Mappe mentali, talenti nascosti e protezione del ferro: guida al draft
La traduzione di oggi di Grantland è di un articolo di Andrew Sharp che parla del prossimo draft NBA
Manca davvero poco al draft NBA e la traduzione di oggi da Grantland, ad opera di Giacomo Sauro, parla proprio del grande evento di giovedì notte. L'articolo a firma Andrew Sharp ha come titolo "Mind-Mapping, Sleepers, and Rim Protection: A 2015 NBA Draft Primer".
Di solito si ha più tempo. Finiscono le finali NBA e inizia un piacevole periodo di quiete che permette a tutti di mettersi al corrente delle maggiori vicende relative al draft. Quest’anno però non ce l’abbiamo avuto. Sembra quasi che le finali si siano concluse cinque minuti fa e che il draft inizi fra altri cinque.
Vi sentite impreparati e anzi un po’ indifesi? Ecco la ragione per cui siamo qui oggi. È l’ora di iniziare a macinare, di tuffarci in questo draft e di lasciarci alle spalle i soliti cliché. È l’ora di guardare i filmati di Kristaps Porzingis e simulare di avere un’opinione. Qui di seguito c’è tutto quello che avete bisogno per fingere di saperla lunga in questi giorni di attesa.
1. Le grandi domande
Perché Karl-Anthony Towns sarà la prima scelta assoluta?
Prima di tutto va detto che Towns potrebbe essere l’unico giocatore del lotto a non avere reali punti deboli. In attacco può coprire rapidamente il campo, mentre in difesa sa proteggere il canestro. Può giocare da ala grande o da centro. Sa segnare da sotto ma anche con un piazzato che gli permette di fare il suo gioco anche lontano dal ferro. L’unico vero dubbio riguarda l’atletismo; nel senso, è atletico, ma non è quel tipo di fenomeno paranormale che è per esempio Anthony Davis. E certo che se l’unico lato negativo che puoi trovare in un giovane giocatore di pallacanestro è che non è un fenomeno paranormale non siamo messi male male.
Si potrebbe sostenere con ragione che altri giocatori (D’Angelo Russell, Jahlil Okafor o anche Porzingis) siano i maggiori talenti di questo draft, ma non per i Wolves; per loro Towns è la scelta perfetta. Minnesota può costruire il proprio gioco d’attacco intorno a Andrew Wiggins e Ricky Rubio, mentre Towns sarebbe l’esatta pietra angolare su cui fondare la difesa, senza dimenticare che tra qualche tempo potrebbe rivelarsi altrettanto efficace anche sull’altro lato del campo.
Probabilmente ogni muscolo nel corpo di Flip Saunders gli sta suggerendo di prendere Okafor; dentro di lui si stanno materializzando le fantasie della NBA come era nel 1994, e un instancabile e scafato animale da post sarebbe il protagonista ideale. Tuttavia non scegliere Towns non avrebbe alcun senso: con lui Minnesota può diventare la più divertente e giovane squadra della lega per i prossimi anni. Persino Saunders può riuscire a non mandare tutto a monte; se ce lo continuiamo a ripetere all’infinito magari alla fine diventa vero.
Chi vogliono i Lakers?
Ecco, è qui che il draft diventa divertente.
Di solito le primissime scelte sono incise nella pietra. Quest’anno invece i Lakers possono prendere varie strade.
- Potrebbero assicurarsi Russell e puntare sulla sua trasformazione in un James Harden vol. 2. Per essere dato così alto, Russell non è atletico come ti aspetteresti da una guardia, ma ha una straordinaria sensibilità per questo sport e indossa il numero 0 perché è il numero che indica quanti giocatori sono stati capaci di marcarlo. Se i Lakers decidessero di scegliere Russell come seconda assoluta significa che i Sixers sceglierebbero probabilmente Porzingis, estendendo il periodo di ricostruzione fino al 2023.
- Potrebbero prendere Okafor, vale a dire uno dei lunghi più rifiniti degli ultimi draft NBA, nonché il giocatore probabilmente più adatto a migliorare i Lakers nella prossima stagione. Conseguentemente i Sixers si butterebbero su Russell, diventando tutto d’un tratto una squadra interessante nel presente e non solo nel futuro.
- Oppure potrebbero sorprendere tutti e scegliere Porzingis (che la scorsa settimana si è allenato privatamente a L.A.), lasciando ai Knicks o Okafor o Russell. Tra l’altro in questa ipotesi noi passeremmo tutta l’estate a scrivere fan fiction su Kobe e Kristaps.
Qualsiasi cosa accada, questa scelta determinerà il resto del draft.
Chi è Kristaps Porzingis?
The Zinger! È un lettone di 19 anni e 213 centimetri destinato a essere uno stretch 4. La sa mettere da 3 ma ha anche la taglia e l’abilità per segnare da dentro l’area, oltre a una certa mobilità che gli permette di percorrere il campo con rapidità in entrambe le direzioni. È ancora troppo acerbo, ma molti scout ritengono il suo limite massimo di sviluppo l’unico più elevato di quello di Towns. Danny Chau ne ha fatto una fantastica analisi qui (qui la traduzione, già pubblicata su Sportando, NdT). Un brano esemplificativo:
Porzingis è come un giovane Robin che prova la Bat-Cintura del capo; gli attrezzi ci sono e sono notevoli, solo che la misura ancora non è la sua e non si può dire con certezza se prima o poi la potrà usare con costanza.
Poi la scorsa settimana è anche uscito questo appassionato articolo zeppo di indiscrezioni super favorevoli al buon Kristaps. E naturalmente abbiamo tutti bisogno di un suo video in cui infila tiri in una palestra vuota:
Video: prima esercitazione di tiro per Kristaps Porzingis. pic.twitter.com/ubHqncN0Wv
— Chad Ford (@chadfordinsider) 12 giugno 2015
È meraviglioso. Potete guardare il video qui sopra e vedere la continuazione di Yi Jianlian oppure il prossimo Dirk Nowitzki. In entrambi i casi non ci sarà nessuno che ne sappia abbastanza per smentirvi.
La grandezza del draft NBA risiede nel fatto che si possano compulsare centinaia di analisi e visionare centinaia di video ma alla fine si può solo tirare a indovinare. La grandezza di Porzingis sta nel rendere palese tutto ciò.
Riusciranno i Knicks a sputtanare tutto anche questa volta?
Considerato l’inferno che New York si ritrova puntualmente in casa ogni estate, quest’anno i Knicks non sono messi malaccio.
Potrebbero scegliere Okafor e provare a usarlo come mattone da costruzione a lungo termine, d’altra parte come quarta scelta ha taglia e capacità tali da rendere avveduta la scommessa. Altrimenti potrebbero scegliere Russell, con la possibilità che diventi la prima potenziale stella a New York tra gli esterni dai tempi di... Allan Houston? Oppure Phil Jackson potrebbe decidersi per Willie Cauley-Stein di Kentucky, un Tyson Chandler in erba che l’anno prossimo potrebbe dare una mano ai Knicks come forse nessun altro.
Sicuramente uno di questi tre sarà disponibile quando arriverà il momento dei Knicks di comunicare la scelta. Tra l’altro a quell’ora le squadre prima di loro avranno già preso gli altri pezzi migliori, quindi non ci sarà neanche tanto margine per rimproverarli a posteriori. Incredibile ma vero, giovedì sera New York potrebbe prendere una decisione impossibile da criticare.
Però attenzione, sempre dei Knicks stiamo parlando. Magari prenderanno Emmanuel Mudiay e lo getteranno in un incubo in cui avrà garantita l’impossibilità di sviluppare il suo potenziale. Oppure sceglieranno Mario Hezonja solo per far innervosire Carmelo Anthony. O ancora, esiste almeno un 30% di possibilità che cedano la quarta scelta assoluta, scelgano Frank Kaminsky e sostanzialmente invitino i propri tifosi a presentarsi agli ingressi del Madison Square Garden con le fiaccole e i forconi.
Perché qualcuno dovrebbe interessarsi a questo draft?
Perché Justise Winslow sarà scelto dopo la 5. Di solito, una volta che sono stati presi i primi prospetti, è difficile trovare interesse nel resto del lotto, perché calano all’unisono il talento e il potenziale. Possiamo arrivare a farci piacere chiunque, ma per la maggior parte dei ragazzi scelti dopo la 5 il periodo precedente al draft sarà l’apice della carriera (la stretta di mano di Stauskas resta nei nostri cuori).
Ecco la differenza di quest’anno: la seconda fascia dei giocatori della lottery ha il potenziale per competere con le primissime scelte. Cauley-Stein tra pochi anni potrebbe diventare un’arma difensiva totale; Hezonja invece potrebbe essere la guardia più esplosiva a fare il suo ingresso nella lega da tre anni a questa parte.
E se Stanley Johnson fosse stato costretto a giocare fuori posizione nel tremendo attacco di Arizona? E se magari diventasse un toro dalla doppia dimensione con l’aria del nuovo Glenn Robinson? E se Mudiay finisse per assomigliare più a John Wall che a Brandon Jennings? E se Cam Payne si avvicinasse più a Damian Lillard che a C.J. McCollum?
Poi c’è Winslow, la risposta alla domanda “Chi del draft NBA 2015 ha il gioco più simile a Alvin Mack di The Program?”. Tre mesi fa era dato fra le prime tre, poi alcuni dubbi l’hanno fatto scivolare un po’ in basso, ma la ricompensa potenziale resta pazzesca. Ha l’atletismo di Russell Westbrook nel corpo di Jimmy Butler. Se impara a segnare a difesa schierata può diventare un Kawhi Leonard; però prima deve anche imparare a palleggiare.
Giocatori come Winslow sono la ragione per cui questo draft sarà divertente. Una volta scelti i primi tre inizia la parte interessante. Bizzarra ma interessante.
Detto ciò passiamo agli altri aspetti del draft.
2. Quale sarà la parola più in voga giovedì sera?
Protezione del ferro. Ne ho già scritto a marzo: il valore di una difesa capace di proteggere il ferro non è mai stato così alto. È proprio quello che separa Towns da Okafor. È ovvio che una conseguenza di questa nuova oscillazione dei valori è che qualunque mediocre giocatore sopra i 2,08 sarà venduto come un potenziale protettore del ferro dominante. Myles Turner? Un leone davanti al canestro. Bobby Portis? Il suo gioco non farà girare molte teste, ma è sicuramente uno in grado di garantire rimbalzi e protezione del ferro. Se Hasheem Thabeet fosse di nuovo tra i candidati a essere scelto non faremmo altro che parlare delle sue future imprese in area.
L’altra aspirante alla corona della parola più in voga è la Nuova NBA. Abbiamo appena visto gli Warriors vincere senza un vero centro, e se per caso sperate che questo fatto non venga tirato fuori almeno 25 volte durante la sera del draft, beh ho delle brutte notizie da darvi. La trasmissione di quest’anno potrebbe essere intervallata da scene in diretta di David Lee che chiede l’elemosina; inoltre cambierà la maniera in cui parliamo di chiunque. Trey Lyles per esempio potrebbe non essere in grado di essere l’ala titolare in nessuna squadra, ma nella Nuova NBA magari questo lo rende ancora più prezioso.
3. Non è che per caso ci siamo dati alle mappe mentali?
Potete dirlo forte, fratelli.
Per quelli che credono ancora che Mario Hezonja sia un mistero, questa Scouting Mind Map aiuterà senz’altro http://t.co/oHlHnVZh5c
— EuropeanProspects (@ChristopheEPcom) 19 giugno 2015
BENVENUTI ALLA SETTIMANA DEL DRAFT.
4. Prendiamoci tutti un secondo per immaginare il BlackBerry di Adrian Wojnarowski nelle 96 ore precedenti al draft
5. Alcuni possibili talenti nascosti
Justin Anderson — Ottimo in difesa. Nel suo terzo anno a Virginia ha migliorato il piazzato a sufficienza per farvi pensare che possa fare il grande salto in avanti. Con i suoi 198 centimetri e 103 chilogrammi può plausibilmente marcare tre posizioni diverse, mentre sull’altro lato del campo allarga le difese. Una volta arrivati alla seconda metà del primo giro l’obiettivo è pescare qualcuno con le esatte caratteristiche di Anderson.
Myles Turner — Da una parte Turner ha passato un anno abbastanza tranquillo a Texas, e oltre alla taglia e a una buona mano al tiro sembra ben lontano dallo spaventare qualcuno nella NBA; dall’altra forse non aver dimostrato niente al college è il motivo per cui sarà scelto sul finire della lottery, passerà uno o due anni a irrobustirsi e diventerà mostruoso nello stoppare e nel bilanciare gli attacchi (dio, il draft è grandioso).
Rondae Hollis-Jefferson — Probabilmente uno dei tre migliori atleti del primo turno e forse il migliore in assoluto nel difendere sul perimetro. Immaginatevi Michael Kidd-Gilchrist ma senza le aspettative (e lo stipendio) di una primissima scelta. Non un brutto affare.
Sam Dekker — Il miglior paragone che ho letto per Dekker è stato quando Kevin O’Connor di SB Nation l’ha accostato a Jeff Green. È discontinuo e frustrante, ma nei momenti in cui domina il campo vi scorderete del perché due minuti prima eravate così insofferenti. A un certo punto sembrava che l’onda lunga del torneo NCAA lo portasse nelle prime 10, ma forse sarebbe un po’ troppo. Se però rimanesse lì dopo il giro di boa del primo turno, assicurarsi un altro Green sarebbe un affare notevole.
Tyus Jones — È piccolo e non eccessivamente atletico, ma non vi conviene scommettere contro di lui. Grazie all’abilità nel segnare, nei prossimi anni potrebbe essere la perfetta botta di energia dalla panchina.
Kelly Oubre Jr. — Probabilmente è un Jeremy Lamb, o magari il giocatore che tutti speravano che Jeremy Lamb fosse. Scopriamolo insieme!
6. Altre cinque sottotrame da seguire
I Jazz. Qual è il piano? Hanno Rudy Gobert e Gordon Hayward. Quin Snyder ha trasformato la squadra di quest’anno in una delle sorprese della seconda metà di stagione. Ora i Jazz hanno la scelta numero 12.
Potrebbero scegliere Payne e sperare che sia la guardia che Trey Burke non è mai diventato. O potrebbero provare a inserire la scelta in uno scambio per arrivare a qualcuno tipo Hezonja. O forse la potrebbero cedere in cambio di una guardia con esperienza. Quanto migliori sarebbero i Jazz l’anno prossimo con un Ty Lawson in più? Cosa servirebbe per portarlo nello Utah? Potrebbero bastare due scelte di primo turno più Rodney Hood? Alla fine forse Utah deve rischiare per fare il vero salto di qualità; magari inizierà a farlo da questa settimana.
I Magic e i Nuggets. Solamente scegliendo Hezonja per schierarlo al fianco di Elfrid Payton e Victor Oladipo, i Magic potrebbero passare in un istante dall’essere “una squadra inguardabile zeppa di giocatori male assemblati” a una “droga da League Pass”. Stesso dicasi per i Nuggets nel caso scelgano Winslow per fare coppia con Jusuf Nurkic. Non sono sicuro che insieme possano vincere, ma so per certo che qualcuno perderebbe la vita.
Willie Cauley-Stein. Immaginiamo che non finisca a New York. In questo caso l’ultimo mock draft di Chad Ford lo vedrebbe scivolare direttamente fuori dalle prime dieci scelte.
Sarebbe incredibile. Cauley-Stein ha dei limiti ma è anche l’unico giocatore in questo draft che avrebbe potuto fare la differenza nei playoff appena conclusi. La sua capacità di difendere sin fuori dal perimetro è un’arma già pronta per la NBA.
Se New York dovesse scegliere Okafor o Russell, ci sono buone probabilità che Cauley-Stein possa finire addirittura a Miami o a Indiana. Tutti noi dovremmo fare il tifo per questa eventualità: un Cauley-Stein nei playoff della Eastern Conference sarebbe molto più divertente di un Cauley-Stein a Sacramento.
Il papà di Jahlil Okafor. Per tutto l’anno guardare il papà di Okafor sugli spalti in occasione delle partite di Duke è stato emozionante tanto quanto guardare quello che succedeva sul parquet. Se potete, non perdetevelo giovedì sera. In caso suo figlio andasse ai Knicks dobbiamo convincerlo a mettere subito in vendita queste magliette
Papà orgoglioso (di Jah) pic.twitter.com/I0Fiu820Qg
— Luke Winn (@lukewinn) 7 aprile 2015
I Sixers. Accada quel che accada, Sam Hinkie sicuramente farà qualcosa che (a) dividerà le masse, (b) metterà alla prova la fedeltà dei suoi sostenitori e (c) proteggerà in qualche modo la sua squadra da ogni aspettativa reale. I Sixers potrebbero rimanere sul facile e scegliere Russell, ma credo che ciò che dico è... NON SENTITE ANCHE VOI LA MUSICA DI KRISTAPS?
Traduzione di Giacomo Sauro