Off season grades: i voti alle mosse della squadre di Eastern Conference
Continua la nostra analisi sulle mosse delle squadre NBA durante la off-season tra draft, trades e firme
Dopo aver analizzato le mosse delle squadre della Western Conference, adesso è il momento di comprendere le operazioni fatte dalle squadre della Eastern. Celtics e Pacers sono ampiamente promosse, mentre il resto della Conference si muove tra la sufficienza stentata o un'insufficienza piena.
ATLANTA HAWKS: Voto 6-
La sensazione è che Atlanta in questa free-agency sia andata verso una direzione da 'wait and see' che non sposta granchè a livello complessivo della squadra ma che allo stesso tempo sposta la prospettiva di una ricostruzione totale della squadra. Via Jeff Teague, che era in scadenza di contratto, ceduto in cambio di una prima scelta al draft, poi trasformatosi in Taurean Prince. Via Al Horford, finito a Boston, dentro Dwight Howard con un triennale da 70 mln di dollari. Il contratto dato ad Howard da un punto di vista finanziario non è neanche così terribile, anzi. Il problema è che Howard sembra chiaramente in fase calante e alcune delle sue dichiarazioni durante l'estate fanno capire come affidarsi ad un giocatore umorale come lui non sia necessariamente una grandissima idea (in più interviste Howard ha fatto capire che a Houston si concentrava poco sulla difesa perchè in attacco non gli venivano dati abbastanza palloni in post, non proprio una mentalità da leader dello spogliatoio). La cessione di Teague consegna, ovviamente, le chiavi della squadra in mano a Dennis Schroder, che l'anno prossimo sarà restricted free-agent. Il tedesco aveva già fatto capire più volte di voler diventare il titolare ma ha ancora parecchi difetti, sia tecnici che caratteriali, che potrebbero creare più di un problema a Budenholzer. Schroder è un tiratore ancora piuttosto scostante e le sue percentuali al ferro non sono esaltanti per un giocatore che aggredisce così tanto il canestro. Inoltre la convivenza con un giocatore come Howard a livello di spogliatoio potrebbe essere problematica. E' rimasto Paul Millsap, anche se la dirigenza ha cercato di cederlo all'inizio della off season. Interessante l'idea di aggiungere un giocatore come Delaney da backup point-guard, l'americano è migliorato molto durante la sua esperienza in Europa e adesso si potrà giocare le sue chances in NBA. Sempre per il reparto guardie dalla free-agency è arrivato Jarret Jack dopo essere stato tagliato dai Nets. Dal draft sono arrivati Taurean Prince e DeAndre Bembry, sostanzialmente perchè in NBA di 3&D non ce ne sono mai abbastanza e gli Hawks sperano di poter replicare i vari Carroll e Bazemore. Proprio Bazemore ha rinnovato con la squadra firmando un quadriennale da 70 mln di dollari. La scelta è tutt'altro che sorprendente considerando che Bazemore è un pupillo di Budenholzer e che gli Hawks adorano in generale questo tipo di giocatori. Nel complesso gli Hawks si presentano ai blocchi di partenza con una squadra che ha potenzialità non molto distanti da quelle della scorsa stagione ma anche con diversi punti interrogativi che non lasciano presagire buone notizie per la prospettiva futura.
BOSTON CELTICS: Voto 8-
Da diverso tempo ci si aspettava che i Celtics facessero 'il colpo' di mercato, andando ad aggiungere una superstar di livello ad un nucleo giovane e di buon livello. L'arrivo di Al Horford con un quadriennale da 113 mln di dollari consegna ai Celtics uno dei migliori lunghi della lega, in grado di fare la differenza sia in attacco che in difesa. Certo, verso la fine quel contratto risulterà pesantuccio e un Horford 34enne non avrà la produzione che ha adesso ma questi sono rischi che è pressochè impossibile non correre quando si parla di giocatori di questo livello. Il draft dei Celtics aveva lasciato un po' interdetti molti addetti ai lavori, la dirigenza aveva provato a muovere un po' di scelte ma alla fine nessuna trade è andata in porto e allora Ainge ha deciso di puntare molto sul draft and stash. A parte Jaylen Brown, che pare il tipo di giocatore ideale per rendere al meglio sotto la guida di coach Stevens, gli altri ragazzi scelti al primo giro, Yabusele e Zizic, non arriveranno subito. Soprattutto la scelta del francese lascia qualche dubbio, probabilmente è stato scelto troppo in alto (alla 16) per il suo reale valore e la sua decisione di andare a giocare in Cina la prossima stagione non è un gran segnale per il suo sviluppo futuro. Buona, invece, la selezione di Zizic, che ha tutte le potenzialità per diventare un lungo di rotazione molto utile in NBA nei prossimi anni. Al secondo giro interessante la scelta di Demetrius Jackson, che da molti era prospettato come una scelta a fine primo giro, anche se per lui trovare spazio all'inizio, considerando l'abbondanza nel reparto guardie, sarà tutt'altro che semplice. Le partenze di Sullinger e Evan Turner non saranno dei problemi, soprattutto Turner è andato a prendere un contratto illegale a Portland che i Celtics non gli avrebbero mai potuto garantire. Rinnovato il contratto di Tyler Zeller con un biennale da 16 mln di dollari ma il secondo anno è interamente non garantito e questa firma puzza tanto di trade in arrivo, visto che i Celtics stanno ancora cercando quel rim protector che potrebbe rendere la squadra ancora più forte. Sono stati rinnovati anche i contratti di coach Stevens e Danny Ainge e questa è una delle migliori notizie che ci potessero essere. Stevens è per distacco il coach giovane migliore di tutta la lega e Ainge rimane uno dei GM più competenti in circolazione.
BROOKLYN NETS: Voto 5.5
La prima off-season di Sean Marks come GM dei Nets non era per niente facile. L'ex assistente GM degli Spurs si ritrova tra le mani una squadra senza praticamente scelte future e con davvero pochi margini di miglioramento in prospettiva. La firma di Lin con un triennale da 38 mln è eccellente, sia per il valore tecnico del giocatore (che fra l'altro conosce molto bene il nuovo allenatore Kenny Atkinson) che per il contratto in se, che è uno dei migliori per rapporto qualità/ prezzo di tutta la off-season. Per il resto si è andato quasi esclusivamente di scommesse e contratti annuali. Vazquez con un annuale da 5 mln è una buona backup point-guard, Scola, anche lui con un annuale da 5 mln, avrebbe avuto molto senso da alternativa ma considerando che sarà quasi sicuramente lo starter nel ruolo di 4 la mossa ha molto meno senso, visto che Scola non ha più le qualità atletiche per giocare da starter in NBA e il suo backup sarà un altro giocatore tutt'altro che esente da difetti come Trevor Booker, firmato con un biennale da 18 mln di dollari (un po' troppi). I Nets hanno provato a piazzare il colpo nel mercato dei restricted free-agent facendo firmare delle offer sheet a Tyler Johnson di Miami (50 mln in quattro anni) e Allen Crabbe di Portland (74.8 mln di dollari in quattro anni). Soprattutto nel caso di Crabbe si tratta di un danno schivato, il giocatore di Portland, al momento, non vale neanche lontanamente quei soldi e avrebbe fatto fatica a giocare insieme a Tyler Johnson ma entrambe le offerte sono state pareggiate quindi il problema non si pone. Nello spot di ala piccola c'è un buco abbastanza impressionante, il solo Rondae Hollis-Jefferson, al suo secondo anno in NBA, non può bastare e Killpatrick non può giocare da 3 da un punto di vista difensivo. Ceduto Thad Young ai Pacers in cambio di una prima scelta al draft, trasformatasi poi in Caris Levert, giocatore di grande talento ma che ha già una storia di infortuni piuttosto lunga e che rappresenta una vera e propria scommessa dal punto di vista fisico. Arrivato Randy Foye come veterano per lo spogliatoio e fatta anche un'altra scommessa su Anthony Bennett.Dall'Europa è arrivato Justin Hamilton come backup di Brook Lopez, buon contratto e altra scommessa che potrebbe pagare ma che in caso contrario non compremetterà nulla. In generale Sean Marks non ha fatto danni ma non è neanche riuscito ad aggiungere dei pezzi che possano effettivamente fare presagire l'inizio della ricostruzione. L'anno prossimo i Nets rischiano di presentarsi alla off-season nelle stesse condizioni di quest'anno, senza materiale sul quale lavorare e con un'altra scelta in direzione Boston.
CHARLOTTE HORNETS: Voto 6-
Gli Hornets sono riusciti a trattenere Nicolas Batum e Marvin Williams, probabilmente i due unrestricted free-agent che più volevano, e hanno visto partire Al Jefferson, Jeremy Lin e Courtney Lee. Soprattutto la perdita di Courtney Lee rischia di lasciare un grave buco nel roster degli Hornets. La trade fatta per Marco Belinelli, che sostanzialmente ha eliminato ogni possibilità di rifirmare Lee, lascia un po' perplessi. Marco viene da una stagione orribile in quel di Sacramento e gli Hornets hanno sacrificato una prima scelta per prenderlo, anche se in un draft non esattamente profondo. Se a livello offensivo Belinelli può fare un buon lavoro nel sistema di Clifford, difensivamente non ha neanche lontanamente la stessa efficacia d Courtney Lee, finito ai New York Knicks. L'addio di Jefferson era nell'aria dopo una stagione passata soprattutto da uomo in uscita dalla panchina, per il ruolo di centro è arrivato Roy Hibbert con un contratto sicuramente conveniente ma che da un punto di vista tecnico aggiunge veramente poco alla squadra. L'ex lungo dei Pacers è chiaramente in fase calante e viene da una stagione davvero deprimente ai Lakers, l'unica speranza è che torni su livelli difensivi accettabili. Buone, invece, le firme di Ramon Sessions, che rimane una delle point-guard più sottovalutate di tutta la NBA e che garantirà un'alternativa solida a Kemba Walker, e Christian Wood, scommessa a basso costo ma che potrebbe dare discrete soddisfazioni. Tra le mosse minori c'è stata la firma di Brian Roberts come terza point-guard e la cessione via sign and trade di Troy Daniels al Grizzlies.
CHICAGO BULLS: Voto 4.5
Dopo gli addii previsti di Joakim Noah e Pau Gasol e la trade che ha portato Derrick Rose ai Knicks, c'era la sensazione che, finalmente, la dirigenza dei Bulls si fosse decisa a ricostruire con un minimo di criterio e mettere nelle mani di Hoiberg una squadra che avesse delle caratteristiche più consone al suo stile di gioco. Previsione sbagliata. La dirigenza dei Bulls, invece, ha fatto una serie di scelte che vanno contro ogni tipo di logica, cercando di prolungare una pseudo finestra da contender che, in realtà. da dopo l'infortunio di Rose non c'è più stata per la squadra di Chicago. Rajon Rondo è probabilmente uno dei peggiori giocatori da accoppiare a Jimmy Butler, la vera stella della squadra. L'ex dei Celtics viene da una stagione ai Kings che definire schizofrenica è quasi un eufemismo. Nonostante abbia piazziato un discreto 36.5% da tre punti, Rondo ha ancora una volta fallito nel trasformare i suoi numeri individuali in qualcosa di positivo per la squadra e infatti l'offensive rating dei Kings era sempre migliore con Collison in campo. Difensivamente parlando Rondo non è neanche lontano parente del giocatore dei tempi di Boston, il suo effort difensivo a Sacramento è stato ai limiti dell'imbarazzante e si è piazzato ultimo tra le 30 point guard della lega nel defensive real plus minus. A tutto questo si va ad aggiungere che il fatto che Rondo non è proprio l'uomo spogliatoio del secolo e sarà quantomeno difficile farlo integrare con altri due caratteri molto forti come Jimmy Butler e Dwyane Wade. Già, perchè Wade è ritornato a casa sua firmando un biennale da 47 mln di dollari. Wade è un altro giocatore che tende a non sposarsi benissimo con il tipo di pallacanestro che ha in mente Hoiberg ed è un altro pessimo tiratore dal perimetro, cosa che rende ancora più difficile la questione spaziature per i Bulls, che al momento hanno nel quintetto titolare come uomo che allarga il campo Nikola Mirotic, un tiratore da 3 appena sufficiente a livello NBA. Il concetto di spacing, questo sconosciuto. Già nella scorsa stagione Hoiberg aveva fatto molta fatica a reggere gli equilibri dello spogliatoio, perdendo quasi subito il rispetto di Noah e poi beccandosi critiche aperte da Butler e da altri elementi della squadra. Mettere dentro due giocatori come Wade e Rondo, entrambi ricchi di personalità e tendenti agli atteggiamenti da prima donna, non sembra proprio l'idea giusta per consolidare la leadership del coach. Nella trade per Rose sono arrivati anche Robin Lopez e Jerian Grant. Il lungo andrà a rimpiazzare Noah e ha un contratto accettabile per gli standard attuali, mentre Grant dovrebbe avere più spazio di quello che gli è stato concesso ai Knicks e forse la possibilità di giocare in un sistema più consono alle sue caratteristiche. Calderon, invece, è stato spedito subito insieme a due seconde scelte future ai Lakers, così come è stato ceduto anche un altro dei pochi tiratori a disposizione della squadra, Mike Dunleavy, a Cleveland. Per la panchina sono arrivati Isaiah Canaan, che quantomeno aggiunge un po' più di pericolosità sul perimetro (anche lui, però, dal punto di vista difensivo è tra i peggiori giocatori della lega). Dal draft sono arrivati Denzel Valentine e Paul Zipser. Il tedesco, che ha acquisito buona esperienza a livello continentale, sembra un tipo di giocatore molto adatto al sistema di Hoiberg e potrebbe trovare subito più spazio di quanto ci si possa immaginare. Valentine, invece, è sicuramente un realizzatore di buon livello ma sulla sua capacità di essere un tiratore continuo a livello NBA e sulle sue lacune difensive rimangono grossi dubbi.
CLEVELAND CAVALIERS: Voto 6
I Cavs fanno il minimo indispensabile per la sufficienza andando a confermare sostanzialmente il blocco della scorsa stagione. L'unica partenza degna di nota è quella di Dellavedova, finito a Milwaukee, ma i Cavs avevano bisogno di spazio per rimettere sotto contratto Lebron e J.R. Smith, dunque ci si aspettava che l'australiano potesse essere il sacrificato. Certo, adesso nel ruolo di backup di Irving c'è un discreto buco, considerando che Mo Williams non è più in grado di contribuire a determinati livelli e Felder è un rookie, comunque interessante ma pur sempre un rookie. E' rimasto Jefferson che l'anno scorso era stato molto importante in uscita dalla panchina, è rimasto Jones che è l'uomo spogliatoio per eccellenza. Dai Bulls è arrivato Mike Dunleavy praticamente gratis, altro tiratore da aggiungere al pacchetto che male non fa ma i dubbi sulla tenuta della sua schiena sono piuttosto grossi. Firmato anche Chris Andersen, altro scudiero di Lebron James, al minimo salariale. Il Birdman non è più quello di qualche anno fa ma qualche minuto di energia nel pitturato può ancora darlo. Lebron ha firmato un triennale da 100 mln di dollari, adesso resta solo da capire a che cifre rimarrà J.R. Smith, un altro dei prediletti di Lebron. Con lo spazio a disposizione c'era poco da fare ma i Cavs rimangono comunque la principale concorrente per battere i Golden State Warriors. In corso di stagione potrebbe tornare molto utile la trade exception ottenuta dalla cessione di Varejao, valida fino al 18 Febbraio 2017, del valore di 9.6 mln di dollari.
DETROIT PISTONS: Voto 5
Dopo il rinnovo al max di Andre Drummond, mossa scontata quanto inevitabile, Van Gundy decide di spendere su dei giocatori la cui utilità e la reale capacità di aggiungere qualcosa al roster lascia grossi dubbi. I 42 mln dati a Jon Leuer sono forse la cosa più difficile da capire. E' vero che Leuer viene probabilmente dalla migliore stagione della sua carriera a Phoenix, ma anche lì non è mai stato uno starter ed è un giocatore che non è quasi mai andato oltre i 16-17 minuti di utilizzo. Dare un contratto del genere, interamente garantito, ad un giocatore che è poco più di un backup e tutt'altro che efficace sul lato difensivo del campo non pare necessariamente una grande idea. I Pistons l'anno prossimo spenderanno qualcosa come 108 mln di dollari per un roster che, al momento, se va bene vale un primo turno di playoffs, azzerando ogni tipo di flessibilità salariale anche per la prossima free-agency. Ish Smith è un discreto backup per Reggie Jackson, arriva con un triennale da 18 mln di dollari. Smith non è un tiratore e neanche il giocatore più ordinato del mondo ma spinge costantemente sull'acceleratore ed è molto bravo a gestire le situazioni di pick and roll. Dagli Spurs è arrivato anche Boban Marjanovic con un triennale da 21 mln di dollari. Anche questa mossa non è di semplicissima comprensione, il serbo ha sicuramente fatto intravedere cose interessanti agli Spurs ma è un giocatore estremamente limitato, ha un'autonomia di circa 15 minuti a partita e può essere schierato solamente contro determinati tipi di quintetti, visto che le difese avversarie lo metterebbero in continuazione in situazioni di pick and roll contro avversari più piccoli e veloci di lui. I Pistons, adesso, hanno tre centri ma già quando arrivò Aron Baynes (che molto probabilmente uscirà dal contratto l'anno prossimo, uno dei motivi per i quali è arrivato Marjanovic) si è visto come l'australiano abbia giocato davvero poco e che il suo utilizzo debba essere limitato a situazioni particolari. Con Marjanovic il rischio è lo stesso e lo si è pagato ancora di più di Baynes. Detroit avrebbe potuto tranquillamente risparmiare parte dei soldi investiti su Leuer e Marjanovic per andare su una backup point-guard di maggiore spessore o semplicemente andare a risparmio nel settore lunghi per mantere un minimo di spazio salariale per la prossima stagione.
INDIANA PACERS: Voto 7
L'obiettivo dichiarato di Larry Bird era piuttosto chiaro: aumentare il potenziale offensivo della squadra e creare un roster che possa giocare ad alti ritmi. Gli arrivi di Teague e Thad Young vanno decisamente in questa direzione, entrambi arrivati via trade sembrano fatti apposta per giocare ad alto ritmo. Dalla free-agency è arrivato soprattutto Al Jefferson con un triennale, parzialmente garantito, da 30 mln di dollari. Jefferson, con ogni probabilità, giocherà sopratuttto con la second unit, ruolo che probabilmente si addice di più alle sue caratteristiche. I dubbi sono legati soprattutto ad una scarsa profondità nel roster in alcuni ruoli (Aaron Brooks è l'unica alternativa a Jeff Teague nel ruolo di play) e alla convivenza tra Monta Ellis e Jeff Teague (tutt'altro che scontata sia in attacco che in difesa) ma a livello di singole mosse Larry Bird sembra aver centrato l'obiettivo che si era prefissato. Adesso starà a Nate McMillan riuscire a trovare la quadratura del cerchio.
MIAMI HEAT: Voto 5.5
La free-agency degli Heat è stata segnata dall'addio di Dwyane Wade, leader indiscusso della squadra. Le motivazioni di Riley sono state giuste nel principio, evitare di strapagare un giocatore di 34 anni e dargli una vagonata di soldi solo per un motivo di riconoscenza. Il problema è che gli Heat e Wade hanno protratto la situazione troppo a lungo, cosa che ha messo Miami spalle al muro, senza avere un reale piano b per il mercato. Era chiaro che la priorità principale fosse rimettere sotto contratto Whiteside, Wade non l'ha presa bene, si è sentito messo in discussione e allora ha deciso di considerare altre proposte. Anche dal punto di vista di Wade il suo ragionamento è logico: dopo anni di 'sacrifici' finanziari per permettere agli Heat di aggiungere altri pezzi, adesso il veterano voleva essere pagato e strappare l'ultimo, presumibilmente, grosso contratto della sua carriera. Whiteside è rimasto con un quadriennale da 98 mln di dollari. Le cifre erano quelle, se Miami avesse offerto di meno, Whiteside probabilmente sarebbe a Dallas. Con l'addio di Wade, Riley ha anche deciso di pareggiare la offer sheet dei Nets nei confronti di Tyler Johnson. Per i primi due anni nessun problema ma dopo Johnson costerà praticamente 20 mln all'anno, un po' troppi per un ragazzo che ha fatto intravedere cose interessanti ma che è ancora da testare con maggiori responsabilità a disposizione. Per il resto si è andato quasi esclusivamente su contratti a breve termine: Wayne Ellington con un biennale da 12 mln (il secondo anno solo parzialmente garantito), James Johnson con un annuale da 4 mln (bene, giocatore che può tornare utile in uscita dalla panchina) e Waiters con un biennale da 5 mln (player option al secondo anno). Waiters non sembra essere il fit ideale da mettere vicino a Goran Dragic ma a quelle cifre si può tranquillamente fare una scommessa senza troppi rimpianti. Buona anche la firma di Willie Reed a cifre davvero ridotte, il lungo ha fatto intravedere delle cose interessanti a Brooklyn. Mentre lascia abbastanza perplessi la trade per Babbitt, anche se è arrivato per pochi spiccioli. Rimane, poi, un grosso punto interrogativo sulle condizioni di Chris Bosh. E qui, purtroppo, si esula dalle questioni di campo e si va oltre perchè la situazione è davvero delicata, con i medici terrorizzati all'idea che Bosh possa avere una nuova ricaduta e rischiare la vita sul campo, e il giocatore che vorrebbe tornare a tutti i costi. Ci potrebbe essere anche l'intervento dell'associazione giocatori. La speranza è che si possa arrivare ad una soluzione condivisa e che soprattutto tuteli la salute del giocatore.
MILWAUKEE BUCKS: Voto 5,5
I Bucks sono stati tra le sorprese del draft decidendo di scegliere un giocatore come Thon Maker alla 10. Il giocatore è un oggetto misterioso per molti e dietro la decisione dei Bucks c'è la forte spinta di Jeff Schwartz, agente con sempre più influenza sulla franchigia (Schwartz è agente di Jason Kidd e ha altri 5 suoi clienti all'interno della squadra). Maker potrebbe essere una scelta molto intrigante in prospettiva futura ma nell'immediato difficilmente potrà dare chissà quale impatto sulla squadra. Certo è che di questo passo i Bucks metteranno su la squadra più lunga della storia. Dalla free-agency i nomi più importanti sono stati Matt Dellavedova, che ha firmato un quadriennale da 38 mln di dollari, e Mirza Teletovic, triennale da 31 mln di dollari. Dellavedova dovrebbe fornire una presenza difensiva di maggiore spessore in cabina di regia e tiro perimetrale, due cose che ai Bucks sono mancate parecchio la scorsa stagione. Teletovic è un altro buon tiratore perimetrale e conosce bene Kidd ma difensivamente è un giocatore assolutamente mediocre e a livello di accoppiamenti potrebbe creare non pochi problemi. Lascia parecchi dubbi anche il rinnovo quadriennale da 50 mln firmato da Miles Plumlee, giocatore che l'anno scorso ha a malapena giocato 14 minuti a gara. Nella prossima stagione i Bucks spenderanno più di 42 mln di dollari sul trio Plumlee, Henson e Monroe, nessuno dei quali finora ha dimostrato di avere le qualità necessarie per essere uno starter solido. Decisamente troppi.
NEW YORK KNICKS: Voto 5.5
Una off-season all'insegna delle scommesse per i Knicks che investono una discreta vagonata di soldi su Joakim Noah e effettuano una trade per una stella 'in decadenza' come Derrick Rose. Entrambe le mosse sono decisamente rischiose. Il quadriennale da 72.5 mln firmato da Noah è eccessivo per un giocatore di già 31 anni e che viene da una stagione piena zeppa di infortuni e problemi fisici. Il contratto è interamente garantito e a salire, altra cosa che non va a favore della mossa fatta dai Knicks. Sul mercato si potevano trovare soluzioni più low-cost che avrebbero tappato il buco lasciato dalla partenza di Robin Lopez, anche a breve termine per poi magari ributtarsi sulla free-agency dell'anno prossimo in cerca di un altro lungo. La scommessa su Rose ha sicuramente meno implicazioni sul lungo termine, visto che il giocatore è in scadenza di contratto, ma rimane comunque una mossa discutibile. Rose viene da una stagione pessima ai Bulls, che solamente in parte è riuscito a risollevare negli ultimi mesi della regular season. L'ormai ex play dei Bulls ha perso gran parte della sua esplosività, cosa che lo rendeva il giocatore straordinario che era prima della serie di infortuni, e ha chiuso la stagione con un dato di win/shares su 48 minuti che fa paura, in negativo, di .008 su una media NBA di .100 (il win/shares è un dato che misura su quante vittorie ha contributo un giocatore sui 48 minuti). Vero che se le cose dovessero andare male, Rose potrà essere scaricato senza tanti problemi ma l'idea di prenderlo per far fare un salto di qualità alla squadra pare sbagliata alla radice, considerando che per prenderlo hai dato via Robin Lopez (sostanzialmente il miglior contratto che avevi a disposizione) e Jerian Grant (la prima scelta dell'anno scorso al quale non è mai stata mai la possibilità concreta di esprimersi. Forse, anzi quasi certamente, non diventerà nulla di più di un discreto backup ma a New York non gli è stata data mezza chance, soprattutto con l'arrivo di Rambis sulla panchina). Continua l'esperienza in maglia Knicks, invece, per Sasha Vujacic che è riuscito a strappare un altro contratto al minimo salariale solo ed esclusivamente per il rapporto che lo lega a Phil Jackson, visto che di motivi tecnici per trattenere un giocatore come Vujacic semplicemente non esistono, soprattutto adesso che con l'arrivo in panchina di Hornacek è crollato anche il mito del 'triangolo'. Buona, invece, l'aggiunta di Courtney Lee, che da finalmente un'opzione solida dal punto di vista difensivo nel ruolo di guardia ai Knicks. Forse sarebbe stato meglio un triennale piuttosto che un quadriennale ma Lee è sicuramente un giocatore che può dare a New York. Interessanti le aggiunte di Kuzminskas e Hernangomez dall'Europa. Il lituano viene da un anno di consacrazione in Europa, è cresciuto tantissimo dal punto di vista della mentalità e delle scelte, difensivamente dovrà fare diversi aggiustamenti ma può rivelarsi un'arma tattica molto interessante. Hernangomez dovrebbe dare profondità al reparto lunghi che dietro a Noah non ha molte altre opzioni, se non Kyle O'Quinn. Confermato anche Lance Thomas che ha fatto vedere delle ottime cose la scorsa stagione con quadriennale parzialmente garantito da 27 mln di dollari. Brandon Jennings sarà la riserva di Rose. Anche l'ex Pistons viene da un infortunio piuttosto serio e il suo periodo ad Orlando non è stato esattamente entusiasmante ma per un anno a 5 mln di dollari può andare più che bene.
ORLANDO MAGIC: Voto 5-
Ecco, riuscire a capire che cosa abbiano in testa gli Orlando Magic pare una missione impossibile. I cambi di direzione fatti dalla dirigenza nell'ultimo anno e mezzo hanno lasciato spiazzati e pongono parecchi interrogativi sulla direzione futura della squadra. L'esperimento Skiles è fallito subito, cosa abbastanza prevedibile quando prendi un coach chiaramente inviso al GM e che ha un tipo di mentalità totalmente diverso da quello del 90% del tuo front office. In panchina adesso è arrivato Frank Vogel, coach che ha fatto un lavoro eccellente ai Pacers. La prima mossa è stata quella di prendere Serge Ibaka dai Thunder in unaa trade a sorpresa. Su questa trade direi che ci sono notizie buone e cattive. La buona è che con l'arrivo di Ibaka i Magic hanno un nuovo miglior giocatore, la cattiva è che il nuovo miglior giocatore dei Magic era ormai diventato il quarto violino dei Thunder e ha solamente un anno di contratto rimasto. I Magic hanno dato via decisamente troppa roba nella trade con i Thunder, sacrificando soprattutto Victor Oladipo, che l'anno prossimo sarebbe diventato restricted free-agent e quindi sarebbe stato ancora sotto controllo 'Magic', cosa che non succederà con Ibaka che sarà unrestricted free-agent e presumibilmente cercherà un aumento di stipendio sostanzioso. Il primo pensiero è stato: ok, hanno preso Ibaka perchè vogliono coprire le spalle a Vucevic, gli mettono vicino un lungo che sa proteggere il ferro. Peccato che poi i Magic abbiano anche deciso di firmare anche Bismack Biyombo con un quadriennale da 72 mln di dollari, mandando in vacca la mia teoria e rendendo il lungo sostanzialmente il giocatore più pagato della squadra (insieme a Fournier). Vucevic continua a dire che non è preoccupato e che lo starter è ancora lui ma considerando i suoi limiti in difesa e il maggiore livello di attività di Biyombo, per il montenegrino si prospetta un ruolo da sesto uomo di lusso. Se poi il giocatore accetterà una tale situazione, è tutto da vedere, ma probabilmente i Magic chiuderanno gran parte delle partite con Biyombo da 5 e non con Vucevic. L'aggiunta di Biyombo porta un altro problema: Aaron Gordon. I Magic lo stavano sviluppando da 4 e adesso, con il contemporaneo arrivo di Biyombo e Ibaka, Vogel ha già confermato che Gordon giocherà da 3, lasciandogli costruire molto dal palleggio. Anche questo è un azzardo da poco, Gordon non è ancora un tiratore neanche lontanamente efficace e non ha mai avuto grosse responsabilità a livello di volume di gioco da creare. Vogel fa già dei paragoni con Paul George ma, al momento, Gordon di cose simili a George ha solamente l'esplosività e la capacità di attaccare il ferro. Le spaziature con Gordon da 3 saranno non semplici da trovare, con i soli Fournier e Ibaka a rappresentare delle reali minacce dal perimetro. I Magic hanno firmato anche Jeff Green con un annuale da 15 mln di dollari, altra mossa difficilmente comprensibile da un punto di vista logico. Orlando l'anno scorso ha praticamente regalato Tobias Harris ai Pistons in cambio di Ilyasova e Jennings, entrambi andati via, e adesso firma un giocatore come Green che non ha neanche lontamente le prospettive future di Harris e che ha tutta la sensazione di un'aggiunta davvero fine a se stessa. Come se non bastasse poi la dirigenza ha deciso di investire quasi 30 mln in 4 anni per D.J. Augustin. A quel punto non conveniva tenersi Jennings come backup di Payton, visto che l'ex Pistons ha firmato per 'due spicci ai Knicks? Inoltre firmare D.J. Augustin con quel contratto non da neanche tutti questi segnali di fiducia nei confronti dello stesso Payton, che dovrebbe essere l'uomo del futuro della franchigia. Abbastanza senza senso anche la trade per Jodie Meeks che ha grossi problemi fisici e che negli ultimi due anni ha giocato solo 63 partite. Fournier è stato trattenuto con un quinquennale da 85 mln di dollari, mossa praticamente obbligata dopo la cessione di Oladipo. Il francese non pare essere una prima opzione ma era comunque l'unico realizzatore di un certo spessore rimasto in squadra insieme a Vucevic. Discreta confusione.
PHILADELPHIA 76ers: Voto 6
La prima off-season di Bryan Colangelo come GM dei Sixers si è svolta senza particolari squilli di tromba. Dopo un draft molto solido con gli innesti di Simmons, Luwawu e Korkmaz (il turco non arriverà subito ma è un giocatore molto interessante e con potenziale), Colangelo ha deciso di tenere un profilo basso in free-agency, senza andare a spendere cifre folli. Dopo un paio di tentativi falliti con alcuni veterani di lusso come Crawford e Ginobili, i Sixers hanno messo sotto contratto Jerryd Bayless con un triennale da 27 mln di dollari e Gerald Henderson con un biennale da 18 mln. Il secondo anno del contratto di Henderson è interamente non garantito, mentre il contratto di Bayless è a scendere. Nessuno dei due aggiunge chissà che cosa alla squadra ma considerando la pochezza del reparto guardie di Philadelphia è comunque qualcosa. Bayless è un ottimo tiratore off the ball e potrebbe dare una grossa mano in un sistema con ottimi passatori dal post come Saric, Simmons ed Embiid. Henderson viene da una stagione con poco spazio a Portland ma è un ottimo professionista ed è cresciuto nell'area di Philadelphia, cosa che a livello di spogliatoio può sempre dare una mano. In cabina di regia dall'Europa è arrivato Sergio Rodriguez, che ha firmato un contratto annuale da 8 mln. El Chacho garantirà sicuramente creatività e ritmo alla squadra, anche se i suoi limiti difensivi sono qualcosa che coach Brown dovrà prendere in considerazione. Ottimo anche l'arrivo di Saric a questo punto, il croato avrebbe potuto aspettare un altro anno e firmare un contratto senza sottostare ai limiti della rookie scale, andando a guadagnare molto di più. Per i Sixers essere riusciti a portlare quest'anno è davvero un'ottima notizia, sia dal punto di vista tecnico che finanziario. Il reparto lunghi è veramente molto affollato e qualcosa prima dell'inizio della stagione potrebbe succedere, con uno tra Noel e Okafor in partenza.
TORONTO RAPTORS: Voto 6
La partenza di Biyombo era nell'aria, considerando che i Raptors non avevano i bird rights e quindi non potevano andare oltre il cap per rifirmarlo. E' rimasto DeRozan con un quinquennale da 137 mln di dollari, anche questa mossa ampiamente nell'aria. Toronto aveva poco spazio di manovra e hanno cercato di fare il possibile con le risorse a disposizione. Per sostituire Biyombo dal draft è arrivato Poeltl dal draft. Il lungo austriaco ha avuto un eccellente carriera al college, era sicuramente materiale da top-10 ma non ha le qualità difensive necessarie per rimpiazzare la presenza di Biyombo sotto canestro. Jared Sullinger, idealmente, andrà a sostituire Scola, finito ai Nets. L'ex Celtics è un altro giocatore che non porta certamente capacità di proteggere il ferro ma ha buone qualità tecniche e ha firmato un contratto annuale, che in caso negativo potrà essere scaricato senza tanti problemi. Dal draft è arrivato anche Pascal Siakam, che dovrebbe dare ulteriore profondità nel ruolo di ala forte.
WASHINGTON WIZARDS: Voto 5
Gli Wizards sembrano l'emblema di una squadra che non sa che direzione prendere. Nella off-season sono arrivati Mahinmi con un quadriennale da 62 mln di dollari, Nicholson con un quadriennale da 26 mln di dollari e Jason Smith con un triennale da 16 mln. Tre lunghi, due dei quali centri, in una squadra dove c'è già Marcin Gortat. Era proprio necessario spendere tutti quei soldi per prendere Mahinmi per fargli fare la riserva di Gortat? Quale sarebbe esattamente la funzione di Jason Smith in questa squadra? Perchè spendere così tanto nel reparto lunghi e poi presentarsi con Marcus Thornton come principale backup di Bradley Beal, che ha dimostrato di avere problemi fisici che rischiano di essere cronici? Insomma, le mosse fatte da Washington, in gran parte, non sembrano portare la squadra da nessuna parte. L'unica nota positiva è la firma di Satoransky con un triennale da 9 mln di dollari. Il ceco è cresciuto tantissimo durante la sua esperienza al Barcelona e fornirà un'alternativa di qualità a John Wall. Arrivato anche Trey Burke praticamente gratis da Utah, una scommessa ma a basso costo, chissà che il nuovo head-coach Scott Brooks riesca a far risvegliare l'ex Jazz. Confermato Bradley Beal con un quinquennale al massimo salariale. Beal è un giocatore di sicuro talento ma i dubbi sulla sua tenuta fisica rimangono, ma non c'erano altri modi se non quello di maxarlo per trattenerlo ancora in squadra.
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