NBA on fire: Isaiah Thomas
Boston è tra le squadre della eastern Conference in lotta per un posto playoff
In molti hanno storto il naso dopo che Danny Ainge ha dato l’ok alla trade che ha portato Isaiah Thomas, Jonas Jerebko e Gigi Datome a Boston in cambio di Tayshaun Prince, Marcus Thornton e una prima scelta 2016.
Il motivo è presto detto, Isaiah Thomas (il ‘pezzo forte’ della trade) gioca nello stesso ruolo di Marcus Smart, uno dei giovani su cui i verdi puntano per il futuro, ed ha un contratto garantito (anche se a scalare) per altri 3 anni. Se è stato preso sacrificando spazio salariale e una prima scelta, evidentemente c’è posto anche per lui nella squadra che Ainge e Stevens hanno in mente.
Dal suo arrivo i Celtics hanno vinto 6 partite su 10, e sono tornati in corsa per un posto playoff.
L’ex playmaker di Kings e Suns ha contribuito con 21.4 punti (41% FG, 34% 3P, 87% FT), 5.4 assist ed un notevole +5.1 di plus/minus medio in appena 27 minuti, risultando spesso decisivo specialmente negli ultimi 12 minuti:
Nessuno in NBA ha segnato di più nel quarto conclusivo dalla pausa per l’All Star Game, 8.9 punti in 8 minuti con il 46% sia da due che da tre, oltre al 90% dalla lunetta. Da inizio stagione invece solo LeBron James e Dwayne Wade hanno fatto meglio...
Per play type ha realizzato 1.04 punti per possesso negli 80 pick’n’roll che ha concluso in maglia Celtics, e anche in situazione di isolamento viaggia a ritmi da top della lega (1.11 PPP), ma su un volume di tiri minore (35 totali). Tutti dati che bissano quelli ottenuti con i Suns (oltre il 70 percentile nelle due play type).
La sua natura di attaccante aggressivo dalla panchina è perfetta per complementare l’atteggiamento più compassato di Marcus Smart, che in attacco non è ancora riuscito a ‘sciogliersi’. Per player tracking, sia l’ex Oklahoma State che Avery Bradley tentano meno di due penetrazioni per partita, mentre Thomas ne ha già 101 in 10 gare.
In difesa con quel fisico subirà sempre in determinate situazioni, ma Smart (0.63 punti per possesso concessi difendendo sul ball-handler nel pick’n’roll, 85.1 percentile….) e Bradley sono più che adatti ad aiutare Stevens a ‘nasconderlo’ sull’avversario meno pericoloso.
Se Boston dovesse riuscire a centrare un posto tra le prime 8 ad est, la sua candidatura a ‘miglior sesto uomo’ guadagnerebbe ulteriore peso. Al momento solo Jamal Crawford ha una media punti migliore della sua uscendo dalla panchina.
Considerando anche il cap che salirà vertiginosamente nei prossimi anni, per i Celtics l’arrivo di Thomas è un passo in avanti nella costruzione del team del futuro. Mancano almeno una small forward e un big man di alto livello, ma i giovani crescono bene, e in panchina ad allenarli c’è un fenomeno vero….