Jazz, il K.O di Exum e le prospettive per la prossima stagione
Un'analisi sul futuro prossimo degli Utah Jazz e sulle possibili conseguenze dell'infortunio di Dante Exum.
Nel corso di questa settimana gli Utah Jazz sono stati costretti a dare un annuncio del quale avrebbero fatto volentieri a meno, ovvero l'infortunio al legamento crociato del ginocchio di Dante Exum, che salterà con ogni probabilità tutta la prossima stagione (anche se non sono stati ancora annunciati dei tempi di recupero precisi). Il giocatore australiano si è fatto male con la sua nazionale e rischia di saltare tutto il suo secondo anno di NBA, che gli sarebbe stato ovviamente molto utile per la sua crescita cestistica.
Exum era stato una delle chiavi che avevano trasformato gli Utah Jazz nella seconda parte di stagione, insieme all'inserimento nel quintetto titolare di Rudy Gobert dopo la cessione di Enes Kanter ai Thunder. Fino alla trade deadline, infatti, i Jazz erano una delle peggiori squadre difensive di tutta la lega ma con l'addio a Kanter e l'esplosione di Gobert tutto è cambiato. La squadra di Salt Lake è diventata in poco tempo la migliore squadra difensiva di tutta la lega, anche grazie ai maggiori minuti concessi a Exum, che aveva rimpiazzato il poco efficace Trey Burke, girando più di qualche bullone in difesa.
L'ingresso in quintetto di Exum nel corso della scorsa stagione hanno dato un'impronta ancora più difensiva al quintetto dei Jazz, visto che il giocatore australiano è ancora piuttosto limitato da un punto di vista offensivo e nei momenti decisivi delle partite la sua presenza in attacco si riduceva a mettersi in angolo ad aspettare eventuali scarichi, lasciando spazio alle giocate di Hayward e Favors. Il fatto che Exum avesse un ruolo limitato in attacco l'anno scorso era però positivo, nel senso che l'australiano era consapevole dei suoi limiti offensivi, lasciando spazio agli altri, cosa che Burke invece faceva molta più fatica a capire.
Perdere Exum per tutta la stagione (o gran parte, come abbiamo detto non sono stati ancora annunciati i tempi di recupero ufficiali) vuol dire perdere una presenza difensiva sostanziale e un giocatore offensivamente disciplinato, tutto quello che Burke non è. Far tornare Burke nel quintetto titolare vuol dire avere un giocatore che non conosce i suoi limiti offensivi, insistendo a prendere un volume di tiri decisamente eccessivo rispetto alle sue percentuali, e un difensore assolutamente sotto la media NBA, anche a causa di limiti fisici. Per questo motivo sarà interessante valutare che tipo di impatto potrà avere Raul Neto, al suo primo anno in NBA. Il giocatore brasiliano può sicuramente fungere da facilitatore vicino a giocatori come Hayward, Hood e Burks. Il brasiliano sa sfruttare molto bene le situazioni di pick and roll, ha una buona visione di gioco e difensivamente può essere meno deleterio di Burke. La sensazione, comunque, è che i Jazz non vogliano farsi prendere dal panico ed impostare trade che magari si potrebbero rivelare deleterie, nonostante l'abbondante spazio salariale a disposizione. Negli ultimi giorni si è fatto il nome di Garrett Temple, giocatore che Snyder conosce bene e che apprezza per la sua mentalità e il suo approccio difensivo. Ovviamente, Temple aggiungerebbe poco dal punto di vista della qualità offensiva ma darebbe a Snyder un altro giocatore in grado di blindare la difesa sul perimetro e che in attacco sa stare al suo posto, senza prendersi responsabilità che non gli competono. Inoltre il giocatore degli Wizards si può prendere senza troppi problemi, ha un contratto in scadenza da 1.1 mln di dollari e gli Wizards sarebbero disposti a lasciarlo andare via (magari per una seconda scelta protetta).
Per sopperire all'assenza prolungata di Exum sarà importante anche il ruolo di Joe Ingles, altro giocatore che nella seconda metà della scorsa stagione ha dato un contributo notevole alla crescita dei Jazz. Il giocatore australiano è un'arma tattica importante in attacco, visto che l'ex Barcellona ha una visione di gioco notevole e ha l'abilità di mettere in ritmo i compagni con passaggi dal perimetro molto precisi. Ingles quando riceve la palla sa già cosa farne e ha già individuato il compagno da mettere in ritmo, spesso ribaltando il lato del campo. In difesa Ingles non ha la velocità di piedi per stare al passo di molti esterni NBA ma è comunque un ottimo "lettore" di situazioni e l'esperienza colma la mancanza di atletismo e di esplosività.
La crescita di Hood negli ultimi mesi della scorsa stagione e il ritorno di Burks saranno altre due armi preziose per cercare di migliorare l'attacco dei Jazz, che nella scorsa stagione faceva spesso fatica a trovare ritmo e viveva soprattutto dell'energia data dalla difensa. Considerando che negli ultimi mesi della stagione scorsa la difesa è stata straordinaria e che ripetere certi numeri per tutta la stagione sarà molto difficile (ipotizzando, quindi, che anzichè essere straordinaria, la difesa di quest'anno sia "solamente" molto buona), è l'attacco che dovrà fare il salto di qualità per garantire ai Jazz un posto nella post-season. Nel finale della scorsa stagione il quintetto formato da Exum, Hayward, Ingles, Favors e Gobert ha prodotto solo 97.4 punti per 100 possessi, numeri non sufficienti per essere davvero efficaci a lungo termine.
La perdita di Exum non è una tragedia dal punto di vista offensivo, il giocatore australiano non avrebbe aumentato considerevolmente i suoi numeri e Utah non ha bisogno di lui come arma principale del gioco. La stella dei Jazz è Hayward e a lui spetterà ancora il compito di creare il gioco di Utah, attaccando il ferro e cercando scarichi per i compagni. E' altrettanto chiaro, però, che qualcun'altro in grado di creare qualcosa in più dal palleggio gioverebbe all'attacco di Utah. Per Burke potrebbe essere l'ultima chiamata, il play ha bisogno di migliorare la selezione di tiro ed essere maggiormente utile per la squadra, cercando di sbattersi di più anche in difesa, dove rimane una "liability" piuttosto importante.
Il francese Rudy Gobert è pronto a prendersi la maggior parte delle responsabilità difensive sulle spalle, continuando il lavoro cominciato nella scorsa stagione. La capacità di proteggere il ferro del lungo ex Cholet è semplicemente impressionante e ha letteralmente cambiato il volto della squadra, rimpiazzando Kanter, che non solo è un pessimo difensore ma potrebbe essere tra i peggiori di sempre ad aver messo piede in NBA (auguri ai Thunder in questo senso, 70 mln per Kanter sono un'assurdità, anche se nella situazione in cui si trova la squadra di Durant non c'erano molte altre chances).
Il vero problema dell'infortunio di Exum è rappresentato dal fattore esperienza. E' chiaro che difficilmente l'australiano avrebbe messo su numeri stellari nella prossima stagione ma avrebbe comunque guadagnato maggiore esperienza e maggiore confidenza in campo. Nel corso della scorsa stagione, infatti, Exum è sembrato spesso spaesato, costretto dalla inesperienza a prendere decisioni sbagliate o affrettate (tantissime volte lo si è visto chiudere il palleggio troppo presto o troppo tardi per poi fare dei passaggi avventati che si trasformavano in una palla persa). Un altro anno in campo, magari con minuti in più, gli avrebbe fatto molto comodo e lo avrebbe responsabilizzato di più, soprattutto in ottica 2016-2017, la stagione nella quale i Jazz potrebbero essere pronti per il grande salto di qualità.
Valutando tutti i fattori, però, Utah sembra comunque avere le carte in regola per giocarsi uno degli ultimi due posti per arrivare i playoffs ad Ovest. I Mavericks si sono parecchio indeboliti nel corso della off-season e l'assenza di una vera presenza difensiva accanto a Nowitzki sembra destinata a pesare parecchio. Portland è andata in modalità ricostruzione e i Suns non sono poì così di livello superiore a Utah. Il settimo o ottavo posto è un obiettivo possibile per la squadra di coach Snyder, soprattutto se la difesa si manterrà sui livelli visti nel finale di stagione e l'attacco riuscirà a fare qualche passo in avanti.
L'infortunio di Exum è una brutta notizia ma non rappresenta una tragedia irreparabile. La squadra può sopperire all'assenza dell'australiano e in caso di bisogno non manca lo spazio salariale per muoversi sul mercato, facendo gli aggiustamenti necessari. Le prospettive sembrano rosee in quel di Salt Lake e la dirigenza ha già dimostrato di sapersi muovere con intelligenza, il grande salto di qualità potrebbe essere meno lontano del previsto.