538: Derrick Rose e l’attacco dei Bulls
La seconda traduzione di Giacomo Sauro da 538 parla dei Chicago Bulls e di Derrick Rose
Giovedì scorso, Chicago. I Bulls sono sopra di 4 contro i Clippers e mancano 50 secondi sul cronometro della partita. Derrick Rose, dopo aver temporeggiato con la palla in mano verso il centro del campo per qualche secondo, inizia l’azione quando ci sono 14 secondi sul cronometro dei 24’’. Sfrutta un blocco di Pau Gasol per battere Chris Paul all’altezza del gomito e attacca il lato destro dell’area. Gli si fa incontro DeAndre Jordan, uno dei più atletici protettori del ferro della NBA. Rose però è inarrestabile, avanza dritto verso il lato destro del canestro, salta leggermente e appoggia al tabellone uno splendido runner che manda la propria squadra avanti di 6, con 45 secondi da giocare. Un Rose vecchio stile.
Ecco una dimostrazione dell’insieme di velocità, astuzia, sensibilità e audacia che un tempo gli hanno fatto guadagnare il titolo di MVP. Questa azione è proprio quello che in passato ci si aspettava da Rose una sera sì e l’altra pure: il tiro più importante nel momento più importante di una partita in onda sulla televisione nazionale. Ma azioni del genere (con un Rose che osserva, attacca e affonda) sono una rarità in questa stagione. Rose infatti non è più se stesso; è passivo come non lo è mai stato. Detto ancora più chiaramente, Rose sta giocando male, come cattivo è l’attacco che dovrebbe guidare.
Mentre scrivo i Bulls sono 12-8. Non malissimo a dire il vero, se non fosse che all’inizio dell’anno Chicago sperava di tornare a lottare per il primo posto ad Est proprio grazie a un attacco rinnovato. Quello che invece sta succedendo è che la squadra vince malgrado l’attacco, uno dei più anemici della lega. Al momento infatti l’attacco dei Bulls è 29esimo su 30 per efficienza, con 97 punti segnati per 100 possessi. Dopo 20 partite stagionali Fred Hoiberg, maestro nel ridestare gli attacchi dormienti, sta ancora posticipando la sveglia.
Lo scorso giugno i Bulls hanno ingaggiato Hoiberg anche per far sì che la bestia offensiva della città del vento si risvegliasse. Dopo anni di attacchi soffocati dal sistema di Tom Thibodeau, finalmente l’esplosione della filosofia pace-and-space in una squadra con dei giovani entusiasmanti come Jimmy Butler, Nikola Mirotic, Bobby Portis e, sì, Derrick Rose sembrava destinata a creare scompiglio. Finora non se ne è avuta notizia. Se è vero che il numero dei possessi dei Bulls è passato dall’essere uno dei 10 più bassi della lega a uno dei 10 più alti, la versione odierna dell’attacco di Chicago è decisamente meno efficace di quella di Thibodeau, quando si segnavano 104,7 punti su base 100 possessi e l’attacco era il decimo migliore di tutta la NBA.
Non sembra facile far passare un attacco dal decimo al 29esimo posto se si pensa che i giocatori sono rimasti sostanzialmente quelli. I Bulls ci sono riusciti in parte abbassando il livello di selezione dei tiri. Guardando una loro mappa di tiro ci si accorge che con Hoiberg sono aumentati i tiri dalla media distanza e sono diminuiti i tiri da sotto e le triple dagli angoli. È chiaro che la sola scelta dei tiri non condiziona l’intera efficacia di un attacco, ma è altresì vero che questi cambiamenti sembrano aver contribuito in maniera sospetta alla diminuzione dei punti per possesso di Chicago.
La selezione dei tiri di una squadra non è determinata dal caso. È questa infatti la questione se si decide di introdurre il pace-and-space o un’altra massiccia rivoluzione offensiva a Chicago: la faccia della franchigia è ancora Derrick Rose, e in questo momento quella faccia è rotta. È triste a dirsi, ma quest’anno Rose è tra i giocatori meno efficienti della NBA: il suo player efficiency rating è 9,89, fa parte di quella ristretta cerchia di giocatori il cui win shares su 48 minuti (una stima delle vittorie della squadra a cui hanno contribuito) è negativo, e la curva della sua proiezione CARMELO è piatta come uno stagno. È difficile mettere a fuoco se si ha la faccia a pezzi.
Detta così non sembra essere nessuna novità: il Derrick Rose triste è praticamente un sottogenere degli articoli sulla NBA, perché ormai ci si è abituati al declino di uno dei migliori giovani della lega. Rose e infortuni sono due parole che vanno spesso a braccetto. Questa volta però non si tratta dei noti precedenti al ginocchio, ma del fatto che sta ancora cercando di recuperare la vista ottimale dopo la frattura orbitale subita in estate. È dura tirare nella NBA se non vedi bene. Ecco qui sotto il risultato.
Guardate le zone intermedie. Al suo apice, Rose aveva uno dei piazzati dalla media distanza più efficaci della NBA. Per ora in questa stagione 68 giocatori si sono presi almeno 250 tiri, e di questi Rose è 66esimo per percentuale (fa meglio solo del moribondo Kobe Bryant e dell’acerbo Emmanuel Mudiay). Rose però ha 27 anni e un titolo di MVP alle spalle: il suo gioco midrange dovrebbe migliorare, non peggiorare.
Prendete sennò la zona prossima al canestro. Dei 79 giocatori che in questa stagione hanno tentato almeno 100 tiri entro i 2,5 metri dal ferro Rose è sonoramente ultimo per percentuale. È allarmante, oltre a essere un chiaro indicatore del fatto che è assai lontano dall’essere il giocatore che era. Nel 2010-2011, l’anno dell’MVP, Rose aveva il 54% in quella stessa zona. E prima che pensiate che il calo di percentuale dipenda principalmente dalla perdita di esplosività causata dai ripetuti infortuni al ginocchio e non dalla frattura al volto, considerate che lo scorso anno ha avuto il 55%.
Un altro segnale della passività di Rose sono gli scarsi viaggi in lunetta. Attualmente tira 2,8 liberi ogni 36 minuti, una media che sarebbe la più bassa di tutta la carriera (il che è tutto dire, considerata l’avversione ai contatti dei primi anni). È anche meno della metà dei liberi che tirava nell’anno del titolo MVP, quando ne guadagnava 6,6 ogni 36 minuti. Il che è molto strano, perché quest’anno Rose sta penetrando più spesso. Secondo le statistiche di SportVU, va al ferro 9,5 volte a partita, mentre la scorsa stagione erano 7,2 (ma non abbiamo i dati relativi alla stagione da MVP). Malgrado ciò, i punti per possesso sono scesi da un rispettabile 0,83 a un disastroso 0,58.
Delle prestazioni così deludenti come quelle fatte registrare da Rose in penetrazione possono affossare un intero attacco. I dati di Synergy dicono che Rose gioca un pick-and-roll nel 41,5% dei propri possessi, quando la scorsa stagione lo faceva nel 32,3% dei casi. Non un numero trascurabile se il protagonista di queste azioni non ricava niente di buono. Ciò significa che se anche quest’anno le penetrazioni di Rose terminano più spesso con uno scarico (secondo SportVU il 26,9% di esse, l’anno scorso il 19,3%), le difese non si scompongono e non creano lo spazio necessario per un attacco pace-and-space. D’altronde non ci può pensare sempre un post di Pau Gasol a salvare un attacco che è segnato prima ancora di cominciare.
La buona notizia è che (come avrete notato nel Vine di inizio articolo) Rose giovedì ha giocato la seconda metà di partita senza maschera protettiva, e che dopo aver concluso a secco i primi due quarti ha finito con 11 punti, 2 dei quali grazie al floater che ha chiuso i giochi. Potrà sembrare melenso, ma forse la maschera era il simbolo dell’ultimo contrattempo per Rose, e la sua rimozione significa che può tornare almeno ad avvicinarsi al vecchio Rose, e che Hoiberg può procedere finalmente al risveglio.
Si è molto tentati dal dire che le lacune offensive di Chicago sono causate dalla mancanza di rotta di Hoiberg e del nuovo staff tecnico, ma è anche dicembre e la squadra è 12-8. Molto probabilmente le cose miglioreranno col tempo. L’esperimento ad alto ritmo di Hoiberg potrebbe essere comunque una brutta decisione per questo gruppo, ma se la tua stella non riesce a vedere bene ciò che ha davnti a sé, è difficile distinguere i problemi tattici da quelli di esecuzione. Se la partita di giovedì scorso vale come indicazione, forse i Bulls sono pronti a togliersi la maschera e a tornare a macinare canestri.
Traduzione di Giacomo Sauro
Articolo di Kirk Goldsberry
The Bulls Offense Still Starts And (Especially) Stops With Derrick Rose