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NBA 13/01/2016, 15.38

538: Le triple irreali di Stephen Curry

La traduzione da fivethirtyeight.com/ su Steph Curry e le sue triple

NBA

Uno dei motivi per cui la stagione 2015-2016 di Stephen Curry è così magica non ha tanto a che vedere con il mero dominio (più che altro il territorio di LeBron James), ma con il fare cose che non ritenevamo effettivamente possibili nella pallacanestro.


La settimana scorsa (inizio dicembre, NdT) abbiamo pubblicato “Stephen Curry Is The Revolution”, un pezzo in cui sostenevo che date le capacità uniche di Curry (in particolare la sua apparente immunità alla pressione difensiva) c’è da immaginare che questi Warriors così storicamente fenomenali potrebbero essere addirittura meglio se Curry si prendesse ancora più tiri, con il limite massimo fissato a un numero ancora sconosciuto.


Ma se l’idea che di Curry non se ne ha mai a sufficienza era nell’aria anche prima di questa stagione, lo Steph versione 2015-2016 è su un altro livello ancora. Non solo è migliorato nelle cose in cui già eccelleva, ma ha anche iniziato a padroneggiare aspetti del gioco che aggiungono nuove dimensioni all’analisi. Per esempio, come ha scritto il mio collega Kirk Goldsberry, ora Curry è uno dei giocatori più efficaci vicino al canestro, nonostante nei primi anni di carriera non brillasse da quella distanza.


Il cambiamento più impressionante nel gioco di Curry è però relativo alla sua gittata, che ora appare improvvisamente illimitata. Se nelle ultime settimane avete passato più di 30 secondi a guardare “SportsCenter”, avrete probabilmente sentito parlare della recente affinità di Curry con le triple assurde, come quella volta in cui ha segnato tre canestri da 9 metri in 90 secondi.


Ed è vero che dei tiri dalla lunghissima distanza di Curry non si parla tantissimo. Nel grafico qui sotto potete vedere le sue percentuali per distanza di tiro nelle ultime due stagioni (per questa analisi mi sono servito delle mappe di tiro di NBA.com, aggiornate al 7 dicembre 2015, sebbene per motivi tecnici potrebbero mancare una o due partite nel calcolo totale; ho poi aggiunto i tiri effettuati da Curry nella partita dei Warriors dell’8 dicembre e nella partita del 12 novembre contro i Timberwolves, quest’ultima mancante nel pacchetto dati di cui sopra).


(via Fivethirtyeight.com)

Le sue percentuali sono migliorate da praticamente tutte le posizioni. In linea generale comunque, più lontano è e peggiori sono i tiri; puoi battere altri essere umani ma non puoi battere la scienza (credo). Tuttavia in rapporto al resto della NBA e al suo passato recente, la curva della gittata di Curry quest’anno è sorprendentemente piatta: tira con il 43% da 8-8,5 metri (26-28 piedi, NdT) e con il 42% dalla distanza compresa tra 8,5 e 13 metri (28-42 piedi, NdT) dal canestro (13 metri sarebbe sostanzialmente metà campo, sebbene la maggior parte dei tiri sia stata presa verso il limite basso di questo intervallo).


Non solo è un fatto anomalo per Curry, ma è anche anni luce fuori dalla norma per chiunque, compresi i grandi tiratori da 3 punti. Per esempio, Kyle Korver è uno dei pochi giocatori che l’anno scorso poteva vantare delle percentuali al tiro migliori di Curry, sebbene con una mole di tentativi nettamente inferiore. Qui sotto potete vedere i grafici comparativi relativi ad allora e ad adesso.


(via Fivethirtyeight.com)

La scorsa stagione Korver ha tirato meglio di Curry da praticamente qualunque distanza. Tra l’altro i due subivano un calo fisiologico delle percentuali con l’aumentare della distanza (anzi, persino leggermente più netto rispetto alla media NBA).


Naturalmente questa stagione Curry ha superato di gran lunga Korver sia in percentuali che in mole di tiri. I 13 bersagli stagionali di Curry dall’intervallo 8,5-13 metri (bomb range) sono più delle triple segnate da quella distanza lo scorso anno da lui e Korver insieme (12).


Che sta succedendo quest’anno? A prima vista, i numeri non sono enormi; in fondo si sta parlando di 13 triple realizzate su 31 tentativi, una percentuale che potrebbe anche essere spiegata con la mera fortuna. Oddio, in effetti ce ne vorrebbe un bel po’, di fortuna: nelle ultime due stagioni Curry aveva segnato il 17,3% delle triple sparate da quella distanza siderale, e se quelle fossero le sue vere percentuali significa che un 13 su 31 capiterebbe una volta ogni 500 anni. Una probabilità di 1 su 500 non è impossibile nello sport, ma avendo visto come Curry ha già sfidato i canoni della pallacanestro, forse è meglio cercare spiegazioni che esulino dall’aleatorietà. Guardatevi per esempio questo interessante pezzetto tratto da Sport Science di ESPN, in cui si analizza la meccanica di tiro non convenzionale di Curry per queste triple siderali.




Di solito prenderei questo tipo di statistiche come un aneddoto divertente, ma il fatto che la maggior parte dei giocatori NBA generi velocità per i propri tiri dalla lunga distanza cambiando il modo di saltare, mentre Curry gestisce tutto con il polso, è esattamente il tipo di comportamento che può spiegare come Curry stia facendo delle cose che prima sembravano impossibili.

Un’altra cosa interessante è paragonare le prestazioni fenomenali di Curry di quest’anno ad altre ottime prestazioni dalla lunghissima distanza del passato. Per fare ciò dobbiamo eseguire suddivisioni ulteriori, perché non tutte queste triple siderali sono create allo stesso modo. Di solito i giocatori NBA sono abbastanza furbi da NON prendersi questo tipo di tiro se non per assoluta necessità. Circa il 68% delle triple lanciate dalla distanza compresa fra 8,5 e 13 metri dal canestro accade quando il cronometro si avvicina allo zero (4 secondi rimanenti o meno). Chiameremo “involontari” i tiri presi in queste circostanze. Qui sotto potete vedere le migliori prestazioni delle ultime tre stagioni relative a questo tipo di tiro.


(via Fivethirtyeight.com)


Si evince che Curry si sta prendendo parecchie triple da ultima spiaggia dalla lunghissima distanza, e le sta segnando con la seconda miglior percentuale assoluta degli ultimi tre anni, nonostante un numero di tentativi cinque volte superiore a quello che il giocatore con la migliore percentuale aveva effettuato nel suo anno di grazia, vale a dire Damian Lillard nel 2013-2014 (il circoletto in alto a sinistra).

Tirare con il 38,5% in queste condizioni è, ovviamente, assurdo (la media della lega è un misero 12%, mentre la media in carriera da 3 punti di Larry Bird, da una distanza normale e con condizioni regolari, è stata del 37,6%). Suggerisce addirittura l’idea che per Curry, indipendentemente da come arrivi il tiro, non esista un numero di tentativi troppo alto.

C’è soprattutto da notare che Curry si sta prendendo “volontariamente” molti di questi tiri, quindi anche quando sul cronometro ci sarebbe abbastanza tempo per preparare un tiro normale.



(via Fivethirtyeight.com)

In tutta la NBA, durante le ultime tre stagioni è stato effettuato un tiro volontario da oltre gli 8,5 metri ogni due partite. Questa relativa penuria ha un senso. Sebbene questi siano tiri “volontari” (quindi presumibilmente il giocatore si sentiva di poter segnare) sono convertiti in punti nel 25,4% delle volte (questo si traduce in 76 punti ogni 100 tentativi, ben al di sotto del livello di efficacia del peggior attacco della storia). Il re incontrastato degli ultimi anni del tiro dalla lunghissima distanza (a dire il vero l’unico altro giocatore a essersi preso un numero considerevole di tiri nelle stagioni complete) è Lillard, che nelle ultime tre stagioni ha sparato 98 triple siderali volontarie segnando il 32,7% di tali tentativi (che si traduce in 98 punti ogni 100 tiri, di tutto rispetto). Curry, dal canto suo, prima di questa stagione non aveva mostrato una particolare predilezione per questa speciale distanza, da cui aveva peraltro percentuali nella media. Oggi tira quasi una tripla siderale a partita, e la percentuale di conversione è del 47,1% (quindi 141 punti ogni 100 tentativi), ben al di sopra di quanto qualsiasi attacco abbia mai fatto in termini di efficienza generale. In altre parole, il tipico tiro volontario di Curry da oltre 8,5 metri dal canestro vale più di un appoggio a canestro della maggior parte dei giocatori.

Si noti inoltre che anche il salto di qualità di Curry rispetto al suo recente passato è impressionante: adesso ci prova tre volte più di prima, ma nonostante questo segna il doppio delle volte rispetto ad allora!

È un miglioramento esaltante, ma la mancanza di precedenti rende ignote le conseguenze. Se Curry è una minaccia credibile dai 9 metri, allora non solo causerà convulsioni alle difese, ma stravolgerà anche l’equilibrio di questo sport in modi imprevedibili. E il mio mezzo scherzo sul fatto che Steph debba prendersi “tutti i tiri” potrebbe improvvisamente diventare un quarto di scherzo.

Tuttavia, per quanto ammiri il talento di Curry, tutto questo DEVE per forza essere troppo perfetto per essere vero. Se uniamo il fatto che nella storia di questo sport non si è mai visto niente del genere e il fatto che Curry stesso non ha mai mostrato niente del genere, abbiamo il prototipo di un fenomeno entusiasmante destinato a ridimensionarsi a livelli terrestri.

Allo stesso tempo però è sempre vero che più assistiamo a cose assurde da parte di Curry e più queste cose si alimentano a vicenda. Tutto è possibile. La cosa certa è che alla fine una cosa verrà smontata: o la tendenza di Curry o lo stesso gioco del basket.

Traduzione di Giacomo Sauro
Articolo di Benjamin Morris
Titolo: Stephen Curry’s Bombs Are Too Good To Be True

© Riproduzione riservata
G. Sauro

G. Sauro

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 11 Commenti
  • ErMinchietta 14/01/2016, 00.41 Mobile

    Articolo fantastico ma ancor di più lo è Curry

  • andrebott 13/01/2016, 21.08

    Articolo stupendo e che fa capire ancora meglio quanto sia impressionante Steph

  • NoMorePain 13/01/2016, 18.40 Mobile

    Amo le analisi americane...e la cosa che mi fa impazzire dello sport è che quando pensi di aver visto qualcuno fare qualcosa di unico ed incredibile sai già che arriverà, prima o poi, qualcuno che ti stupirà ancora di più...perchè i record sono fatti per essere battuti!! Grande articolo!

  • CerrutiBr0wn 13/01/2016, 18.15
    Citazione ( milanoandwarriors 13/01/2016 @ 15:56 )

    a me da un po fastidio il parlare sempre del suo tiro, no ci si focalizza sul fatto che è la migliore guardia come % al ferro, era primo in tutta la NBA poco dopo natale davanti a gente come Griffin, Drummond, DAJ, Lebron etc. o dei suoi handles, ch ...

    quoto, come spesso succede

  • VareseAndThunder 13/01/2016, 18.03 Mobile

    Articolo per veri intenditori :) bellissimo e completo

  • milanoandwarriors 13/01/2016, 16.43
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    semplicemente fisicamente non può reggere come potrebbero altri (westbrook per esempio), quindi si arrangia e ha imparato a fare altre cose utili, come mettersi tra le linee di passaggio, o leggere in anticipo quando deve ruotare. Il tutto è aiutato anche dal sistema che ha implementato Adams, dove si cambia quasi tutto e quindi è difficile che lo si possa battere sul pnr

  • milanoandwarriors 13/01/2016, 15.56

    a me da un po fastidio il parlare sempre del suo tiro, no ci si focalizza sul fatto che è la migliore guardia come % al ferro, era primo in tutta la NBA poco dopo natale davanti a gente come Griffin, Drummond, DAJ, Lebron etc. o dei suoi handles, che secondo me sono quello che lo rende cosi efficace al tiro, con quei palleggi non sai mai cosa potrà fare.


    E altro aspetto da non trascurare: ha trovato un modo per mascherare i suoi evidenti limiti difensivi, cosa che altri "big" tra le guardie non hanno ancora fatto. Con questo non voglio dire che sia un buon difensore individuale, non lo è ora, non lo è stato prima e non lo sarà mai, però è riuscito a diventare un difensore di squadra. E i quintetti con lui in campo sono comunque molto efficienti difensivamente (non per meriti suoi, però almeno non fa danni).

  • 3andDefense 13/01/2016, 15.51 Mobile

    Molto bello