Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
NBA 23/09/2015, 09.34

Bentornato, Gallo! La rinascita di Danilo Gallinari (1/2)

Zach Lowe di Grantland dedica un articolo a Danilo Gallinari stella dei Denver Nuggets e dell'Italia

NBA

Tornano le traduzioni di Grantland a cura di Giacomo Sauro. La prima parte della traduzione di oggi è un articolo di Zach Lowe su Danilo Gallinari dal titolo "Ciao, Gallo! The Rebirth of Danilo Gallinari (and Maybe the Denver Nuggets)".

 

Danilo Gallinari è ancora qui. È uno degli unici tre giocatori che rimangono dei Denver Nuggets 2012-2013, il bolide NBA da 57 vittorie che, nel mezzo di sublimi momenti di puro caos, sembrava sul punto di ribaltare il cliché secondo cui una squadra ha bisogno di un campione da top 10 per poter arrivare fino in fondo. Gallinari per molti versi è anche il simbolo del collasso di quel gruppo; l’infortunio al legamento crociato anteriore dell’aprile del 2013, qualche settimana prima dei playoff, fu il primo anello di una catena di eventi che in meno di due mesi demolì un’intera squadra.

“A pensarci bene, è stato quello a farci licenziare”, dice George Karl, attuale allenatore dei Kings. Durante il suo periodo sulla panchina dei Nuggets aveva adottato un furbo sistema di run-and-gun perfetto per l’aria rarefatta di Denver. “Mettiamola così: in ben più di un’occasione ho pensato a cosa sarebbe stato di quei Nuggets se il Gallo non si fosse fatto male”. (Naturalmente altri eventi concorsero al crollo della squadra del 2013: i problemi di infortuni per Ty Lawson e Kenneth Faried durante la postseason e l’inizio della crescita di Golden State, che in quell’anno eliminò Denver in sei gare.)

Da quel momento Gallinari si è trasformato nel simbolo di una franchigia senza capo né coda confinata dalle sue stesse azioni nella prigione della mediocrità NBA. Per tutto il 2013-2014 il Gallo è rimasto ai box per via di varie operazioni al ginocchio, ma nel frattempo la squadra cadeva a pezzi: era la apatica e scalcagnata era Brian Shaw. Molti se ne andarono, le sconfitte si accumularono, i guai fuori dal campo portarono Ty Lawson lontano da Denver e Shaw fu esonerato. Quella che un tempo era una squadra tosta, orgogliosa della propria unicità, era precipitata in una inaspettata depressione. Denver sembrò rendersene conto quando scambiò Arron Afflalo e Timofey Mozgov per scelte extra al draft; i Nuggets marciavano verso una totale ricostruzione, e forse anche altri veterani sarebbero stati prossimi alla partenza.

Poi però è successo qualcosa di curioso: dopo la pausa per l’All-Star Game Gallinari ha inanellato una serie di 24 partite in cui ha segnato 19 punti di media con il 44% al tiro (40% da 3 punti) e in cui ha giocato come il jolly ultra versatile che Denver aveva immaginato potesse essere quando lo volle al centro dello scambio che coinvolse Carmelo Anthony (secondo i dati di Synergy Sports, a partire dalla pausa per l’All-Star Game Gallinari era nel 10% dei migliori realizzatori della NBA in quanto a punti per possesso in quasi tutte le situazioni di gioco: pick-and-roll da palleggiatore, pick-and-roll da bloccante, isolamenti, tiri sugli scarichi e canestri in transizione; una circostanza assai rara). Era forte la tentazione di minimizzare il tutto come una primaverile ricerca di statistiche nel contesto di una pessima squadra, ma il Gallo ha continuato a giocare bene anche in estate, fino a portare questo mese la nazionale italiana ai quarti di finale di Eurobasket.

Gallinari potrebbe essere tornato definitivamente, ed ha appena compiuto 27 anni, quindi Denver avrà sicuramente dei benefici dalla sua ritrovata condizione. È anche vero però che il ritorno del Gallo pone alcuni interrogativi sulla franchigia più disorientante della lega. Riuscirà a mantenere la salute fisica? Potrà garantire questo stato di forma per l’intera stagione?

Quando è arrivato nella NBA aveva problemi alla schiena, mentre ora sta guarendo dopo essersi rotto sia il legamento crociato sia il menisco. Tutto ciò che i Nuggets possono fare è dedicargli tutte le risorse che hanno per seguirlo e farlo allenare al massimo, sperando che funzioni.

* * *

Malgrado Denver lo schierasse principalmente come ala grande in quintetti piccoli, di solito con Kenneth Faried da centro, adatti a creare buoni tiri, in campo Gallinari si è spesso affidato a tiri ad alto coefficiente di difficoltà. Il Gallo arrestava la fluidità dell’attacco, leggeva le posizioni e sparava dei piazzati dal palleggio o dopo un jab step.





Il lato positivo: il Gallo può segnare senza battere ciglio molti tipi di tiro, anche quelli che pochi altri giocatori prenderebbero. Immaginate che meraviglie potrebbe fare una volta che Mike Malone, il nuovo allenatore dei Nuggets, abbia avuto il tempo di mettere su (si spera) un attacco a metà campo capace di sfruttare a pieno tutti i 24 secondi.

Il lato negativo: e se fosse stata solo una striscia molto fortunata dopo anni di percentuali altalenanti al tiro? Nella seconda clip qui sopra Gallinari non riesce a superare Derrick Favors, e se non riesce a farlo contro le ali grandi avversarie la sua efficacia come creatore di gioco svanisce presto. Si può veramente fare affidamento a tiri del genere?





Entrambi questi tiri impossibili rappresentano la rara versatilità che rende Gallinari così prezioso. In situazioni di pick-and-roll può essere sia il portatore di palla sia il bloccante, dando vita a così tante combinazioni diverse che le difese non possono mai sapere cosa aspettarsi quando il Gallo ha le pile belle cariche. Può piazzare un blocco per il playmaker, scivolare fuori dall’arco per una tripla e, nel caso il difensore sia lì a negargliela, iniziare un altro pick-and-roll con il centro, a seconda dei casi o Faried o Jusuf Nurkic. Gli avversari saranno portati a cambiare, lasciando al Gallo la possibilità di punire questi cambi.

Nel caso venga marcato da un giocatore più piccolo, come Eric Gordon, il Gallo può partire con la sua versione nowitzkiana: in post all’altezza della lunetta e via. Nel caso a difendere contro di lui sia un lungo, invece, se la gioca fuori dall’area. Quando è in serata ed è marcato dal centro avversario, il Gallo ha la deliziosa abitudine di retrocedere fino quasi alla linea di metà campo, come un triplista che prende la rincorsa per il salto. Se, nella seconda parte dell’azione, il centro retrocedendo fa un passo di troppo per proteggere il ferro da una potenziale penetrazione, il Gallo gli spara una tripla in faccia.

Quando è in forma il Gallo apre buchi nelle difese. Se i difensori esitano anche solo una frazione di secondo prima di cambiare in situazioni di pick-and-roll, ecco che si apre una corsia che porta al ferro, per lui o per il compagno. Quando blocca e poi si apre per la tripla, è così pericoloso che spesso arriva in aiuto un terzo difensore dall’angolo, come evidenzia quest’immagine qua sotto.


Vedete Wilson Chandler libero nell’angolo sinistro? Se gli arriva la palla l’azione dei Nuggets diventa un flipper di scarichi e penetrazioni, come quelli così difficili da contrastare quando eseguiti dagli Warriors o dagli Spurs.

In situazioni del genere, la scorsa stagione Gallinari tendeva un po’ troppo a fermare l’attacco e a giocarsi l’uno contro uno, che di solito terminava con tiri dalla media/lunga distanza. Nonostante ne abbia segnato una buona percentuale, così facendo metteva in secondo piano il suo talento da giocatore completo; perché sa arrivare al canestro con astuzia, grazie all’abile controllo delle spalle e dei piedi, e sa passare bene la palla, facendola passare anche in spazi ristretti. “A volte si fida troppo del piazzato”, afferma Karl. “Ma palleggia bene e sa prendere le decisioni giuste, proprio in linea con la direzione della NBA contemporanea. Una volta era importante eseguire gli schemi, oggi invece bisogna passare la palla e spaziare il campo, facendo in modo che i giocatori più intelligenti siano in posizioni ideali per decisioni rapide. Il Gallo è quel tipo di giocatore”.

In poche parole, il Gallo è l’arma perfetta per l’era del pace-and-space!

Traduzione di Giacomo Sauro

 

 

© Riproduzione riservata
Sportando

Sportando

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 11 Commenti
  • Leo976ers 23/09/2015, 19.15 Mobile

    In qyesti europei L ho visto davvero bene, spesso attaccava il ferro e segna da ogni posizione. Gli auguro di essere in forma tutto L anno e fare una grande stagione a Denver

  • Lele22 23/09/2015, 16.23

    Forza GALLO.

  • axy1984 23/09/2015, 13.39

    Mai avuto problemi di qualità, grinta o impegno, l'unico problema di questi anni sono stati gli infortuni quindi toccata di M... e speriamo bene. Forza Gallo.

  • JayDillah 23/09/2015, 12.58

    Bellissimo articolo....Forza Gallo, quest'anno la consapevolezza dei tuoi mezzi/limiti sarà la tua arma in più!

  • Nimzowitsch 23/09/2015, 12.56

    mi chiedo quanti di uelli che lo criticano sappiano davvero cosa voglia dire riprendersi da un infortunio di quel tipo, oltretutto dopo essere stato fermo un anno e mezzo.
    non e' come premere l'iinterruttore e tornare quelli di prima

  • andrebott 23/09/2015, 12.18

    Dai Danilo, questo sarà il tuo anno! Smentisci anche gli ultimi scettici che incredibilmente e senza alcun senso hanno ancora dubbi su di te!

  • Checcochecco 23/09/2015, 11.52 Mobile
    Citazione ( Ste1990 23/09/2015 @ 11:37 )

    Boh! Giocatore strano per eccellenza, prima dell'infortunio (nonostante chi senza aver mai visto una partita dica il contrario) non brillava assolutamente ne per prendere buone scelte con continuità, ne per ampiezza gioco offensivo. O tiro da 3 O pe ...

    Verissimo,non si è mai consacrato ad alti livelli. Probabilmente l'infortunio gli ha fatto abbassare un po' le ali e gli ha fatto capire cosa sa fare bene e di conseguenza cosa deve fare(mia personale opinione,condivisibile come no).

  • Ste1990 23/09/2015, 11.37

    Boh!
    Giocatore strano per eccellenza, prima dell'infortunio (nonostante chi senza aver mai visto una partita dica il contrario) non brillava assolutamente ne per prendere buone scelte con continuità, ne per ampiezza gioco offensivo.
    O tiro da 3 O penetrazione in terzo tempo, l'avrò visto un trilione di volte schiantarsi contro la difesa e no, non penso che l'infortunio sia così un caso come lo si vuole far passare.
    Recentemente ha invece dimostrato di poter fare tante cose su un campo da basket ( e non ne avevamo dubbi) tutto sta nel capire se ha voglia di farle e se soprattutto troverà finalmente un allenatore in grado di sfruttarlo a dovere

  • Checcochecco 23/09/2015, 10.19 Mobile

    Speriamo sia l'anno della rinascita per lui dopo delle ottime prestazioni in maglia azzurra.

  • Arrestigu50 23/09/2015, 09.55

    Karl dice " Palleggia bene e sa prendere giuste decisioni," è intelligente ... deciso, sicuro ma che cosa vuole di più...