Sportando NBA Award 2015: MVP
Cominciano i triplici award di Sportando. Si parte per l'MVP NBA.
Cominciano gli award di Sportando sull'NBA. Come lo scorso anno riproponiamo la scelta ripartita in base ai nostri tre giornalisti in materia NBA, che a turno danno la loro preferenza, data l'impossibilità a trovare un punto di vista comune.
DARIO SKERLETIC: JAMES HARDEN
Più volte durante la regular season abbiamo cercato di trovare ‘il’ candidato ideale per questo prestigioso premio individuale. Come per tutti gli NBA award, la scelta è molto soggettiva, ancor di più quando non c’è un dominatore assoluto come il LeBron delle ultime annate. Se consideriamo A il supporting cast e B i risultati, James Harden dovrebbe essere al top. L’ex Arizona State ha portato i suoi Rockets a lottare per il secondo posto nella Western Conference, nonostante la lunga serie di infortuni che ha colpito praticamente ogni atleta della rotazione.
La superstar ideale per la Moreyball, è ai massimi in carriera per Assist Percentage (34.5), PER (27) e Usage (31.4%), quando riposa l’attacco dei Rockets peggiora di 14 punti ogni 100 possessi, in isolamento ha dati migliori di quelli di LeBron James, nonostante sia il giocatore NBA che ha chiuso più possessi in questa determinata situazione. Tutto questo essendo di fatto anche il regista del suo team, sui suoi passaggi anche Josh Smith (!!!!) tira con il 40% da tre….
ORAZIO CAUCHI: RUSSELL WESTBROOK
So già che si scateneranno molte polemiche al solo sentire accostare il nome di Westbrook al titolo di MVP ma sarà che mi piacciono le cause perse...che volete che vi dica. Analizzare un giocatore come Westbrook è sempre molto difficile, perchè il confine tra giusto o sbagliato, nel suo caso, è sempre molto sottile. Gioca con un livello di energia e di agonismo tale che spesso arrivi a temere per la sua stessa incolumità, ma tanto gli rimbalza addosso qualunque cosa. La stagione che Westbrook ha giocato quest'anno ha dell'incredibile, non si tratta solo dei numeri o delle triple doppie realizzate (che sono comunque impressionanti), si parla della reale capacità di questo giocatore di rendere l'impossibile...possibile.
Sul web e sulla carta stampata gli haters di Westbrook si sprecano (chi ha detto Gazzetta dello Sport?) ma spesso si tratta di critiche piuttosto sterili e gratuite, che vengono smentite dai fatti. Spesso Westbrook viene accusato di essere un giocatore troppo egoista e poco intelligente cestisticamente ma Russ ha un indice di assist ratio di 22.1 e un assist percentage di 43.5% quest'anno, in assoluto al top della lega. Un'altra critica che spesso gli viene mossa è quella di tirare troppo e male ma la sua true shooting percentage (la percentuale che da maggiore peso al tiro da tre punti) è del 53.6%, decisamente sopra la media NBA. In una stagione dove la squadra è stata bersagliata dagli infortuni (Durant ha giocato solo 27 partite, senza parlare dei vari Ibaka, Collison e compagnia) è riuscito a tenere in corsa per i playoffs i Thunder, che senza di lui, oggettivamente, sarebbero fuori da ogni discorso playoffs già da tempo. Con lui in campo, l'attacco dei Thunder viaggia a quasi 110 punti per 100 possessi, tutto questo in contumacia Kevin Durant, probabilmente il miglior scorer che esista sulla faccia della terra. Molti continuano a dire che nella loro squadra ideale preferirebbero un “playmaker vero” piuttosto che uno atipico come Westbrook (potremmo aprire un lungo discorso su play vero o play atipico, mi limito a dire che se pensate che Chris Paul sia un “play vero”, allora siete parecchio fuori strada), ma resta il fatto che Russ lascia parlare sempre e solo le sue prestazioni e che quest'anno quelle prestazioni hanno permesso ai Thunder di tenersi a galla, nonostante la sequela impressionante di infortuni. “Eh...ma è un giocatore da campetto, non può mica condurre una squadra da titolo, non coinvolge mai i compagni” (cit.). Come se Westbrook fosse l'unica guardia in NBA a vivere di “hero ball” nei momenti che contano (Chris Paul, giusto per tornare sull'esempio di prima, è l'emblema dell'hero ball ma poi passa sempre per il buono della situazione, nonostante sia anche uno dei giocatori più odiati da tutti i compagni di squadra che ha avuto, ai livelli di Kobe). Fin quando Durant e Westbrook sono stati sani, i Thunder hanno perso nei playoffs solo contro le squadre che avrebbero successivamente vinto il titolo, non mi sembra proprio poco. Se a tutto questo aggiungete il fatto che il coach di Westbrook non è un genio della tattica e che spesso il supporting cast ha abdicato prima dell'arrivo a causa di infortuni e problemi vari, vi rendete davvero conto di quanto le prestazioni di Westbrook siano impressionanti, sotto tutti i punti. O lo si ama o lo si odia, probabilmente rientro nella prima categoria. #LetRussBeRuss
ENEA TRAPANI: JAMES HARDEN
Quando si optò per premiare l'MVP lo scorso anno per la Serie A, la scelta cadde su Brad Wanamaker per un preciso motivo: era il giocatore più decisivo nell'economia della squadra in rapporto al supporting cast con cui si trovava a condividere la stagione; in un più semplice concetto “era il giocatore che più di tutti pesava nel campionato nel risultato della sua squadra”.
Fedeli a questo concetto quest'anno l'MVP dell'NBA è assolutamente di James Harden. Harden non rompe nessun record, non batte il numero di triple in una stagione regolare come Curry, né fa va in doppia cifra di triple doppie come Westbrook. Però si tratta del giocatore che più di tutti influisce nell'economia dei risultati della propria squadra.
I Rockets sono saliti al secondo posto in una conference difficilissima, giocando un basket nel quale “il Barba” è l'assoluto protagonista, nonché quello che fa pentole e coperchi. Lui si dimostra decisivo per il risultato della squadra anche in assenza di giocatori chiave a fianco (perso Parsons in estate, perso Howard per un lungo periodo nel momento nevralgico della stagione e con un supporting cast non sempre all'altezza come un Beverley regredito o incapace di garantire continuità a causa di infortuni a catena), cosa che Westbrook non riesce a fare per sua natura (i Thunder senza Durant sono una squadra che lotta per i playoff e non per il vertice) e per quanto concerne Curry non possiamo saperlo (anche se sospettiamo per sue caratteristiche di gioco che sia in grado tanto quanto James), ma si tratta pur sempre di un giocatore che gioca nella migliore squadra del campionato (che probabilmente anche senza di lui sarebbe altamente competitiva per profondità e talento). Harden ha anche la dote, che non ha ad esempio Westbrook e che invece ha Curry, di migliorare i suoi compagni: Josh Smith (vedere il post di Dario) segna con il 40% dall'arco sui suoi passaggi; senza i suoi passaggi non arriva al 30...
E' abbastanza indicativo, ma se serve ci sono altri numeri a supportare la tesi del perché lui sia l'MVP:
-miglior marcatore
-miglior giocatore per Win Shares
-primo in tiri liberi tentati e realizzati
-rendimento costantemente altissimo nonostante sia anche il giocatore che gioca più minuti in NBA
Tutto questo chiuso con 27.6 punti, 5.7 rimbalzi, 6.9 assist, 1.9 rubate e 0.7 stoppate...un ruolino quasi LeBroniano...ma Harden non ha il fisico di LeBron e questo lo mette in una posizione ancora più di forza per la lotta al titolo, di uno che con numeri come questi ne ha vinti già cinque.
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