NBA on fire: Karl-Anthony Towns
Il big man da Kentucky sta legittimando la decisione di Minnesota di prenderlo con la prima scelta assoluta nello scorso draft
Alla base di tutto c'è l'infinito potenziale di Karl-Anthony Towns, uno che dopo appena mezza stagione tra i pro ha già convinto tutti. C'è chi parla di lui come dell'uomo che distruggerà la small-ball, altri ancora lo ritengono il big man perfetto per fare reparto da solo ed esser circondato da 4 swingman. Può giocare in post e fare a spallate contro i pochi, veri big man rimasti, ma anche fare pick'n'roll e pick'n'pop, sia in attacco che in difesa. Dalla media è già una sentenza, e probabilmente lo sarebbe anche dalla lunga distanza se giocasse in un sistema meno antiquato di quello impostato da Mitchell.
Sì, perchè i T-Wolf hanno un regista nato per far viaggiare la palla in contropiede, due tremendi atleti come Wiggins e LaVine, e atletismo diffuso anche negli altri ruoli, eppure utilizzano poco e male la transizione (chiudono in questo modo il 12.4% dei propri possessi). In compenso sono il team che sgancia più tiri dalla media x game (27.8, realizzati con un mediocre 38%) , penultimi per volume e ultimi per efficienza nel tiro da tre.
La expected effective field goal percentage è una statistica utilissima per valutare la selezione di tiro di una squadra - per chi volesse approfondire...- e Minnesota è tra le peggiori sia in attacco (guarda caso la migliore e Houston...) che in difesa (oops, gli Spurs al primo posto...).
La scelta di un nuovo coach dovrebbe essere al primo posto nelle priorità del management per la prossima stagione, sarebbe un peccato non dare a questo gruppo la possibilità di esprimere in toto il proprio valore.
Dicevamo di Towns, che di recente ha impressionato più del solito:
Nelle ultime 6 marcia con medie di 20 punti, 11.8 carambole, 3 assist e 2.5 stoppate, il 60% dal campo ed il 90% ai liberi, numeri da videogame....
Qui lo vediamo in azione nella sconfitta di misura contro OKC, nella quale ha aggiornato il suo career high negli assist a quota 5:
L'ex Kentucky è la 'building block' perfetta per tutte le stagioni. La versatilità è la chiave per trionfare nella NBA del 2016, e lui ad appena 20 anni ha già dimostrato di averne da vendere both ends - eh, sì, è già tra i migliori rim protector in circolazione...-
La possibilità di prendere un giocatore come lui è il motivo per cui i 76ers hanno deliberatamente deciso di rinunciare ad essere competitivi per 3 anni.
Minnesota ha tra le mani una pietra rarissima, ed ha il dovere di utilizzarla nel miglior modo possibile.
Non c'è una stratergia perfetta in questi casi, New Orleans una volta preso Davis ha cercato di accellerare il processo e sappiamo tutti com'è andata.
Sbaglaire qualcosa è praticamente inevitabile, però i Lupi hanno il vantaggio di avere tanti altri giocatori con ottime prospettive, nel caso spendibili anche sul mercato.
Il passo più difficile è alle loro spalle, staremo a vedere....