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NBA 28/01/2015, 13.49

Come i Blazers potrebbero sopravvivere all'assenza di Aldridge

Traduzione in italiano di un articolo di Zach Lowe dal titolo "PDX Problems: Can the Blazers Survive LaMarcus Aldridge’s Absence?"

NBA

Dopo la "traduzione zero" pubblicata lunedì, continua la traduzione dei pezzi del famoso sito Grantland.com.

Il pezzo in questione a firma Zach Lowe, pubblicato lo scorso 23 gennaio (PDX Problems: Can the Blazers Survive LaMarcus Aldridge’s Absence?) è stato tradotto tra l'annuncio dei Portland Trail Blazers dell'operazione di LaMarcus Aldridge che lo avrebbe tenuto fuori per quasi due mesi e la decisione dell'ala di giocare nonostante il problema fisico. Aldridge ha detto che il suo obiettivo è quello di giocare fino a fine anno per poi operarsi. Quindi il pezzo sotto tradotto perde un po' della sua attualità ma abbiamo comunque deciso di pubblicarlo dato che tanti sono gli spunti affrontati da Lowe.

 

Ecco perché è importante che Portland abbia battuto Oklahoma City due volte senza Kevin Durant (una di queste due partite gettata alle ortiche dai Thunder con uno sciocco tecnico di Russell Westbrook e una apparente dormita collettiva per uno degli ormai classici tiri decisivi di Damian Lillard).

 

Ecco perché è importante che Lillard fosse caldissimo a San Antonio e abbia regalato ai suoi una insperata vittoria in trasferta dopo tre supplementari.

 

Ecco perché è importante, purtroppo per i Trail Blazers, che un rimbalzo fortunato all’ultimo secondo abbia aiutato dei non eccelsi Celtics a strappare una vittoria a Portland la scorsa notte.

 

Nella Western Conference ogni partita è importante. Ottieni 31 vittorie su 44 gare e rischi ancora che un singolo grave infortunio renda l’accesso ai playoff non così agevole come avresti pensato.

 

Portland dovrebbe comunque centrare i playoff anche se la convalescenza di LaMarcus Aldridge post distorsione al pollice dovesse estendersi effettivamente per otto settimane, periodo che gli farebbe saltare 23 o 24 partite. I Blazers hanno cinque sconfitte meno di Phoenix e otto meno di Oklahoma City, seconda dietro Portland nella Northwest Division. […]

 

Sembrerebbe un bel vantaggio in quella che pare essere una corsa a nove, con i Pelicans che si affidano all’enorme becco della mascotte Pierre per rimanere lì aggrappati. Tuttavia il distacco dei Suns e Thunder non è così incolmabile. Aldridge è il giocatore più completo di Portland, e il calendario dei Blazers, fino ad ora il secondo più facile tra le squadre a ovest, sta per diventare più ostico. Sabato Portland ospiterà Washington, poi si trasferirà a est per affrontare i Cavs in ascesa, gli imbattibili Hawks e i frizzanti Bucks.

 

La successiva manciata di partite dei Blazers sarà contro avversari della Western Conference, tra cui otto concorrenti diretti per i playoff. A quel punto ci ritroveremo al 7 marzo, la più ottimistica fra le date per il ritorno di Aldridge. Se Portland otterrà un record di 9-8 in queste 17 partite, potrà vantare un record generale di 40-21, in media per chiudere la stagione regolare con 53 o 54 vittorie. Playoff tranquilli.

 

Se però il recupero dovesse tardare un pelo di più la proiezione di vittorie per Portland tenderebbe a scendere intorno alle 50, ossia la zona rossa per quella tonnara della Western Conference. La velocità di recupero di Aldridge potrebbe essere decisiva. Dall’11 al 21 marzo Portland ha ben 7 partite in calendario, con una striscia di cinque trasferte consecutive. Aldridge rischia di saltarle tutte e sette. Dovesse mancare a tutte e 24 le partite previste inizialmente, con un 12-12 i Blazers avrebbero ancora una proiezione di 52 vittorie finali. Se però l’assenza si prolungasse e Portland dovesse faticare, le cose si complicherebbero.

 

Quasi tutti gli esperti di dati con cui ho parlato nelle ultime 24 ore sostengono che l’infortunio di Aldridge costerà alla sua squadra tra le tre e le cinque vittorie. Non comprometterà dunque l’accesso ai playoff, ma aggiungerà un po’ di giustificata apprensione. Quest’anno l’attacco dei Blazers ha faticato a ingranare quando Aldridge sedeva in panchina: secondo NBA.com tutti i giocatori di rotazione tirano meglio quando lui è in campo. Verso la metà della scorsa stagione Aldridge saltò due blocchi di partite (12 in tutto), durante le quali Portland fece 7-5 abbassando i quintetti, con Dorell Wright da ala grande, e sostituendo il gioco intermedio di Aldridge con una salva di tiri da 3. L’attacco flow di Portland ha la qualità di essere immediato e versatile, anche se bisognerà vedere come la squadra si comporterà con combinazioni di lunghi atipiche. Teoricamente la scorsa stagione sembra rassicurare i tifosi dei Blazers.

 

Tuttavia senza Aldridge Portland aveva iniziato 5-1, per poi iniziare a cedere contro gli avversari più quotati. La difesa non sembrava più così impenetrabile e a rimbalzo, un punto di forza dei Portland al completo, iniziava ad andare sempre sotto. Quest’anno invece la difesa regge meglio quando Aldridge è in panchina, ma gli indizi portano a credere che contro i quintetti titolari delle squadre migliori l’assenza di Aldridge peserà non poco.

 

Se però la scorsa stagione i Blazers senza Aldridge erano più robusti, quest’anno non lo sono e appaiono pericolosamente scoperti in quasi tutte le posizioni. Hanno già fuori il terrore delle mascotte Robin Lopez e Joel Freeland, a proposito dei quali il GM Neil Olshey giovedì scorso ha detto che potrebbero rientrare solo dopo la sosta per l’All-Star. Nicolas Batum non sta giocando ai suoi livelli, se si eccettua la partita contro Phoenix di mercoledì scorso, e nella partita persa contro Boston giovedì scorso ha anche avuto una ricaduta dell’infortunio al polso destro, la sua mano forte.

 

L’infermeria di Portland è così frequentata che l’ultimo serio infortunio di Aldridge potrebbe avere notevoli ripercussioni. I Blazers potrebbero rivolgersi al mercato; hanno ancora in mano la prima scelta al prossimo draft, mentre molte delle prime nove squadre a ovest (Oklahoma City, Dallas, Memphis e Phoenix) l’hanno già scambiata per un innesto immediato quest’anno.

 

Portland avrebbe potuto cercare un giocatore anche prima dei problemi di Aldridge. La necessità di un’ala alla Wilson Chandler è probabilmente più urgente, visto il gioco zoppicante di Batum e la scarsa fiducia che Terry Stott ripone nei vari C.J. McCollum, Allen Crabbe e Will Barton che affollano la panca. Giovedì Olshey ha detto che l’infortunio di Aldridge non li costringerà alla disperata ricerca di un lungo e che Portland si avvierà alla chiusura del mercato con in testa la rotazione da playoff e non l’immediata sopravvivenza.

 

Non ha tutti i torti. Se perfettamente in salute, Aldridge, Lopez e lo Zombie Chris Kaman possono assorbire quasi tutto il minutaggio dei lunghi per Portland. Dare via una prima scelta e due giocatori medi per uno il cui contributo nei playoff è dubbio può essere doloroso. Visto il record, Portland e il suo GM hanno il vantaggio di poter aspettare e vedere come si comporta la squadra senza Aldridge, e di rivolgersi al mercato solo se i problemi di front-line si rivelassero così disastrosi da dover intervenire subito.

 

Il mercato dell’usato dei lunghi è arido, e Portland ha il roster completo (15 giocatori). Nessuno sa se Emeka Okafor sia in grado di giocare, o se ne abbia voglia, e i Celtics non sembrano per ora intenzionati a cedere Brandon Bass. Qualsiasi squadra da playoff a ovest con un lungo da rotazione che potrebbe essere inserito in qualche trade (Phoenix con Miles Plumlee, per esempio) non ha come primo obiettivo quello di fare un favore a Portland. Nomi più attraenti a est, come David West e Kevin Garnett, hanno stipendi così alti che difficilmente Portland potrebbe liberare sufficiente spazio salariale.

 

I Lakers hanno i contratti di Ed Davis e Jordan Hill in procinto di scadere. Il futuro di Enes Kanter nello Utah è incerto, sebbene l’idea che i Jazz lo caccino per fare spazio a Rudy Gobert è un po’ prematura. Olshey potrebbe sondare la possibilità di strappare Jason Thompson a Sacramento per pochi spicci, anche se Portland ha già dato via le sue seconde scelte per i prossimi quattro draft. Assumersi poi l’onere dello stipendio di Thompson per il prossimo anno ridurrebbe ulteriormente lo spazio salariale di Portland, innescando lo scenario da incubo della possibile free agency di Aldridge.

Thomas Robinson e Meyers Leonard hanno mostrato qualche qualità nelle loro alterne apparizioni sul parquet; in particolar modo Leonard ha chiaramente migliorato il suo gioco sia in attacco (è capace di mettere la tripla e il floater) sia in difesa. La scorsa settimana Portland ha rispolverato anche Victor Claver e l’ha messo da ala grande in un quintetto piccolo, alla Dorell Wright insomma. Non è ancora chiaro però se qualcuno di loro sia pronto per un minutaggio più elevato. Lo scopriremo.

 

Giova ripetere che i Blazers al completo hanno bisogno di un rinforzo sulle ali e non sotto canestro. La cosa migliore per loro adesso è resistere e guardare al lungo periodo, perché se tutto dovesse girare bene possono veramente essere un’outsider per il titolo. Questi Blazers hanno un gioco rifinito e freddo come il ghiaccio; sanno esattamente quello che vogliono su entrambi i lati e dopo 150 partite nelle ultime due stagioni hanno assimilato alla perfezione la difesa conservativa voluta da Stott. Dall’inizio di questa stagione la loro difesa è fra le cinque migliori della lega, e da tre settimane circa sono secondi solo agli strepitosi Warriors per minor numero di punti concessi per possesso. Una squadra capace di difendere così mette paura, ma probabilmente senza Aldridge non potrà difendere così.

 

Che cosa mancherà ai Blazers

 

Aldridge è diventato quel raro tipo di lungo che in difesa può fare tutto. È sufficientemente alto e ha braccia lunghe e voglia di sbattersi da poter sia contrastare gli avversari più grossi in post sia proteggere il canestro. Schieratelo contro Memphis e Aldridge se la caverà egregiamente contro Marc Gasol e Zach Randolph.

 

È anche abbastanza veloce da seguire e contestare il piazzato delle ali grandi avversarie:

 

 

Può aiutare e recuperare contro i tipi alla Dirk Nowitzki e Ryan Anderson. La difesa di Aldridge è insomma una delle ragioni per cui i Blazers si accoppiano fondamentalmente bene con tutti, una risorsa chiave ai playoff, specialmente a ovest dove gli accoppiamenti sono determinanti più della posizione in griglia. (Nota a margine: questo tipo di versatilità è in parte ciò che rende Tiago Splitter così prezioso per gli Spurs.) Potrà non essere in grado di contenere un 4 atipico come Kevin Durant, ma ci può provare, e nel caso non dovesse riuscire i Blazers possono tranquillamente dargli in marcatura un meno pericoloso Anthony Morrow. Vuoi cambiare sui pick and roll e lasciare che Aldridge difenda sul play avversario per gli ultimi otto secondi dell’azione? Beh, è anche uno dei migliori in quello.

 

Il suo letale jump shot ha l’effetto esattamente opposto sull’altro lato del campo: gli avversari abbandonano il piano partita originale per occuparsi di Aldridge. Se l’ala grande titolare è troppo piccola per tenerlo in post, bisogna passare al piano B, mettendo il centro su di lui o riorganizzando il quintetto aggiungendo più centimetri. La scorsa stagione Houston aveva messo in naftalina la coppia Omer Asik-Dwight Howard, salvo poi doverla tirare fuori quando Terrence Jones si dimostrò non in grado di contenere Aldridge.

 

Questo perché Aldridge si è reinventato in qualcosa di più di un semplice tiratore piazzato. Può portare il difensore sotto canestro se si accorge del vantaggio di centimetri e ha un abile gioco dal palleggio se prende la palla con spazio per metterla a terra:

 

 

 

Va di moda sostenere che gli avversari ingigantiscono la pericolosità del tiro dalla media di Aldridge, in fondo il tiro meno efficace della pallacanestro. Secondo i dati di SportVU, da un paio di stagioni Aldridge ha il 45% per quel tiro. Niente male, ma è pur sempre meno di un punto per possesso nel lungo termine. È davvero così dannoso per le squadre raddoppiarlo in post, ruotando un terzo difensore in maniera tale da togliergli il jumper, lasciando così liberi i letali tiratori da 3 di Portland?

 

 

In teoria la risposta tende a essere no, ma una partita di pallacanestro non è un esperimento in vitro. Aldridge si farà comunque strada verso il ferro, per costringere la difesa a rimanere in posizione, e tramuterà quel 45% al jumper in tiri da sotto e tiri liberi. In tutto questo gli allenatori, anche i migliori, non ce la fanno a lasciare libero Aldridge quando scivola dopo il blocco per provare ad affrontarlo uno contro uno in post o concedergli il piazzato libero dopo il pick and pop. Non è proprio nel DNA degli allenatori.

 

Le squadre migliori possono raggiungere la misura esatta in cui aiutano abbastanza senza esagerare e scoprirsi troppo, ma è un equilibrio difficile da trovare, specialmente se ci si trova nel periodo delicato dei playoff e bisogna fare gli aggiustamenti quasi in tempo reale. Quest’anno Aldridge ha reso la questione un filo più complessa per le difese decidendo di prendersi più triple quando queste derivano dal naturale sviluppo del suo gioco, quindi in transizione o dopo pick and pop abbastanza esterni da permettergli di proiettarsi agevolmente dietro l’arco. Se nei suoi primi otto anni nella NBA aveva segnato un totale di 24 triple, quest’anno è già a quota 21. Ragazzi, questo è buono per davvero.

 

[…]

 

Sarà interessante vedere come si comporteranno i Blazers con un roster a pezzi e dopo anni di relativa fortuna in campo medico dai tempi di Greg Oden e Brandon Roy. Questa è una squadra veramente forte e sarebbe triste vederla sprofondare. Hanno i numeri per restare bene a galla. Teniamo le dita incrociate.

 

Traduzione di Giacomo Sauro

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 15 Commenti
  • OlimpiaArmaniJeansMi 28/01/2015, 19.16

    Senza LMA questi Blazers in questo Ovest non andrebbero ai PO a meno di veri e propri miracoli.

  • NothingButDallas 28/01/2015, 19.00 Mobile
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Beh però io ricordo delle difese ottime di asik, semplicemente Aldridge è una bestia e già quel jumper gli entra con costanza ma quando è nelle serate giuste è assolutamente immarcabile

  • RedNation 28/01/2015, 17.27
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    McHale...

  • RedNation 28/01/2015, 16.17
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Mah, quel D.Mo sarebbe uscito per falli in 2 minuti probabilmente...

  • PearlJam78 28/01/2015, 16.10

    Grantland è da tempo che è uno dei siti migliori di informazioni sportiva (e non solo) e approfondimenti mirati, tecnici e curatissimi... Zach Lowe mica è uno qualsiasi, Bill Simmons anche... real gm TheShield arriviamo sempre prima noi...

  • RedNation 28/01/2015, 15.42
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Si, credo fra i due LMA sia decisamente quello più importante.

  • CP3MVP 28/01/2015, 15.12 Mobile
    Citazione ( TWolwerine 28/01/2015 @ 13:57 )

    Articolo bello e giusto che finalmente da a Cesare cio che é di Cesare.Lamarcus merita du essere piú chiaccherato.Tra l'altro vengono per la prima volto portata alla luce la sua capicitá difensiva (no eccelsa ma miglioratissima)

    È sempre stato un discreto difensore, non sarà un Ibaka, ma riesce a tenere molto bene anche sui piccoli nei cambi difensivi, e la cosa non guasta mai :)

  • NothingButDallas 28/01/2015, 15.08 Mobile

    Articolo bellissimo, complimenti...per me top 5 della lega e migliore nel suo ruolo, finalmente si parla della sua difesa(sempre sottovalutata) ottima, e per il tipo di gioco che ha potrà durare tanto oltre i 30, fenomeno di cui si parla pochissimo rispetto a quello che è

  • beas8 28/01/2015, 14.53 Mobile

    È da tempo che lo dico #AldridgeBestPF

  • TheAnswer 28/01/2015, 14.44

    Non è vero che abbiamo ceduto la nostra prima scelta al prossimo draft...

  • axy1984 28/01/2015, 14.24
    Citazione ( Valdanito1985 28/01/2015 @ 14:14 )

    Articolo ben fatto ed estremamente dettagliato...anche se bastava dire: "non possono sopravvivere"

    Bravo, poche parole ma ben centrate.

  • Valdanito1985 28/01/2015, 14.14 Mobile

    Articolo ben fatto ed estremamente dettagliato...anche se bastava dire: "non possono sopravvivere"

  • RedNation 28/01/2015, 14.10
    Citazione ( TWolwerine 28/01/2015 @ 13:57 )

    Articolo bello e giusto che finalmente da a Cesare cio che é di Cesare.Lamarcus merita du essere piú chiaccherato.Tra l'altro vengono per la prima volto portata alla luce la sua capicitá difensiva (no eccelsa ma miglioratissima)

    Quoto. Non a caso quando è salito di livello (anche e soprattutto mentalmente imho) lui, dall'anno scorso, è salita tutta la squadra.


    Poi ok, cè stato anche il fattore Lillard ma LMA secondo me pesa (decisamente) di più.

  • Kb24LA 28/01/2015, 14.03

    the best...

  • TWolwerine 28/01/2015, 13.57 Mobile

    Articolo bello e giusto che finalmente da a Cesare cio che é di Cesare.Lamarcus merita du essere piú chiaccherato.Tra l'altro vengono per la prima volto portata alla luce la sua capicitá difensiva (no eccelsa ma miglioratissima)