Rinascita dei centri. Il Ragno: Alex Len, Phoenix Suns
La seconda parte dell'analisi è dedicata al centro dei Suns, Alex len
Il Ragno: Alex Len, Phoenix Suns
Già siamo a due giocatori internazionali. A dire il vero tutti i giocatori di cui si parlerà qui sono cresciuti fuori dagli Stati Uniti. Ci sono molti giovani centri americani che stanno alzando il proprio livello (Andre Drummond, Mason Plumlee, Hassan Whiteside), ma tra chi tiene le redini delle squadre iniziano a girare teorie sul perché molti centri di nuova generazione arrivino dall’estero.
Quella più accreditata se la prende, al solito, con la AAU, e con il fatto che i centri USA crescano in squadre dai ritmi frenetici in cui possono sognare di segnare moltissimi punti a partita. I loro omologhi internazionali, invece, iniziano subito a sorbirsi la gavetta, apprendendo in questo modo presto l’arte del ruolo.
Difficile giudicare se non si fa lo scout di mestiere, ma, se la tendenza rimanesse questa, varrebbe la pena approfondire.
Len è un Gobert più magro e con le mani più morbide. I Suns hanno iniziato a crescere quando Jeff Hornacek ha deciso di schierarlo in quintetto al posto di Miles Plumlee. “Non è stato un caso”, dice Ryan McDonough, GM della squadra..
Su 36 minuti Len piazza circa 23 blocchi sulla palla, appena al di sotto di Gobert, e se ha spazio può andare a canestro con esplosività.
Si affida forse troppo al piazzato dalla media dopo il pick and pop, ma le sue mani stanno migliorando, e immaginiamo che non debba essere semplice per un giovane trovare il giusto equilibrio sul pick and roll con dei cani sciolti offensivi come Goran Dragic, Eric Bledsoe e Isaiah Thomas. A questi piace prendere il blocco da una parte prima di sterzare e andare nella direzione opposta, facendo temere a Len di scontrarsi con loro se dovesse tagliare dritto verso canestro.
Len si dà da fare sotto i tabelloni in attacco ed è bravo a farsi trovare per lo scarico se un compagno penetra. Sembra anche avere già una buona sintonia con l’altro lungo, Markieff Morris.
Ora come ora Len gioca di rapina, diciamo. E devi essere veramente bravo per avere successo con questo gioco nella NBA se sei alto 2,16.
In difesa Hornacek sfrutta la mobilità di Len per difendere i pick and roll lontani dal canestro.
“Non è stata una scelta apprezzata al tempo, ma noi dello staff non abbiamo avuto dubbi”, dice McDonough. “È raro trovare qualcuno così alto e con quella mobilità”.
Non domina ancora nella protezione del ferro, ma i Suns sono più rognosi con lui in campo. Len è bravo a concentrarsi sulla palla per non cadere nelle finte e, se ruota coi tempi giusti, sotto canestro è un problema per tutti.
I Suns si aspettano che diventi un giocatore offensivo più completo, ma sono comunque contenti dei progressi. “Chi non osserva con attenzione non capisce che bisogna essere veramente duri per segnare dal post”, dice McDonough. “Alex ha solo 21 anni. Si rafforzerà e inizierà a farsi rispettare spalle a canestro”.
1. IL MURO. RUDY GOBERT, UTAH JAZZ
2. IL RAGNO. ALEX LEN, PHOENIX SUNS
3. IL BULLO VECCHIA SCUOLA. JUSUF NURKIC, DENVER NUGGETS
4. L'INFILTRATO SILENZIOSO. STEVEN ADAMS, OKLAHOMA CITY THUNDER
5. IL VELOCISTA. GORGUI DIENG, MINNESOTA TIMBERWOLVES
Traduzione di Giacomo Sauro