Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
NBA 10/05/2017, 00.21

Cameroon Calling

Vi proponiamo la traduzione del pezzo di ESPN sulla crescita del basket in Cameroon, resa possibile dall'ascesa di Luc Mbah A Moute e resa ancor più popolare da Joel Embiid

NBA

Vi proponiamo la traduzione del pezzo di ESPN 'Cameroon Calling', realizzato da Jackie MacMullan, dedicato alla crescita del movimento cestistico in Cameroon. Una crescita iniziata dall'attività di Luc Mbah A Moute e percorsa poi da giovani giocatori come Joel Embiid e Pascal Siakam.

 

In un appicicoso pomeriggio di Luglio in Cameroon, gocce di sudore costeggiano le sopracciglia di un giovane ragazzo che si fa strada verso lo Yaoundè Sports Palace, preparando il suo ingresso. L'ampia e irregolare struttura, dotata di un tetto aguzzo, era stato un regalo diplomatico della Cina, posizionato nella città di Yaoundè come fosse precipitato da una navetta spaziale proveniente da un'altra galassia. Il ragazzo di 10 anni, Arthur, urla contro la guardia all'esterno della struttura ma gli viene detto che famiglia e amici non sono amessi all'interno.

 

"Ma voglio vedere mio fratello!" spiega il ragazzo, il suo sorriso contagioso piega il suo volto baciato dal sole. "Non puoi farmi entrare?"

 

La guardia accenna un sorriso ma non gli permette di entrare.

 

E' l'estate del 2011 e il fratello maggiore del ragazzo che cerca di entrare, Joel Embiid, è stato invitato al prestigioso camp di Luc Mbah A Moute, un'opportunità che confonde la sua famiglia. Joel, alto già 208 cm all'età di 17 anni, non è un giocatore di basket; ha giocato basket organizzato per soli 3 mesi e a breve dovrebbe partire per l'Europa per allenarsi con la nazionale di pallavolo camerunense. Suo padre, Thomas Embiid, un colonnello dell'esercito e un'ex stella della pallamano, vuole che il maggiore dei suoi figli continui a giocare a pallavolo. Sua madre, Christine, appena tornata da un viaggio in Francia e venuta a sapere del provino di basket del figlio Joel si chiede: 'Sono stata via così tanto?". Al di fuori della struttura, Arthur non si da per vinto e cerca di scalare la recinzione metallica che circonda l'arena, sperando di riuscire a cogliere almeno dei frammenti dell'audizione del fratello. Anche Joel ha i suoi dubbi, le parole di suo padre gli risuonano ancora nelle orecchie.

 

"Nessuno gioca a basket in Cameroon"

 

Lo scorso  Novembre il Cameroon, in qualche modo, aveva ben 3 giocatori in quintetto titolare in NBA: Mbah A Moute, 30 anni, ala dei Clippers, Embiid, 23 anni, centro dei Sixers, e il rookie Pascal Siakam, anche lui 23enne, ala forte dei Raptors. Embiid, ovviamente, è la star emergente del suo paese, un lungo di 213 cm incredibilmente veloce per la sua stazza e capace di tirare da 3 punti con ottime percentuali, con un senso dell'umorismo molto spiccato; le sue strambe espressioni e le sue storie bislacche (racconta di avventure nella giungla e di lotte con i leoni) lasciano immaginare un ragazzo che si gode la sua nuova vita con gusto.

 

Prima di Mbah A Moute, il Cameroon aveva avuto solo un giocatore in NBA: Ruben Boumtje-Boumtje, che aveva giocato 44 partite con i Trail Blazers tra il 2001 e il 2004, viaggiando a meno di un punto di media a partita. Nel periodo in cui Embiid andò al camp di Mbah A Moute, Luc era l'unico rappresetante del Cameroon in NBA, permettendogli di avere lo status di leggenda nella microscopica cerchia di appassionati del suo paese. E così la storia della crescita di Joel Embiid e quella di una nuova generazione di giocatori camerunensi comincia da lui.

 

Quando Mbah A Moute era appena  un teenager, si innamorò per caso dello sport che adesso lo definisce. Iniziò, fra tutti i posti possibili, sulla strada per il campo da calcio. Mbah A Moute stava percorrendo la solita strada nel suo quartiere di Etoa-Meki, a nordest di Yaoundè, che lo avrebbe portato all'allenamento, quando incontrò un piccolo gruppo di ragazzi che tiravano in direzione di un canestro malmesso su un campo fatto di polvere. Luc aveva già notato quel canestro prima ma il campo era quasi sempre deserto. Passò accanto a quel campo per tre volte quella settimana. Il terzo giorno decise di fermarsi. Non c'era nessuno. Si guardò velocemente in giro e poi lanciò la palla da calcio verso il canestro senza retina. Il tiro andò dentro e Mbah A Moute sentì quella universale carica di adrenalina che aveva colpito tante persone prima di lui.

 

Nel 2003 Luc, allora 17enne, che si era allenato sotto coach Guy Moudio, era stato selezionato per prendere parte al Basketball Without Borders Camp a Johannesburg. Dopo che Luc mostrò i lampi del suo talento, Joe Touomou, il primo camerunense a giocare in un college di Division I, propose alla famiglia di Luc di mandarlo negli Stati Uniti. Non era certo una proposta da poco.

 

Camille Moute A Bidias, il padre di Luc, è una personalità forte e dinamica. Lui e sua moglie, Agnes Goufane a Ziem Moute, erano nati a Bafia, un villaggio rurale poco oltre il fiume Sanaga, circa 130 km a nord di Yaoundè. Camille è il capo lì, un uomo di grande importanza. E' stato il responsabile del fondo nazionale di impiego fin dal 1991, all'interno dell'amministrazione del presidente Paul Biya, rimasto in carica 35 anni. E' riuscito a costruire una vita invidiabile per la sua famiglia ma non ha mai dimenticato la difficile scelta che ha dovuto compiere per diventare qualcuno. Da giovane, aveva giocato per due anni come calciatore professionista ma suo padre riteneva che lo sport fosse solamento uno strumento per le persone che non riuscivano ad avere successo nella vita e lo spinse a diventare un medico, e Camille rinunciò al suo sogno di giocare a calcio.

 

Con quel ricordo ben presente nella sua mente, considerò con attenzione l'opportunità che si presentava di fronte al figlio: "Non volevo fare a Luc quello che mio padre aveva fatto a me," spiega Camille. "Quindi gli ho detto: vai. Vediamo cosa riesci a fare. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventato un giocatore NBA".

 

Nel 2010, quando Luc era già alla sua terza stagione in NBA, i suoi genitori gli ricordarono le loro aspettative: la sua buona fortuna doveva essere condivisa con il loro paese. Da quando aveva memoria, Luc aveva sempre visto il padre aiutare finanziariamente bambini malati e famiglie in difficoltà. E sua madre Agnes aveva lanciato un'associazione no-profit, Pourquois Pas, che aiutava le famiglie che non erano in grado di pagare i farmaci. Quindi  Mbah A Moute si pose un obiettivo: fare crescere il basket in Cameroon, costruire dei nuovi campi così che la nazionale non fosse costretta ad allenarsi all'aperto, organizzare dei clinic con allenatori esperti così che i giocatori potessero lavorare al miglior livello possibile. 

 

Quell'estate Mbah A Moute avviò un camp di pre-selezione che avrebbe permesso ai giocatori di tutto il Cameroon di poter ottenere cinque posti all'annuale Basketball Without Borders Camp di Johannesburg. Era lo sforzo di Mbah A Moute per permettere ai ragazzi camerunensi di trovare successo nel basket.

 

"Senza quel camp," dice Joel Embiid. "In quale altro modo avrebbero potuto notarmi?"

 

Joel Embiid venne scoperto letteralmente camminando per strada.

 

Quasi un decennio dopo aver condotto Mbah A Moute negli Stati Uniti, Touomou, uno scout internazionale degli Indiana Pacers, era stato informato dallo zio di Embiid che l'atletismo di suo nipote era impressionante e che una rapida crescita lo avevano portato a diventare 208 cm in breve tempo. Quindi Touomou si procurò del materiale da allenamento extra large e si diresse verso Yaoundè per passare al setaccio il quartiere di quello che poteva diventare il suo nuovo protetto. Lì trovo un ragazzo molto più alto di quanto si aspettasse, che si guadagnò in fretta un paio di scarpe da basket numero 52.

 

Prima del 2011, l'esperienza di Embiid con il basket consisteva essenzialmente in qualche visita sporadica al campetto della sua zona, pieno di buche e ragnatele con immondizia ai lati. Era lì che Embiid imitava la versione del 2009 di Kobe Bryant che distrusse gli Orlando Magic nelle NBA Finals. Ogni volta che Embiid aveva la palla tra le mani, esagerava il follow-through di Kobe buttandosi all'indietro e urlando 'Kobeeeeeee' dopo ogni canestro. Touomou vide in prima persona quanto il ragazzo fosse alto e capì che la propensione per la pallavolo di Joel voleva dire piedi veloci e grande capacità di elevazione. Quindi decise di rivolgersi al padre di Embiid. Thomas Embiid aveva ancora bisogno di essere convinto che il basket potesse essere lo sport giusto per il figlio ma adesso Touomou aveva qualcosa di solido da vendergli: il successo di Mbah A Moute.

 

Embiid si allenò per tre mesi con coach Moudio ma per il primo giorno del camp di Mbah A Moute era ancora molto ansioso. Si mise i pantaloncini, era pronto ad andare ma all'improvviso si fermò, paralizzato all'idea di giocare una partita vera di uno sport che conosceva a malapena. "Ero semplicemente preoccupato dal fatto che non sarei stato in grado di competere con gli altri ragazzi," spiega Embiid. "Ancora adesso non riesco a capire come Luc mi abbia scelto, facevo schifo".

 

Coach Moudio arrivò alla struttura e si mise a scrutare tra la folla, Embiid non era da nessuna parte. Il mattino dopo Moudio andò a casa di Joel e scoprì che non era andato al camp ed era rimasto a giocare ai videogame con suo fratello Arthur. Questa volta Moudio decise di accompagnare Embiid di persona al camp, con Arthur che li seguiva poco dietro.

 

E' il secondo giorno del camp di Mbah A Moute e un teso Joel Embiid prende posizione in post basso, proprio come Hakeem Olajuwon faceva nelle cassette che coach Moudio gli aveva dato da guardare. L'entry pass nella sua direzione è davvero storto ma nonostante questo Embiid riesce a riceverlo con una sola mano. Mette palla per terra, si gira, drop step e poi esplode verso il canestro per una schiacciata. Mbah A Moute sta vedendo giocare Embiid per la prima volta. Si gira verso gli allenatori e dice: 'Da quanto tempo avete detto che gioca a basket questo ragazzo?".

 

"Conoscevo giocatori NBA che anche dopo anni di carriera non erano ancora in grado di fare quel tipo di movimento," dice Mbah A Moute adesso.

 

Dopo la sessione di allenamento, il cugino di Mbah A Moute, Francois, si avvicinò ad Embiid e chiese al ragazzo se aveva un passaporto. Joel era stato selezionato per partecipare al Basketball Without Borders Camp di quell'anno, che si sarebbe tenuto ad Agosto a Johannesburg.

 

Per Settembre, soltanto due mesi dopo il camp, Mbah A Moute aveva già organizzato il trasferimento di Embiid alla Montverde Academy in Florida, dove lo stesso Mbah A Moute era andato 8 anni prima, a ben 9700 km di distanza da tutto quello che Embiid aveva conosciuto fino a quel momento. "Ero un po' spaventato," dice Embiid. "L'unica cosa che sapevo dire in inglese era Good Morning'.

 

Joel non è l'unico intimorito da questo cambiamento. Arthur è talmente infelice per la partenza del fratello per gli Stati Uniti che rifiuta di andarlo a salutare all'aeroporto. Joel abbraccia forte il fratello prima di lasciare casa e gli promette che porterà un sacco di regali dall'America.

 

Mbah A Moute è seduto al tavolo esaminando l'ultimo gruppo di candidati per il suo basketball camp. Il suo fidato braccio destro, Arthur Embiid, si butta con forza su di lui e inizia a fare commenti sarcastici su ognuno dei giocatori sulla lista: 'Questo qui non sa tirare....quello sembra una capra...eh oh Dio, questo avrebbe proprio bisogno di un taglio di capelli".

 

E' l'estate del 2012, è passato un anno da quando Joel Embiid ha lasciato il Cameroon e non ha ancora fatto ritorno a casa. Mbah A Moute ritorna in Cameroon ogni anno per il suo camp e anche se non annuncia mai il suo arrivo, il fratellino di Joel riesce sempre a trovarlo. Ad Arthur manca molto suo fratello e ha scelto Luc come suo sostituto per l'estate.

 

"Arthur era l'ombra di Luc," spiega Thomas Embiid. "Lo seguiva dappertutto".

 

"Luc," diceva Arthur in pompa magna. "Voglio far parte del tuo camp".

 

"Devi lavorare ancora più duramente," rispondeva Mbah A Moute sorridendo.

 

"Arthur era così divertente e aveva sempre voglia di dare un mano", dice Mbah A Moute, ricordando quell'estate. "Era davvero un personaggio".

 

"Vedrai!", diceva Arthur a Luc, picchiando sulla sua spalla. "La prossima estate farò parte del tuo camp e sarò il migliore, proprio come mio fratello".

 

All'accademia di Montverde, Joel sta affinando il suo inglese ascoltando musica rap e sketch comici. Rick Ross è uno dei suoi preferiti e le parolacce presenti nei suoi testi, che Embiid impara a ripetere a pappagallo, lo aiutano a fare amicizia con gli altri ragazzi dell'accademia. Quello che non possono fare, però, è garantirgli un posto in squadra. "Si prendevano gioco di me tutto il tempo," spiega Embiid. "Non riuscivo a ricevere la palla. Coach Boyle li faveva indietreggiare e gli diceva 'adesso ridete ma nel giro di cinque anni andrete tutti da Joel a farvi prestare dei soldi perchè sarà schifosamente ricco".

 

Embiid aveva nostalgia del Cameroon, mentiva ogni volta che la madre chiamava, dicendo che andava tutto ok. Adesso è quasi 213 cm e i reclutatori dei college iniziano ad arrivare, vogliono vedere con i loro occhi se questo ragazzo camerunense è così esplosivo come tutti dicono. Quando si tratta di scegliere il college, Embiid fa affidamento su Mbah A Moute.

 

"Non so neanche che cosa fosse la NCAA," spiega Embiid. "Luc parlava agli allenatori per me".

 

Embiid sceglie Kansas e passa tutta l'estate a lavorare a Lawrence insieme ad un altro nuovo arrivato, Tariq Black, appena trasferitosi da Memphis. Un pomeriggio, mentre i due si alternano tra la vasca d'acqua calda e quella d'acqua fredda dopo l'allenamento, Embiid confessa a Black che ha dei dubbi sulla sua capacità di mantenere la tempra necessaria per diventare davvero un giocatore di basket. Black assicurò ad Embiid che sarebbe diventato una stella NBA, se avesse tenuto duro. 

 

"Ma ero comunque preoccupato per lui," rivela Black, adesso con i Los Angeles Lakers. "Era così distante da casa. Un ragazzo che veniva dall'Africa e non aveva idea di quello che gli stava per succedere, era una situazione difficile".

 

I due arrivano insieme al primo scrimmage della pre-stagione ed Embiid viene colpito dalla stessa paura che lo assalì anni prima al camp di Mbah A Moute. I giocatori di Kansas scelsero le squadre. Dopo aver giocato tutta l'estate assieme, Black ed Embiid adesso erano l'uno contro l'altro.

 

La prima volta che Black riceve il pallone spintona Embiid in situazione di post e tira sopra la sua testa. Sbaglia il tiro ma prende il rimbalzo al volo e schiaccia sopra la testa del suo amico.

 

Il 19enne Joel Embiid è scosso. Subito dopo lo scrimmage, si dirige nell'ufficio di coach Bill Self.

 

"Io non c'entro niente qui," Embiid dice al coach.

 

"Mi prendi in giro?" risponde coach Self. "Sarai la prima scelta assoluta del draft NBA nel giro di due anni".

 

"Volevo credergli," rivela Embiid adesso. "Ma sapevo che i coach avevano l'abitudine di dirti bugie".

 

Self si sbagliò di un anno e di un paio di scelte. Embiid viaggiò ad una meda di 11.2 punti, 8.1 rimbalzi e 2.6 stoppate a partita nel suo unico anno di college e, su consiglio di Mbah A Moute, si dichiarò per il draft NBA, dove venne scelto con la terza chiamata assoluta dai Philadelphia 76ers.

 

Embiid si trasferisce in un appartamento al Ritz-Carlton nel centro di Philadelphia. Cinquantonove giorni dopo essere stato scelto al draft, i Sixers acquistano Mbah A Moute via trade.

 

Nel tardo pomeriggio del 16 Ottobre 2014, Embiid è nel suo appartamento di Philadelphia, sta ascoltando musica tipica camerunense, quando il suo telefono inzia a squillare. E' il suo agente. Joel, abbattuto dopo l'infortunio al piede che finirà per tenerlo lontano dai campi per due anni, non ha voglia di rispondere ma il suo agente continua a chiamare, più e più volte. Quando Embiid finalmente decide di rispondere, riceve la peggiore notizia della sua giovane vita.

 

Arthur stava giocando su un lato della strada dopo scuola quando un furgoncino sbandando è finito fuori strada. Ha colpito Arthur, gli spiega il suo agente, e lo ha ucciso. Mbah A Moute arriva nell'appartamento di Embiid nel giro di qualche minuto. Il GM Sam Hinkie e il coach Brett Brown arrivano poco dopo e tutto il gruppo rimane in piedi fino alle prime luci del mattino.

 

"Joel era disteso sul pavimento e piangeva disperato," spiega Mbah A Moute. "Era devastato".

 

I Sixers prendono contatti con la sorella di Joel, Laurence, che stava studiando al Rochester College, e la mettono immediatamente su un aereo per Philadelphia. Arriva già a tarda serata e i due piangono insieme la scomparsa del fratello, ad un mondo di distanza dai genitori devastati. Joel si lamenta per non aver passato abbastanza tempo con il suo fratellino: "Avrei dovuto passare più tempo a casa con lui...come è possibile che non lo rivedrò mai più?"

 

"Quella giornata mi ha traumatizzato," dice Embiid. "Adesso quando sento squillare il telefono a ripetizione, vado nel panico".

 

Joel prese un volo per Yaounde per assistere al funerale del fratello con a fianco sua sorella e Luc Mbah A Moute. Camille e Agnes Moute, i genitori di Luc, che non hanno mai incontrato prima gli Embiid, vanno al funerale per portare le loro condoglianze.

 

Il sole è inesorabile in un Sabato pomeriggio di poco tempo fa a Yaoundè ma i ragazzi che si radunano qui al Club Noah sono abituati al caldo. Il club è dedicato al nonno del centro dei New York Knicks, Zacharie, un patriarca camerunense dello sport che ha giocato a calcio da professionista e ha supportato lo sport a Yaoundè per decenni, realizzando campi tennis, una piscina e un campo da basket in cemento. Solo le persone più facoltose possono permettersi l'iscrizione al club ma ai ragazzi è permesso venire a giocare a basket gratis.

 

In questa giornata di Marzo c'è un torneo in corso e c'è una certa folla a seguirlo, un trend, dice l'arbitro Paul Bafia, che è il diretto risultato degli sforzi di Mbah A Moute e del successo di Joel Embiid.

 

"Prima tutti pensavano 'perchè sprecare tempo giocando a basket?' dice Bafia. "Adesso non è più così".

 

La stagione 2016-2017 è stata un discreto miscuglio per i giocatori camerunensi. La stagione da rookie tardiva di Embiid è stata eccellente ma è durata poco a causa di un problema al menisco; Siakam, il cui periodo passato al camp di Mbah A Moute nel 2012 ha lanciato la sua carriera nel mondo del basket facendolo passare da New Mexico State e poi diventando una prima scelta assoluta per i Raptors, ha passato gli ultimi due mesi della stagione facendo su e giù dalla D-League; e Mbah A Moute, nonostante una buona post-season, ha visto i suoi Clippers uscire al primo turno dei playoffs.

 

Embiid non è stato in grado di tornare a casa dal funerale del fratello Arthur ma sta lanciando una fondazione in memoria del fratello scomparso per l'apertura di un orfanotrofio a sud di Yaoundè. Dalla morte di Arthur, la madre di Embiid ha smesso di uscire e visitare i parenti. E' preoccupata che nessuno si prenderà più cura di lei ora che i suoi unici due figli vivono entrambi lontano. Joel le ha promesso che la andrà a trovare presto.

 

L'ultima volta che Joel ha parlato con Luc, hanno discusso di come promuovere il basket nel loro paese. Stanno valutando l'idea di fare un camp congiunto insieme a Siakam. Tutti e tre riconoscono che c'è il bisogno di sfruttare l'improvvisa crescita del basket in Cameroon.

 

"Tre di noi in NBA?" dice Siakam. "Quando mi fermo pensarci realizzo che è un cosa davvero assurda".

 

L'impatto della loro influenza è palpabile. La partecipazione sta aumentando sia nelle scuole che nelle piccole squadre locali. I clinic per coach organizzati da Mbah A Moute hanno sviluppato una generazione di ragazzi volenterosi ad insegnare il gioco. Adesso c'è una strada chiara, creata da Mbah A Moute, presa da Embiid e seguita da Siakam. Non si può più dire che nessuno gioca a basket in Cameroon.

 

Ngaha Niriel, che ha 12 anni, gioca al Club Noah da 7 mesi e vuole diventare una star in NBA. Guarda le partite tutto il tempo e dice: 'Abbiamo del potenziale in Cameroon, dateci solamente una chance e ve lo dimostreremo"

 

Ngaha veste il rosso, il bianco e il blu, i colori dei Philadelphia 76ers. Dice che spera di poter schiacciare quando avrà 16 anni. I giovani giocatori camerunensi di oggi non imitano più il follow-through di Kobe. Vogliono tutti essere come Joel Embiid.

© Riproduzione riservata
O. Cauchi

O. Cauchi

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 14 Commenti
  • GremoryAndThunder 10/05/2017, 19.31 Mobile

    Grazie della traduzione! Grazie luc questo è forte forte

  • LakerForever 10/05/2017, 18.01

    *che è un

  • LakerForever 10/05/2017, 18.00
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Nessuno dice che un giocatore a cui manca il talento però io non lo paragonrei a Durant o Towns visto che ha giocato solo 34 partite in 3 stagioni.


    Poi dopo il buon inizio di stagione ha cominciato a trascorrere più tempo su Twitter che sul "parquet", infatti nelle settimane prima dell'ASW al posto di migliorare il proprio gioco lui sembrava più preoccupato di incontrare Rihanna ...

  • Olimpia97 10/05/2017, 13.19
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    ormai joelone ha il comando su tutti

  • alterego 10/05/2017, 11.18 Mobile

    Lunga vita a Mbah a Moute! Comunque vada a finire...

  • TheAnswer 10/05/2017, 08.57

    Lettura piacevole e molto interessante.

  • LakerForever 10/05/2017, 01.38
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    [ link ]


    Guardando la stagione di JC, penso che anche la Jenner ha lo stesso effetto della sorella maggiore, che fu la causa di pessime stagioni giocate dai suoi fidanzati (Odom, Harden ...). Il cosiddetto "Sindrome Kardashian)

  • LakerForever 10/05/2017, 01.31
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Si anche :), mi ero perso questi tweet.


    Non me lo sarei comunque aspettato da Stauskas, da Okafor invece si.



  • LakerForever 10/05/2017, 01.16
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Non per forza ai Lakers ma sono sicuro che firmerà con una squadra di LA o NYC quando avrà l'oppurtunità di farlo, poi non so se andrà con una Kardashian ma finirà con una star di instagram per forza

  • LakerForever 10/05/2017, 01.08

    La vita di Embiid pare una storia a lieto fine ... peccato che adesso, dopo aver trovato il gusto dei milioni di dollari, si sia trasformato in una star del gossip, essendo adesso più preoccupato dai social che dalla sua carriera in NBA.


    Ormai Joel è un miscuglio fra la vita stellare di Odom e gli infortuni di Bynum.