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NBA 08/10/2015, 14.34

Derrick Rose e la maledizione dell’eroe di casa

Nella traduzione odierna da Grantland si parla di Derrick Rose dei Chicago Bulls

NBA

Derrick Rose è il protagonista odierno della traduzione di Giacomo Sauro di un articolo di Grantland. L'articolo è di Jason Concepcion ed ha come titolo "He Is From Chicago: Derrick Rose and the Curse of the Hometown Hero".

 

Era incontenibile. Esplosivo al punto da lasciare i fortunati spettatori a bocca aperta e occhi spalancati. Vi ricordate la schiacciata su Goran Dragic? Rose era una macchia rossa che sprintava per il campo; una macchia rossa che a un certo punto si lancia verso il cielo, alla faccia delle leggi della fisica accelera anche mentre è in aria, contorce il corpo, porta le braccia all’indietro e poi le butta in avanti, con le due mani sul ferro, sopra Dragic. Riatterra a gambe larghe; in mezzo c’è l’arena intera.


Quando la vede, Stacey King, seconda voce delle telecronache dei Bulls, dice la frase (dopo le urla euforiche di rito, naturalmente) che tutti stavano pensando: “Dragic, ma lo sai chi è questo ragazzo? Lui viene da Chicago”.



He is from Chicago’ è la didascalia alla carriera di Derrick Rose. È il concetto dietro ogni suo spot pubblicitario con Adidas, in particolare quello uscito dopo essersi rotto il legamento crociato anteriore durante la prima partita dei playoff 2012. La pubblicità inizia con la voce di Kevin Harlan (“Holding on to his knee... holding on to his knee and down”) e poi mostra varie scene di chicagoani pietrificati dallo shock e con il cuore spezzato, fino a che il suono della riabilitazione di Rose non li rimette in moto piano piano. Se esistono altre pubblicità sportive che hanno giocato sull’infortunio della star, e sugli effetti che l’infortunio ha avuto sulla città, io non me le ricordo. In quel singolo spot abbiamo la dimostrazione di tutta la potenza della leggenda intorno all’eroe di casa.



Il problema di questa leggenda è che nessuna delle parti coinvolte (l’eroe, i tifosi e la squadra) ha una percezione chiara delle altre due. Lo sport professionistico è già una bizzarra combinazione di ragione e sentimento. Esistono dei giocatori che vengono accumulati, valutati in quanto beni societari, impacchettati e venduti come la Tua Squadra. A questo aggiungete la leggenda che si forma fisiologicamente mentre la città assiste alla crescita del campione locale, e presto la leggenda finirà per mettere in secondo piano tutto il resto. Pensate al delirio e alla rabbia scatenati dal ripudio di LeBron James, figlio di Akron, dei Cleveland Cavaliers in favore dei Miami Heat; oppure a come la decennale ostilità fra Isiah Thomas e Michael Jordan sia stata inasprita dal fatto che Chicago, città natale e non solo di Thomas, si fosse innamorata di MJ.

I dettagli del passato di Rose sono ormai arcinoti. È nato e cresciuto nel problematico quartiere di Englewood, nella parte sud di Chicago, un posto di poco più di sette chilometri quadrati in cui nell’ultimo anno ci sono stati 16 omicidi. Brenda, sua madre, e i suoi tre fratelli maggiori fecero sì che non restasse invischiato in faccende di strada. Del padre non si hanno notizie.

Da prospetto di prima fascia, Rose scelse Memphis e coach John Calipari, e portò la squadra fino alla finale nazionale. Lì giocò in maniera incontenibile, come d’altronde aveva fatto nel resto del torneo. I Tigers erano sopra di quattro contro Kansas e mancavano meno di due minuti alla fine; poi tutto evaporò in un turbinio di mattoni ai liberi: prima quelli di Chris Douglas-Roberts, poi, a 10 secondi dal termine e i Tigers sopra di due, quelli di Rose. Successivamente la stagione intera scomparve, annullata a posteriori dalla NCAA quando si seppe che il punteggio di ammissione al college di Rose non era valido, e che quindi Memphis aveva sostanzialmente giocato con un giocatore non iscrivibile. La decisione presa rivela più cose sul mondo alla rovescia della NCAA che non su Rose (nessuno annulla i soldi dei contratti televisivi), ma questo è un altro discorso.

Quando Chicago scelse Rose alla prima assoluta nel draft 2008 (fa sorridere ricordare un mondo in cui ci si divideva tra Michael Beasley e Derrick Rose), l’appena ventenne figliol prodigo si trasformò nell’eroe cittadino: Rookie of the Year nel 2008-2009, una stagione da 62 vittorie, un remunerativo prolungamento quinquennale e poi la vittoria del premio di MVP a 22 anni, il più giovane ad averlo mai vinto.

È difficile immaginare la carriera di Rose se non fosse finito ai Bulls. Se fosse stato preso da Miami, Seattle (!!!) o Minnesota sarebbe comunque adorato nella sua città natale, ovviamente, ma siamo sicuri che, sgravato dalle speranze e aspettative di una città intera oltre che dalla pressione derivante da essere il potenziale salvatore di una franchigia, avrebbe comunque quell’aura intorno a sé? In una qualsiasi città che non fosse Chicago avrebbe giocato 37 minuti di media al suo primo anno? Il suo storico infortuni sarebbe uguale senza i logoranti ritmi di Tom Thibodeau (nei suoi primi tre anni Rose è stato in campo 36,8 minuti di media, più di qualsiasi altro collega di draft)? La lotta per il titolo di MVP 2010-2011 ruotò intorno al dibattito tra i nuovi cultori delle statistiche avanzate, il cui candidato era Dwight Howard, e i tradizionalisti per cui il premio doveva andare al miglior giocatore della migliore squadra, i quali sostenevano Rose; sarebbe riuscito a spuntarla senza lo status di eroe cittadino che lo accompagnava?

In una conversazione su Dwyane Wade, Isiah Thomas o Tony Allen è possibile che la città di Chicago non venga mai nominata. In una su Rose questo è impossibile.

Dopo i molteplici interventi alle ginocchia che gli hanno minato la fiducia, che tipo di giocatore è esattamente Derrick Rose? I Bulls riusciranno mai a prescinderne? Dal momento che si porta dietro l’etichetta del ragazzo di Chicago le risposte a queste domande sono incerte. Recentemente Rose, che nel 2011 ha firmato un prolungamento contrattuale da cinque anni e 94,3 milioni di dollari e il cui contratto 13ennale con Adidas pare ammonti a 185 milioni, ha espresso la schietta volontà di voler essere investito dal flusso di denaro che nelle prossime stagioni confluirà verso le casse della NBA:

Sì, sono andato avanti”, ha dichiarato Rose. “Per tutta l’estate ho pensato unicamente ad allenarmi tutti i giorni e a passare più tempo possibile con mio figlio; solo a queste due cose. Adesso ho in testa la stabilità economica della mia famiglia e vedo tutti questi soldi che girano nella NBA. Sono sincero, so che presto toccherà a me decidere e non lo farò per me, ma per P.J. e il suo futuro. È questo quello a cui penso adesso”.

Senza dubbio delle dichiarazioni avventate, quelle che un professionista esperto non avrebbe rilasciato. Tuttavia sono al contempo delle frasi logiche per un ragazzo che è riuscito ad affrancarsi da Englewood soltanto grazie alla sua capacità di giocare a pallacanestro. Se un giocatore sano può sperare di giocare fino a quarant’anni circa, anno più anno meno, quanti anni ha ancora davanti un Rose con quelle caviglie?

Quando recentemente i Bulls hanno annunciato che Rose si era rotto l’osso orbitale in allenamento la notizia è stata accolta con un misto di sconcerto e scherno (il ritorno è comunque atteso per la partita inaugurale, NdR). L’incidente era l’ultimo atto di un periodo controverso per Rose, dovuto alla denuncia a suo carico per violenza sessuale. Sappiamo tutti come dovrebbe essere il finale per la storia dell’eroe di casa, ma oggi per la prima volta quel finale appare più immaginario che mai. Ci sarebbe da chiedersi se Rose ne sia già consapevole.

“Questa vita”, ha dichiarato Rose nel 2012 riferendosi al fatto di essere una star a casa propria, “non si addice al mio carattere”. Quest’anno scopriremo se è ancora vero.

Traduzione di Giacomo Sauro

© Riproduzione riservata
G. Sauro

G. Sauro

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 13 Commenti
  • Checcochecco 09/10/2015, 10.02 Mobile
    Citazione ( Aronnax 09/10/2015 @ 09:38 )

    A mio modo di vedere quella schiacciata è una delle più belle mai viste, visto che si parla di gesti puramente atletici o quasi, e li rose ha fatto qualcosa di incredibile. Credo poco alla fragilità del fisico, perchè fino al 2012 era sempre r ...

    Sono d'accordo in tutto. Il fattore infortuni è primario,poi però molto probabilmente sono subentrati blocchi psicologici che hanno limitato D-Rose e non gli hanno permesso di tornare ai suoi livelli.

  • Checcochecco 09/10/2015, 09.54 Mobile
    Citazione ( NoMorePain 09/10/2015 @ 09:05 )

    Premesso di fare salvo il fatto che se lo sport che pratichi ti permette di guadagnare decine di milioni ogni anno non puoi lamentarti troppo definendoti sfortunato. Doverosamente inciso quanto sopra... La cosa terribile è scoprire come a volte non ...

    L'avevo già letto quello su Roy,veramente un bell'articolo contornato dai video più significativi della sua carriera. Concordo completamente,purtroppo alcuni tra i cestisti più talentosi(come quelli che hai citato te,e mi riferisco ovviamente a Rose,Roy e Oden)si trovano a combattere contro qualcosa di più grande di loro,cioè un fisico che non supporta il loro smisurato talento. Stiamo parlando di gente che avrebbe dominato per anni la lega molto probabilmente. Roy credo sia uno dei più grandi talenti cristallini che abbia mai visto,maledette ginocchia. Ah e concordo anche sulla tua distinzione tra Rose e Brandon,uno esplosivo e fisicamente dominante,l'altro tecnicamente ha avuto(e avrebbe avuto)pochi eguali.

  • micmavs 09/10/2015, 09.48

    Daje Rose non mollare...Aronnax QUOTO.

  • Aronnax 09/10/2015, 09.38
    Citazione ( Checcochecco 08/10/2015 @ 14:42 )

    Brividi per la schiacciata su Dragic,assurda. Superstar rovinata dagli infortuni,si spera sempre che possa tornare ai livelli che gli competono ma ogni anno viene perseguitato dalla sfortuna di avere un fisico esageratamente fragile. Io ci spero anco ...

    A mio modo di vedere quella schiacciata è una delle più belle mai viste, visto che si parla di gesti puramente atletici o quasi, e li rose ha fatto qualcosa di incredibile.


    Credo poco alla fragilità del fisico, perchè fino al 2012 era sempre rimasto abbastanza sano o quasi, probabilmente ora entrano in gioco molti altri fattori.
    Quando ti fai male in quel modo o riprendi come prima oppure vivrai sempre nella paura.
    La paura non è tanto quella di rifarti male nello stesso posto, ma è il giocare meno duro ogni volta che senti un semplice fastidio. Se magari prima quando il muscolo tirava lui continuava a giocare, ora forse tira la cinghia e rallenta, lo stesso dicasi per qualsiasi altra sensazione che sente.


    Bisogna poi considerare il suo infortunio, non è come Geroge che si è rotto un osso (per dirla in modo semplice), Rose è stato molto più sfortunato e ha un tipo di gioco che si basa quasi esclusivamente sull'esplosività. Geroge almeno ha una gamma di movimenti più vasta e un ruolo decisamente diverso sul campo.


    Tanto per fare un esempio, Westbrook si è fatto male al ginocchio nel 2013, sembrava un nuovo rose, invece è tornato più forte e completo di prima. Probabilmente è uno che non si mette tanti problemi con paure o ansie.

  • NoMorePain 09/10/2015, 09.05 Mobile
    Citazione ( Checcochecco 08/10/2015 @ 14:42 )

    Brividi per la schiacciata su Dragic,assurda. Superstar rovinata dagli infortuni,si spera sempre che possa tornare ai livelli che gli competono ma ogni anno viene perseguitato dalla sfortuna di avere un fisico esageratamente fragile. Io ci spero anco ...

    Premesso di fare salvo il fatto che se lo sport che pratichi ti permette di guadagnare decine di milioni ogni anno non puoi lamentarti troppo definendoti sfortunato. Doverosamente inciso quanto sopra... La cosa terribile è scoprire come a volte non bastino talento e testa per lavorare su tale talento con serietà (e consiglio l'articolo su Brandon Roy pubblicato su "lagiornatatipo") per ottenere una carriera di successo. Serve predisposizione fisica. Se per TMac o Arenas si poteva parlare, oltre che di problemi fisici, anche di attitudine mentale altalenante, per quanto concerne Roy, Rose e ci metto anche Oden, ma diversi gradini sotto, la sorte ha impedito che ci regalassero qualcosa di incredibile, il primo Derrick Rose e il primo Brandon Roy furono l'antitesi reciproca della completa essenza del basket per la categoria esterni, il primo esplosivo e inarrestabile, il secondo tecnicamente superbo. Due lavoratori da palestra infaticabili. Poi crac. Si spegne la luce e cala il sipario. Ma ragazzi, se pur per poco...che spettacolo...

  • andrebott 08/10/2015, 19.44

    Ho paura che la carriera di Rose verrà ricordata come quella di McGrady...comunque la schiacciata su Dragic fa davvero impressione!

  • Rookinho 08/10/2015, 18.17

    Io temo che il vero Rose non lo rivedremo più, avendo subito 3 infortuni di fila..ormai è un giocatore snaturato, che si accontenta di tiri da tre e che come tutti le persone normali tende a non forzare troppo le articolazioni che evidentemente non sorreggono la sua debordante potenza fisica.
    Ho paura che sia alla ricerca del massimo salariale e credo che qualche scellerato il prossimo anno gli proporrà una barca di soldi, ma credo che il suo posto sia Chicago.. Lui è il post Jordan di questa città, lui è l'idolo delle fosse, l'MVP,il simbolo di questi tori (certo, Jimmy è il leader indiscusso in campo ed è giusto sia cosi) ..e da lui dovrebbe secondo me passare qualsiasi futura soddisfazione.. Non vedo per niente bene le tensioni che si sono create nello spogliatoio tra le due superstar, Rose e Butler che lo ha detronato, rubandogli lo scettro di Prima donna in campo.
    Non bisogna esser troppo loquaci per esser delle superstar NBA, partendo da Duncan-Leonard che trovo ne sappiano qualcosa, quindi il carattere introverso e remissivo di Rose non lo porterà mai in conferenza stampa: "I feel confident because i'm the best player in the World..", però come immagine della rinascita sportiva di Chicago tutto passa da Rose..

  • AVS 08/10/2015, 17.50 Mobile

    Coach Thibodeau avrà le sue colpe nella gestione delle rotazioni/minutaggio così come la lega, che causa lockout, ha imposto un ritmo in quell'anno insostenibile obiettivamente parlando, portando poi Rose, ma anche altri giocatori quali Rondo, a problemi fisici seri, però il voler giustificare l'ingratitudine di una persona che è passata dal ghetto a guadagnare legalmente 200M solo di sponsorizzazioni, mi pare eccessivo visto le.possibilità che gli hanno concesso questa città e franchigia.

  • Shaun20andSheed36 08/10/2015, 16.50

    Le sue uscite in sala stampa sono goffe, e non poco...
    Ma ripensando alla sua vita, come dice anche l'articolo è tutto logico, questi ragazzi è normale che abbiano in testa i soldi, lui, a differenza di molti, lo dice!
    Sul fatto che non sia un duro, probabilmente avete ragione, ma su un giocatore così le ginocchia sono incredibilmente importanti, una persona normale, avrebbe paura a saltare da un muretto dell'altezza da cui scende Rose dopo i suoi salti, a distanza di un anno dal suo infortunio.

  • Albo34 08/10/2015, 16.01

    Non lo avrei mai detto qualche anno fa ma ora come ora penso che per lui e per la sua carriera forse sarebbe stato meglio giocare lontano da Chicago, sia per thibodeau sia per le pressioni di essere l'eroe della città, ruolo che mi pare oggettivo lo metta molto in difficoltà e non sia proprio nelle sue corde.
    Questo peso mi sembra emerga sempre più spesso e la frase sulla FA 2017 non vorrei che fosse un segnale che si è un po stufato di ciò e che se in quella FA ci sarà chi gli offre più di Chicago farà più un pensierino ad andar via.


    Da tifoso di Chicago invece non posso dimenticare anni fantastici anche se non sono arrivati anelli... in ogni caso se deve essere un peso vada dove vuole, alla fine è sempre basket

  • Rio 08/10/2015, 14.51 Mobile

    A proposito di Grantland segnalo questo pezzo [ link ]

  • Checcochecco 08/10/2015, 14.42 Mobile

    Brividi per la schiacciata su Dragic,assurda. Superstar rovinata dagli infortuni,si spera sempre che possa tornare ai livelli che gli competono ma ogni anno viene perseguitato dalla sfortuna di avere un fisico esageratamente fragile. Io ci spero ancora ma ci credo ormai poco,una Chicago con Rose e JB al top sarebbe bellissima da vedere.

  • OttoLamphred 08/10/2015, 14.41

    "Essere di Chicago" si intende essere un duro, direi che con Rose non c'entra proprio una seganulla: molto semplice