Sale il contrasto tra gli small e i big markets in NBA
Adrian Wojnarowski, come al solito, fa chiarezza sulla situazione a poche ore dalla votazione per la riforma del sistema di lottery. In NBA sale la tensione tra i mercati più piccoli e quelli più grandi.
Si avvicina il voto per la riforma del sistema della lottery presentata dalla NBA e Adrian Wojnarowski, prima firma di Yahoo! Sports, fa chiarezza su quelle che sono le attuali dinamiche interne alla lega americana.
Il motivo per cui i Philadelphia 76ers sono contrari all'attuazione immediata di questa riforma è piuttosto evidente, i Sixers hanno bisogno di un'altra scelta tra le primissime del prossimo draft per completara l'ossatura che andrà a costituire il roster futuro. Philadelphia non ha inventato la strategia di ridurre all'osso il roster per puntare ad una scelta alta, ha semplicemente portato questa strategia ad un nuovo livello, per certi versi "estremo". La strategia di Sam Hinkie, pienamente supportata dalla proprietà dei Sixers, ha però suscitato parecchi malumori in giro per la lega, attirandosi addosso disprezzo e disdegno da parte di diversi addetti ai lavori.
I Sixers voteranno no alla riforma del sistema di lottery ma i loro sforzi nel trovare partner in questa battaglia non sono stati fruttuosi, almeno non fino a qualche giorno fa quando, a sorpresa, i Thunder hanno deciso di assistere Philadelphia nella campagna per il no. Sam Presti, il GM dei Thunder, ha alzato la voce nelle ultime settimane, cercando di convincere altri dirigenti che il sistema di lottery debba rimanere così, almeno per il momento. Presti, in particolar modo, ha fatto leva sul fatto che questa riforma potrebbe essere una mossa molto deleteria per gli small-markets, già abbastanza svantaggiati nei confronti dei grandi mercati come Chicago, New York e Los Angeles.
Il GM dei Thunder non ha voluto rilasciare commenti specifici ma la sua idea è piuttosto chiara: i grandi mercati della NBA vogliono fortemente la riforma del sistema di lottery perchè gli darebbe la possibilità di avere un ulteriore vantaggio nei confronti dei piccoli mercati quando si tratta di assicurarsi dei giocatori di maggiore talento. I big-markets hanno già un grande vantaggio quando si tratta di firmare superstar nel mercato free-agent e hanno una posizione favorevole anche quando decidono di fare una trade per una superstar, visto che i giocatori hanno una propensione maggiore a firmare un'estensione contrattuale in un grande mercato. Adesso, però, i big-markets avrebbero anche una possibilità maggiore di accaparrarsi i migliori talenti dal draft, grazie a questa riforma del sistema di lottery.
Si vuole, dunque, cambiare l'attuale sistema dove la peggior squadra per record ha il 25% di possibilità di ottenere la prima scelta assoluta e non può finire oltre la quarta scelta assoluta. Con la riforma proposta dalla NBA, invece, le quattro peggiori squadre per record avranno tutte il 12% di chances di ottenere la prima scelta, la quinta avrebbe l'11.5% di possibilità, la sesta il 10% e così via con le percentuali che calano. Inoltre, la peggior squadra per record può scendere fino alla settima chiamata assoluta, la seconda fino all'ottava chiamata assoluta e così via.
Un GM NBA vicino alle posizioni di Presti, ma che lavora per un proprietario che ha deciso di votare si alla riforma, ha dichiarato a Wojnarowski: 'Tutti sono concentrati su Philadelphia, su una squadra in una situazione specifica ma stanno perdendo di vista il quadro generale. L'unica chance che hanno molte squadre di arrivare ad un giocatore che ti cambia la franchigia è attraverso il draft. Tutti, prima o poi, possiamo ritrovarci in quella posizione. Ma con questa riforma, le squadre che verranno spedite dalla 2 alla 8, o dalla 3 alla 9....una mossa del genere finirà solo per togliere anche quella poca aria rimasta alle franchigie e ai tifosi. Avranno ancora meno chances, se non addirittura nessuna, di migliorare sensibilmente."
"Vedremo squadre da big-markets rimaste fuori dai playoffs che saliranno nel draft e avranno l'opportunità di prendere un giovane molto interessante e la gente inizierà a pensare "ma che c**** sta succedendo?"
Sam Presti, dunque, spinge per il no ma non tanto quanto spinge per una maggiore equità tra big e small markets. Nonostante il lavoro del GM dei Thunder, però, molti executives in giro per la lega non guardano al problema nell'ottica small vs big markets ma vogliono questa riforma per ottenere scelte migliori nel giro di breve tempo e nella speranza che possa scoraggiare fenomeni futuri di tanking estremo.
La tensione tra small markets e big markets, però, sta crescendo ed è venuta a galla nell'ultimo board dei proprietari tenutosi Lunedì a New York. I proprietari, infatti, hanno inziato a parlare della distribuzione dei futuri introiti dei diritti televisivi. I proprietari di squadre da small market spingono per ottenere maggiori introiti nella divisione e Paul Allen, owner dei Portland Trail Blazers, avrebbe chiesto ufficialmente che squadre come la sua ottengano cifre molte più vicine a quelle dei big markets. Proposta, però, che ha incontrato forte opposizione tra i grandi mercati, con Mark Cuban, proprietario dei Mavericks, che avrebbe risposto in questo modo ad Allen: 'Sul serio? Da dove vieni? Dalla Cina?"
Tutti i proprietari hanno lasciato la riunione con la consapevolezza che la spartizione degli introiti, soprattutto dopo il fiume di denaro che arriverà dai nuovi contratti televisivi, sarà una questione piuttosto difficile da risolvere: 'Gli small markets vogliono guadagnare di più perchè adesso ci sono molti più soldi sul piatto"
La riforma della lottery è destinata a passare, almeno di clamorosi stravolgimenti dell'ultima ora, ma la lotta tra small e big markets rischia di condizionare fortemente il futuro della NBA.
Pagina di 4