avanzate come già fatto nella scorsa puntata con i rimbalzi. Sempre con l’aiuto di tabelle e grafici capiremo perché le statistiche avanzate siano più adatte per effettuare analisi.
Domanda: quando volete capire come giochi una squadra cosa guardate prima di tutto? Banalmente, i punti fatti e subiti. I punti sono d’altronde ciò per cui si gioca a basket: non solo sono il contributo base con il quale si determinano vincitori e vinti, ma anche il valore di riferimento per la valutazione di una squadra.
Abbiamo però scoperto che confrontare dei termini “a partita” nasconde delle insidie: anche le statistiche legate ai punti non sono da meno. I punti a partita (realizzati e subiti) non tengono conto di un elemento base che, se non considerato, porta a valutazioni errate: la velocità di gioco.
Nei canonici 40 minuti di gioco avvengono una infinità di situazioni: canestri realizzati e sbagliati, palle perse, falli subiti e conseguenti viaggi in lunetta. La quantità di questi eventi all’interno del tempo di gioco è determinata dalla velocità di gioco. Se per esempio due squadre in una partita concludono un possesso ogni 16”, bene o male avremo assistito a 150 possessi, 75 da un lato, 75 dall’altro. Se invece le stesse squadre sfruttano ogni secondo possibile (24”) assisteremmo a circa 100 possessi, 50 per ogni squadra.
Capite bene che segnare 80 punti in una partita dove si hanno a disposizione 75 possessi sia ben diverso da segnarne la stessa quantità con 50 possessi.
Questa è l’insidia dietro ai punti (realizzati o subiti) a partita: questa statistica non tiene minimamente conto della velocità di gioco e di conseguenza porta a valutazioni errate. Per ovviare a ciò esistono i Rating, già citati nelle scorse puntate e in alcune analisi. Cosa sono i Rating? Semplicemente una ridistribuzione su 100 possessi dei punti realizzati o subiti: dividendo infatti i punti per i possessi giocati e moltiplicando tale rapporto per 100 si ottengono i potenziali punti che una squadra segnerebbe o subirebbe se avesse a disposizione 100 possessi. Utilizzando i Rating abbiamo quindi la possibilità di valutare più squadre e capire come si comporrebbero in situazioni alla medesima velocità.
Quando parlo di possessi mi riferisco ovviamente al possesso statistico, somma cioè di canestri realizzati e sbagliati e palle perse, meno i rimbalzi offensivi.
Facciamo dunque un esempio prendendo come riferimento la passata regular season NBA:
La tabella soprastante riporta nella parte sinistra i punti realizzati a partita, mentre gli Offensive Rating nella parte destra.
Ho evidenziato alcuni esempi che rendono perfettamente l’idea di come i punti a partita possano portare a valutazioni errate. Guardate ad esempio i Phoenix Suns o i (miei) San Antonio Spurs: sono rispettivamente al 21° e 27°; in realtà con una statistica adatta a questo tipo di analisi, troviamo i Suns ultimi e gli Spurs 17°, Le posizioni si sono invertite dunque. Oppure i Lakers scendono dal 11° posto al 22°.
Ciò che il Rating permette (in questo caso Offensive Rating perché fa riferimento all’attacco) è appunto tenere in considerazione il ritmo medio di gioco nella valutazione dell’efficienza di una squadra, permettendo quindi di uniformare i punti di ogni squadra su un ritmo di riferimento (ovvero i famosi 100 possessi). In questo modo squadre che per loro scelta giocano a ritmi bassi o alti possono essere paragonate senza errori, cosa che invece i soli punti a partita non permettono. Phoenix e San Antonio sono agli antipodi per quanto concerne il ritmo. Suns secondi, Spurs penultimi. Confrontando i punti a partite sembrerebbe che la squadra dell’Arizona segni di più di quella Texana, ma in realtà è il contrario.
Badate bene che quando si parla di Rating (e quindi di efficienza) non si sta parlando di bellezza di gioco, distribuzione dei tiri o altri elementi di analisi di un gioco offensivo: i Rating sono delle statistiche che comunicano semplicemente l’efficacia di quel sistema di gioco. In altre parole, ci danno informazioni riguardo alla bravura dell’attacco (o della difesa nel caso del Defensive Rating) nel segnare un canestro (o nel non subirlo). Per analizzare il come quel canestro sia segnato o non subito esistono altri strumenti.
Vi è poi un’altra peculiarità che i Rating permettono di tener conto al contrario dei punti. Osservate nelle due tabelle precedenti le posizioni di Portland e di Indiana. Entrambe hanno segnato una quantità di punti uguale nel corso della stagione, attorno ai 105 punti, e mediato un Pace quantomai simile (circa 98 possessi a partita). Ma perché allora ritroviamo nella classifica dell’Offensive Rating Indiana 12° e Portland solo 15°?
Questa è la seconda peculiarità dei Rating: le due franchigie avranno mediato un punteggio a partita e ritmo davvero simili, ma la differenza sta nei possessi usati per dividere i punti realizzati.
I possessi difatti come sappiamo sono somma di canestri realizzati e sbagliati e palle perse. Se andiamo ad osservare il numero di palle perse ogni 100 possessi scopriamo che Indiana ne ha perse di meno rispetto ai Blazers e al contempo ha tirato meglio. Questi dettagli sembrano banali, ma influenzano il Pace e di conseguenza anche i Rating. In altre parole, il numero globale di possessi è lo stesso, ma la gestione degli stessi è stata differente e ciò lo si riscontra nell’Offensive Rating.
Si potrebbero fare altri esempi, ma il discorso generale è che grazie ai Rating possiamo confrontare più squadre senza necessarie confrontare altre statistiche.
Diffidate da chi afferma che la squadra X è il miglior attacco perché segna più punti: se non si tiene conto del ritmo di gioco e della gestione dei singoli possessi, si fanno solo valutazioni errate. Sono i Rating che ci permettono di comprendere al meglio l’efficienza di squadra offensiva e difensiva.
di Luca Cappelletti