Kings-Malone: Royce White fu l'inizio della fine
Adrian Wojnarowski riporta alcuni interessanti dettagli sul declino del rapporto tra coach Mike Malone e la dirigenza dei Kings
I Sacramento Kings hanno deciso di esonerare Mike Malone, head-coach della squadra, e la decisione è stata accolta con parecchio scetticismo da diversi esperti del settore. Adrian Wojnarowski, principale firma di Yahoo! Sports, ha riportato alcuni interessanti dettagli che evidenziano il declino del rapporto tra Malone e la dirigenza dei Kings.
L'inizio della fine del rapporto tra Malone e i Kings ha un nome e un cognome: Royce White. Nella fase finale della scorsa stagione, infatti, Malone voleva che la dirigenza firmasse una point-guard che potesse uscire dalla panchina e dare qualche minuto di qualità ma D'Alessandro e Ranadive avevano un'idea diversa e quell'idea era proprio Royce White, ex prima scelta dei Rockets.
White venne firmato con un decadale e mandato in D-League, in modo tale da metterlo in condizione per giocare poi con la prima squadra. D'Alessandro era convinto che White potesse giocare diversi minuti da point-forward e aveva intenzione di testare il giocatore. Mike Malone, invece, la pensava diversamente. White si era presentato in pessime condizioni fisiche e le sue due partite in D-League furono un mezzo disastro. Il coach, quindi, non aveva alcuna intenzione di dare dei minuti a White, che fra l'altro aveva chiaramente dato il segnale di aver poca voglia di giocare a basket, ma dalla dirigenza iniziarono ad arrivare le chiamate: "Quando fai giocare White?"
Quello fu il punto di rottura: "Mike prese malissimo quell'ingerenza da parte della franchigia," ha dichiarato una fonte vicina all'allenatore. "White era la cosa più lontana da un giocatore di basket in quel momento e la dirigenza voleva che giocasse anche una decina di minuti a partita".
D'Alessandro non ha mai avuto grande stima di Malone, non l'ha scelto lui e i dialoghi con il coach si limitavano all'imposizione di ordini provenienti da Ranadive e da Mullin.
Già durante la off-season i Kings avevano pensato di far fuori Malone, la dirigenza non aveva grande stima di Chris Jent, il principale assistente di Malone, e spingeva per assumere uno tra Alvin Gentry e Kurt Rambis. Malone, che temeva che uno dei due potesse fargli le scarpe, spinse per assumere Ty Corbin come assistente. Corbin adesso sarà l'allenatore ad interim ma è stato fedele a Malone fino all'ultimo momento, difendendo a spada tratta l'allenatore.
Il rapporto tra le due parti si è incrinato ulteriormente durante la Summer League di Las Vegas, quando D'Alessandro iniziò una trattativa con i Pistons per cercare di prendere Josh Smith. Malone non voleva assolutamente Smith, visto che lo riteneva assolutamente incompatabile con Gay e Cousins, ma per Ranadive la sua opinione non contava. Il nuovo proprietario apprezzava il talento di Smith e voleva averlo in squadra, gestirne la convivenza con gli altri giocatori sarebbe stato un problema del coach, non suo. Anche il resto dello staff tecnico non era convinto dall'operazione ma D'Alessandro aveva avuto carta bianca da Ranadive. L'affare, poi, non andò in porto, visto che Stan Van Gundy ritenne insufficienti le offerte arrivate dai Kings, ma ormai il rapporto tra il management e lo staff tecnico era andato definitivamente a farsi benedire:
"La questione Josh Smith ha peggiorato il tutto," ha dichiarato una fonte. "Ha messo definitivamente contro lo staff tecnico e la dirigenza, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso".
Malone, nel frattempo, era volato in Spagna per i Mondiali per seguire da vicino Cousins e Gay, costruendo un rapporto ancora più solido con i 2 giocatori. Un buon training camp e un buon inizio di stagione hanno prolungato, seppur di poco, la permanenza di Malone sulla panchina di Sacramento. Ma quando Cousins si è fatto male e i Kings hanno perso 7 delle ultime 9 gare giocate, la dirigenza ha approfittato della situazione e ha cacciato Malone, come voleva fare già da tempo.
Prima che i Kings assumessero Malone come head-coach, l'allenatore era noto per avere un carattere molto irascibile e una personalità decisamente ingombrante. Negli scorsi anni questo tipo di carattere era costato a Malone l'opportunità di trovare una panchina, durante la sua esperienza da assistente a Golden State molti GM si erano addirittura rifiutati di intervistarlo per timore del suo caratteraccio. Malone aveva capito questo problema e si era messo a disposizione per smussare i suoi limiti. Durante la sua esperienza a Sacramento è cresciuto a livello umano ed è stato il principale motivo per il quale Rudy Gay ha deciso di rimanere a Sacramento.
Come dichiarato da un GM della Western Conference: "Non ho proprio capito questa mossa. Malone avrebbe la colpa della meningite di Cousins? Hanno fatto un grosso errore, una squadra in meno della quale preoccuparsi."
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