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NBA 13/05/2015, 13.57

Benvenuti ai playoff di Tony Allen, The Grindfather

Nella traduzione odierna da Grantland si parla di Tony Allen dei Memphis Grizzlies

NBA

Il mercoledì pomeriggio come ben sapete si traduce grazie a Giacomo Sauro uno dei pezzi di Grantland. Oggi il protagonista è Tony Allen dei Memphis Grizzlies. Ce ne parla Brian Phillips in The Grindfather’s House: Welcome to Tony Allen’s Playoffs. (il pezzo è dell'8 maggio)

 

Vi state godendo i playoff di Tony Allen? È ovvio che lo stiate facendo, è impossibile non divertirsi a guardare Tony Allen quest’anno. È una specie di incrocio fra un lottatore professionista, la spalla di un mega supereroe e il papà di Alla ricerca di Nemo. Nessuno ci crede di più di lui, nessuno è più pronto a ribaltare la propria condizione di sfavorito, nessuno salva di più la propria squadra nel momento del bisogno e nessuno è così teatrale nel lasciare in campo tutto il proprio cuore e la propria anima.


Sappiamo tutti che tipo di difensore implacabile sia, ma si afferra meglio il suo ruolo all’interno dei Grizzlies se lo si osserva quando non è sul parquet. Quando è in panchina si stanca di più di molti giocatori in campo. Non riesce a stare seduto; salta continuamente in piedi, allargando le braccia e urlando alla folla, come se fosse chiamato a scaldare il pubblico in attesa dell’apocalisse. Poi, dopo la partita, in conferenza stampa, sembra essere a un passo dal coma. Ha la voce roca ed è accartocciato su se stesso come un gatto che si è appena giocato l’ottava vita. È così esausto che se una farfalla gli si posasse casualmente sulla spalla (e potrebbe capitare, in fondo è sempre Tony Allen) precipiterebbe dalla sedia.

Non molto prima che gli Spurs perdessero 3-4 contro i Clippers in una delle migliori serie di primo turno di sempre, Gregg Popovich ha pronunciato delle parole sagge: “In questa situazione uno di noi andrà a Houston (per il secondo turno, NdR) mentre l’altro andrà in vacanza. Entrambi preferiremmo andare a Houston, ma anche le vacanze non sono malaccio”. Tradotto: la pallacanestro è solo un gioco. I giocatori NBA hanno delle vite da paura, non facciamo finta di pensare che perdere sia la fine del mondo. Tra l’altro questa è anche una maniera sana e umana di interpretare lo sport. Spero che anche Allen a volte la possa pensare così; magari nei giorni di riposo, oppure il giorno del suo compleanno. Ma durante le partite? L’alternativa per Allen non è tra il turno seguente e le vacanze, l’alternativa è tra il turno seguente e... beh, immaginate il finale di ogni film d’azione mai girato, però con la differenza che i buoni sono stati sterminati.

Gli Alien che emergono dagli stomaci dei turisti a Times Square. Skynet che porta la distruzione a Los Angeles. I cattivi di Matrix che… fanno quello che cavolo provavano a fare. Sono queste le immagini che si succedono a ripetizione nella testa di Allen ogni volta che il suo diretto avversario riceve la palla. Allen gioca a basket nel set permanente di yipee-ki-yay, motherfucker.

Non si può dire che i playoff 2015 siano stati il momento di svolta per Tony Allen, perché non è il tipo di giocatore che ha dei momenti di svolta. Non fa nulla di troppo appariscente: non segna, non schiaccia sul serio e probabilmente detiene il record NBA per “appoggi al vetro facili facili gettati al vento dopo aver intercettato dal nulla una linea di passaggio nella metà campo opposta”. Oltre a tutto questo Allen non può avere un momento di svolta perché sono anni che fa quello che fa, dai tempi in cui giocava ai Celtics, anzi da quando era un ragazzino a Oklahoma State.

Lo scorso anno ho avuto la possibilità di osservarlo a Memphis, da dietro la panchina dei Grizzlies, durante l’assurda serie playoff contro i miei amati Oklahoma City Thunder. Quello che mi ha sconvolto, dalla visuale privilegiata della quale potevo godere, è stato il fatto che Allen era COMPLETAMENTE non cosciente di sé. Non nascondeva nulla e non si preoccupava affatto di come lo vedessero gli spettatori o gli avversari o i compagni di squadra. Che poi è quello che si dice, no? A quello non interessa cosa pensano di lui le altre persone. Ma, onestamente, in quanti casi è realmente così? Sulla faccia di Allen si potevano leggere le sue intenzioni, le si potevano avvertire quasi a livello fisico per quanto erano potenti. Se le tue, di intenzioni, combaciavano con le sue allora era al 5000% un tuo alleato, altrimenti per lui non esistevi. Ha passato la maggior parte di quelle due partite a marcare Kevin Durant, che oltre a essere almeno 12 cm più alto di lui è anche Kevin Durant, non so se mi spiego. Si è dannato, era disposto a tutto pur di fermare KD, al punto che se faceva un errore, se sbagliava il tempo per intercettare la palla, se cadeva per terra o qualsiasi altra cosa, non gli importava per nulla di sembrare un cretino. Non giocava per fare colpo sul pubblico ma per fermare Durant. E lo ha fatto im-paz-zi-re (per esempio in gara 4, vinta alla fine dai Thunder nonostante Durant avesse segnato solo 15 punti con 5/21 al tiro).

Nulla di nuovo sotto il sole. Però, se anche non esplode, come un rookie che continua a infilare buzzer-beater, perlomeno sta incidendo nella NBA come mai prima d’ora. Lo sentite il modo in cui sta intasando Twitter, vero? Prendiamo due momenti rappresentativi della disfida in corso fra i suoi Grizzlies e la testa di serie numero uno, i Golden State Warriors. È probabile che già li avrete visti 250 volte, ma in fondo il senso è proprio quello.

 

Momento n. 1: Tony Allen irrompe per sbaglio nella coreografia di alcuni bambini

Siamo a Oakland, nell’ultima sospensione prima della fine del primo tempo di gara 1, e i Grizzlies sono sotto 61-51. Lo spettacolo in mezzo al campo prevede la Warriors’ Jr. Jam Squad, un gruppo di piccoli ballerini scalmanati. Si sono allenati due settimane per questo e adesso sono lì che lo dimostrano, agitandosi come se non ci fosse un domani, con i sorrisi raggianti sulle loro splendide faccine, quando...

Tokyo, che cosa sta succedendo...

C’è qualcosa che avanza a passi pesanti dal mare verso la fragile città...

OH NO, È...



I tifosi di casa si sono infuriati, ma guardate bene il video: Allen non ha idea di cosa ha appena fatto. In realtà Allen cammina in mezzo al campo durante ogni intervallo. Ha in testa solo il pensiero di tornare a giocare a pallacanestro che neanche vede cosa ha davanti, anche se davanti a sé ha un cerchio composto da ballerini di 7 anni che si impegnano al massimo per fare una bella coreografia.

 

Momento n. 2: FIRST-TEAM ALL-DEFENSE

In gara 2 Allen aveva un microfono sotto la canotta. Tra l’altro mi domando come mai questa non sia una consuetudine; perché Silver non emana un’ordinanza in proposito? Perché dico, prendete una partita qualsiasi, brutta o bella non fa differenza, e aggiungeteci un Tony Allen microfonato: immediatamente quella partita diventa il 20% più interessante, e mi sono tenuto basso.

Prima il microfono lo ha registrato mentre chiamava Mike Conley (che gioca con la maschera dopo aver subito un’operazione chirurgica per sistemare le fratture multiple al volto) “One-Eyed Charlie”. Poi ci sono state quelle 347 volte in cui lo ha registrato mentre urlava “FIRST-TEAM ALL-DEFENSE” per il tempo in cui ha lentamente rovinato la vita a Klay Thompson: lo ha costretto a prendere brutti tiri, gli ha sottratto la palla e gli si è anche tuffato contro per rubargli la palla in un recupero che ha sostanzialmente frantumato il cuore di Thompson in diretta nazionale.



Può un giocatore che è nel secondo miglior quintetto difensivo fare un recupero del genere? Può un giocatore che è nel secondo miglior quintetto difensivo anche solo immaginare un recupero del genere? No, ragazzi. Quello è il recupero di uno che è stato in trincea contro Kevin Durant e ne è uscito con l’autostima immutata. Quello è il recupero di un giocatore che può guardare Steph Curry e dire “non ha nulla che non abbia già visto”. Quello è il recupero di un giocatore sul cui curriculum è scritto FIRST-TEAM ALL-DEFENSE.

La cosa sorprendente non è il fatto che questi momenti siano stati condivisi, discussi e parodiati all’infinito dagli appassionati della NBA, ma il fatto che tutti parlassero di questi momenti come se Tony Allen fosse una star. Quello stesso Tony Allen, il giocatore operaio, lo specialista della difesa, che è nella NBA da dieci anni e che in carriera ha 21,5 minuti e 8,1 punti di media a partita.

Ripeto, non è uno da highlights, anzi probabilmente mettere la palla nel cesto è il suo fondamentale peggiore. Non è un fenomeno atletico come Anthony Davis, né un tiratore raffinato come Steph Curry, né un condottiero temuto come Kobe. Non fa sembrare facili le cose difficili, ma passa la maggior parte del tempo a marcare gente più grande, più veloce e più agile di lui, e ogni volta che ha la meglio si può vedere con chiarezza la fatica che c’è stata dietro. Non vince premi, però tutte le squadre hanno bisogno di un giocatore che faccia le piccole cose, che dia tutto in campo e che aiuti i compagni. Il problema è che di solito questi giocatori non stuzzicano l’immaginazione del mondo del basket. Resta il fatto che il gioco di Allen ha un’eco enorme a Memphis, una città che ha abbracciato la bizzarra natura operaia della sua squadra di meravigliosi disadattati. Eppure, in qualche modo, Allen è riuscito a trovare spazio nella testa o nel cuore degli appassionati di pallacanestro in generale, nonostante quasi nessuno abbia come sogno di giocare come lui.

Voglio dire, pensateci un attimo. Quello che fa Steph è divertente. Quello che fa Klay è divertente. Segnare triple da distanza siderale, penetrare nel traffico, far impazzire le folle: sono queste le cose divertenti. È divertente essere LeBron, ed essere capaci di far rimanere di sasso le difese anche quando non gli si vola sopra. È divertente essere Zach Randolph e farsi largo con la clava per arrivare al canestro.

Quello che fa Tony Allen non è divertente. Difese a uomo criminali, controllo assoluto delle linee di passaggio, volontà di inseguire il diretto avversario da un lato all’altro del campo, capacità di ringhiare per 48 minuti contro i migliori giocatori avversari... niente di tutto ciò è particolarmente divertente. Certo, è roba della quale poter essere fieri, è roba che pesa in una partita, specialmente se si è a Memphis. Tuttavia la canzone che fa sognare i tifosi è “I Believe I Can Fly” non “Sogno di Poter Piazzare il Corpo sulla Linea di Tiro Libero per Inficiare le Percentuali della Squadra Avversaria”.

Il coro di martelli pneumatici nella testa di Allen è arrivato al secondo pezzo. Guardatelo: nonostante il suo gioco sia la ruggine che attacca il metallo, riesce a far risultare assai entusiasmante il suo completo controllo delle zone oscure e intermedie della partita. È il collante assoluto della squadra.

Vi dirò di più, a eccezione della fantastica serie tra Spurs e Clippers, questi playoff stanno girando proprio intorno a queste zone oscure e intermedie. Non è che le altre serie siano state brutte, è che sono state sbilanciate, stridenti, strane. Tutti quegli Hack-A-Qualcuno e quelle partite che sforavano la mazzanotte (nella costa est) perché non si potevano giocare due possessi uno dietro l’altro senza che venisse fermato il cronometro. Poi Atlanta e Houston che hanno perso la bussola nei momenti più strani, e Paul Pierce che ha il potere di far liquefare il cervello alle altre persone solamente con la sua presenza, come una versione più cattiva del video di Infinite Jest. Questi playoff si stanno dimostrando l’ambiente ideale per esibire tutto il lato più ruvido, sporco e tosto della NBA. In poche parole l’ambiente ideale per le capacità di Tony Allen, prova ne è il fatto che mentre tutti gli altri sono diventati inguardabili o quasi, lui è sempre più godibile.

[…]

Benvenuti ai playoff di Tony Allen. Se non fosse inimitabile tutte le squadre avrebbero bisogno di un giocatore come lui.

Traduzione di Giacomo Sauro

© Riproduzione riservata
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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 21 Commenti
  • iggy89 14/05/2015, 23.48
    Citazione ( Corgandre 14/05/2015 @ 23:38 )

    Questi articoli spaccano sempre un sacco, dopo me lo leggo!

    tra l'altro la fonte è grantland. una garanzia..

  • Corgandre 14/05/2015, 23.38 Mobile
    Citazione ( iggy89 14/05/2015 @ 23:37 )

    leggitelo se riesci Corgandre

    Questi articoli spaccano sempre un sacco, dopo me lo leggo!

  • iggy89 14/05/2015, 23.37

    leggitelo se riesci Corgandre

  • iggy89 14/05/2015, 23.36

    bellissimo articolo che ha inquadrato bene l'immagine di un giocatore che stravedo....
    per me rimane il miglior difensore puro 1 vs 1 sugli esterni, il miglior difensore dell'anno dovrebbe vincerlo lui!!

  • andrebott 13/05/2015, 22.45 Mobile

    Uno scandolo che non abbia mai vinto il DPOY! Uno di quei giocatori che si vorrebbe sempre avere nella propria squadra

  • sciak 13/05/2015, 21.47
    Citazione ( davide182 13/05/2015 @ 19:17 )

    non sa schiacciare? beh ne ha tirata giù una contro jamison nel 2010 da paura... e ce ne sono altre. dopo questa piccola parentesi vorrei dire che per me è il miglior difensore della lega, leonard, green, butler compresi. difende su 3 ruoli in modo ...

    è il miglior difensore perchè difende tutti i giocatori di tutti ruoli più difficili da arrestare tranne il centro, ma soprattutto perchè quelli che hai citato te hanno un corpo adatto alla difesa: chi è grosso chi ha delle braccia smisurate...lui che ha di così particolare? Hai visto come insegue e strappa la palla a klay? in una lega dove l hard work è un must, lui ha portato la dedizione alla difesa ad un next level...solo che nessuno lo prende come esempio e per i suoi comportamenti viene giudicato come un fuori di testa, quanto lo adoro però

  • Bombei12 13/05/2015, 20.14 Mobile

    Tony, un Celtic dentro per sempre!

  • davide182 13/05/2015, 19.17

    non sa schiacciare? beh ne ha tirata giù una contro jamison nel 2010 da paura... e ce ne sono altre.
    dopo questa piccola parentesi vorrei dire che per me è il miglior difensore della lega, leonard, green, butler compresi. difende su 3 ruoli in modo sublime. in attacco è limitato nel tiro da fuori, ma sa andare in contropiede ed è sopratutto un giocatore intelligente. fa quasi sempre la scelta giusta al tiro... quindi quei limiti vengono poi smorzati.

  • OlimpiaArmaniJeansMi 13/05/2015, 18.42

    DIFENSORE SUBLIME !!!!

  • Memgrizz 13/05/2015, 18.38 Mobile

    Stanco morto dopo una giornata di lavoro, torno a casa e mi leggo questo stupendo articolo su Tony il vero guerriero..dai che stasera si vince dai dai dai

  • BlackMamba93 13/05/2015, 16.31

    fra l'altro è l'unico giocatore che mi ha "obbligato" a cambiare l'avatar. già questo è un risultato eccezionale XD

  • BlackMamba93 13/05/2015, 16.30

    con tutto il rispetto ma come si fa a dire che il suo modo di giocare è noioso? uno che ti sta sempre come una pezza al c..o, che infiamma il pubblico di casa e che soprattutto da una carica mostruosa ai giocatori perfino dalla panca è sol da ammirare. è uno scandalo che non abbia ancora vinto il DPOY. PS First team all defense

  • Jaco91 13/05/2015, 15.30 Mobile

    Lo adoro!! Difensore pazzesco con attributi di ferro

  • Gil10Sba5 13/05/2015, 15.14 Mobile

    Quanto mi piace sto giocatore, stamina adrenalina e volonta' in quantita' industriali. Grandissimo Tony!

  • Fenixwing 13/05/2015, 14.52 Mobile

    Ci vorrebbero più Tony Allen...poi come si fa a dire che non è divertente, giocatori così sono entusiasmanti, Lilsap che é una copia formato tascabile é un idolo, e vederli giocare così è contagioso. #GrindAllTheWay

  • aboutblank 13/05/2015, 14.48 Mobile

    Tony contro tutti

  • milanoandwarriors 13/05/2015, 14.37 Mobile

    The brickfather :) e stasera fa 8/10 da tre sicuro lol

  • ADema92 13/05/2015, 14.32 Mobile

    Bello bello bello

  • CrestPE 13/05/2015, 14.31 Mobile

    Nice hand:)

  • GnG50 13/05/2015, 14.31

    Chapeau!