NBA on fire: Marcus Morris
I Pistons sono imbattuti dopo le prime tre partite
La nuova Detroit di Stan Van Gundy è la primissima sorpresa della stagione. La vittoria sui Bulls è la terza consecutiva, ed è figlia sopratutto dell'intensità difensiva e del dominio a rimbalzo dei 5 starters (in 61 minuti poco più di 80 punti concessi sui 100 possessi, l'86% dei rimbalzi difensivi ed il 57% di quelli totali). Pur tirando con un rivedibile 41% dal campo ed uno scadente 66% ai liberi, il gruppo ha un plus/minus medio di 10.7. Un impreciso Drummond è risultato comunque fondamentale nella vittoria sotto i tabelloni contro Rose e compagni (grida vendetta l'esecuzione dell'ultimo tiro), e la sua presenza genera comunque spazi per i compagni, tanto che il team in questo inizio ha tirato con il 39% da tre con lui in campo, ed il 20% quando è a riposare di fianco a SVG.
Comunque il top scorer non è lui, e nemmeno Jackson....
Arrivato da Phoenix senza troppo clamore, Marcus Morris ci ha messo veramente poco per entare nelle grazie del suo nuovo allenatore. Dopo tre gare viaggia con medie di 19.3 punti (47% FG, 57% 3P, 66% FT), 7.7 rimbalzi e 2.3 assist, e sta mostrando un fiducia nei suoi mezzi vista raramente durante il periodo in Arizona. Il suo non è un ritmo sostenibile nel lungo termine, non è realistico pensare che continuerà a mandare a bersaglio oltre la metà dei suoi tiri in pull-up, ma le sue caratteristiche di ala versatile sembrano fatte apposta per brillare nel sistema dei Pistons. Da 4 (soluzione usata poco fino ad ora) può portare il difensore a 7 metri dal ferro, da 3 ha quasi sempre un vantaggio fisico sui pariruolo ed è un plus anche come rimbalzista.
La sua partenza sprint ha quasi forzato la mano di Van Gundy, che pur di non privarsene sta dando meno spazio del previsto al rookie Stanley Johnson, un po' in difficoltà dopo una preseason scintillante.
A Est la lotta per gli ultimi posti playoff sarà serratissima, questo inizio vibrante per i Pistons è un passettino nella giusta direzione.