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NBA 21/07/2014, 19.39

Hard working and patiently waiting, la storia di Samuel Blake Hinkie

Uno sguardo sul profilo umano e personale del GM e presidente dei Philadelphia 76ers.

NBA

Da due anni, ormai, Sam Hinkie è diventato il GM e il presidente esecutivo dei Philadelphia 76ers e ha suscitato l'attenzione e l'interesse di molti appassionati e addetti ai lavori. In uno splendido articolo a firma di Jason Wolf di USA Today, riusciamo a capire qualcosa in più sull'uomo Sam Hinkie, una persona straordinariamente riservata e dedita al duro lavoro dietro i riflettori.

 

"Quando inizio un progetto, ho sempre in mente come portarlo a termine, c'è sempre un obiettivo finale fissato nella mia mente...sempre", queste furono le prime parole di Hinkie da neo-GM dei Philadelphia 76ers.

 

Al di fuori della practice facility dei 76ers, una piccola struttura in affitto da un college modesto, c'è un albergo dove Hinkie passerà i successivi 3 mesi della sua vita, a migliaia di km dalla sua famiglia. La visione descritta da Hinkie durante l'Estate del 2013 era stata ben accolta dai media nazionali e locali, nonchè da una tifoseria vogliosa di cambiamento. In alcuni ambienti c'è ancora quel tipo di ottimismo, nonostante tutto quello che è successo dopo.

 

Nonostante la sua incredibile riservatezza. Nonostante la cessione del suo miglior giocatore (Jrue Holiday) per una prima scelta futura e un rookie infortunato (Nerlens Noel). Nonostante la lunga attesa prima dell'ingaggio di un coach (Brett Brown dai San Antonio Spurs). Nonostate la cessione di tre giocatori, due dei quali titolari fissi, alla trade deadline in cambio di una serie di seconde scelte e di un paio di giocatori con contratti non garantiti (Hawes ai Cavs per due seconde scelte e Henry Sims, Turner e Allen ai Pacers per Granger e una seconda scelta futura).

 

Nonostante la sua decisione di creare un roster che avrebbe perso...e anche tanto.

 

Il presidente e GM dei Philadelphia 76ers, nonchè più giovane vice-presidente esecutivo della storia della NBA (divenne vice-presidente dei Rockets a 29 anni), è un ometto pallido di 36 anni con gli occhi azzuri e un taglio di capelli "aziendale". E' un uomo sposato e padre di 4 figli, gli unici che, lontano dai flash e dalle interviste, riescono a strappargli un sorriso sincero. E' un accorto e audace professionista, le cui azioni hanno fatto alzare il sopracciglio a tanti addetti ai lavori e hanno catturato l'attenzione dei media. Hinkie è un diligente e ultra-preparato cultore delle statistiche, che rifugge, però, dalle tradizionali statistiche (punti, rimbalzi e assist) per abbracciare quelle avanzate, come il PER (Player Efficiency Rating) che usa un formula molto dettagliata per cercare di capire la produttività di un giocatore minuto per minuto, basandosi sul ritmo della squadra e paragonandolo al resto della lega.

 

E' sempre più concentrato sulla prospettiva futura che su quella presente, un approccio che certo non lo rende popolare presso il tifoso medio di basket. La sua riservatezza, poi, ha dell'incredibile. E' abituato a lavorare dietro le quinte e nonostante abbia accettato un incarico che lo espone mediaticamente e pubblicamente, è consapevole di dover rendere conto solo alla sua coscienza, alla sua famiglia e al proprietario dei Philadelphia 76ers, il miliardario Josh Harris, anch'esso dotato di pazienza quasi infinita, quasi quanto il suo conto in banca.

 

Solitamente, Hinkie espone le sue idee solo a cose fatte, dopo una trade o un taglio, non prima. Il silenzio, la calma e la pazienza sono strategici per il suo lavoro.

 

"Sono stato molto cauto, forse anche troppo, nel cercare di stare lontano dai riflettori," ha dichiarato recentemente Sam Hinkie. "Non mi interessa attirare l'attenzione, non è quello il mio dovere, preferisco fare risplendere le luci sugli altri."

 

In altre parole: non prestate attenzione all'uomo dietro le quinte.

 

Flashback. E' il primo sabato del mese di Marzo e i Philadelphia 76ers sono ad un passo dal diventare una sorta di barzelletta nazionale, rischiando di superare quota 26 sconfitte consecutive, il record negativo della storia NBA. I tifosi di Philadelphia, però, hanno comunque riempito il palazzetto. L'oscurità piomba sul Wells Fargo Center e la voce dell'annunciatore risuona forte e maestosa: 'And finally, a 6 foot guard from Georgetown...'

 

Delle colonne di fuoco si alzano dagli estremi del campo da gioco. Allen Iverson, 11 volte All-Star e MVP della Lega nel 2001, entra sul campo, camminando sul tappeto rosso preparato per lui, con più di 20.000 persone che urlano il suo nome. A bordocampo sono presenti Julius Erving e Moses Malone che guardano la celebrazione, a più di 30 anni di distanza dall'ultimo titolo vinto dalla franchigia di Philadelphia nel 1983. In quel periodo Sam Hinkie aveva solo 5 anni, vestito con la vecchia divisa militare del padre mentre gioca all'Esercito con la bambina della casa accanto nella sua città natale in South Carolina. I due si nascondevano in silenzio da un nemico immaginario, cercando di ritornare alla "base", rappresentata dalla casa di Sam. Il padre di Hinkie, Ron, stava lavorando in una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord in quel periodo per la Halliburton. Ron aveva iniziato dipengendo le attrezzature della compagnia e attraverso il duro lavoro, il sacrificio personale e l'innovazione riuscì a fare carriera, diventando senior executive dell'azienda e specializzandosi nella trivellazione di pozzi e di gas naturali.

 

Quando Sam aveva 3 anni, la sua famiglia si trasferì ad Easley, nel South Carolina, una piccola cittadina nella parte a nord-ovest dello stato. Ma suo padre, nel frattempo, continuava a lavorare all'estero, faticando per 7 anni sulla costa della Sicilia, a Gela, e poi in Danimarca. Sam, nel frattempo, cresceva e la sua amicizia con la ragazza della porta accanto, Kimberly Hapton, diventava sempre più forte. Entrambi i ragazzi erano degli eccellenti studenti e buoni atleti a livello amatoriale. Il rapporto tra i due ragazzi rimase stretto anche quando Hinkie e la sua famiglia dovettero trasferirsi a Marlow, una piccola città a circa 100 km a sudovest di Oklahoma City. All'epoca del trasferimento Sam Hinkie aveva 10 anni e suo padre aveva raggiunto una posizione lavorativa che gli permetteva di tornare a casa. Sam aveva un fratello, di 7 anni più grande. Una mattina, poche settimane dopo il trasloco a Marlow, nel bel mezzo del suo ultimo anno di liceo, Bill Hinkie prese un facile calibro 12. Incidente...o più facilmente un suicidio. Sam Hinkie non ha mai voluto parlare dei dettagli che riguardano la morte di suo fratello, una perdita che continua ad affliggerlo ancora ora.

 

Dopo la tragedia, Sam si buttò a capofitto sullo studio e sullo sport, diventando alla fine titolare nelle squadre di football americano e basket della Marlow High School, come defensive back e playmaker. Si faceva vedere in palestra almeno 3 volte al giorno e nel poco tempo libero che aveva iniziò a lavorare nel vicinato, falciando i prati delle case. Si diplomò con il massimo dei voti e tenne il discorso di commiato davanti a tutta la scuola. Hinkie, un giorno, disse ad un suo collega all'Università dell'Oklahoma che la sua incredibile volontà nello studio derivava da un brutto voto preso da piccolo, una "B" che aveva deluso molto il piccolo Sam. Da quel giorno in poi, non ci furono più B e Sam iniziò ad essere uno dei migliori studenti di tutto il paese.

 

Hinkie avrebbe potuto continuare a giocare anche al college, aveva ricevuto delle offerte da delle piccole università e anche programmi "più prestigiosi" erano interessati a lui, anche se il minutaggio sarebbe stato limitato. Ma Sam capì che il suo vero talento non stava sul campo. Così decise di andare all'Università dell'Oklahoma, che gli permetteva di stare vicino casa e di godere comunque di un ottimo programma di studi. Al college Sam divenne presidente dell'associazione business dell'Università, la sua volontà e la sua incredibile etica del lavoro divennero subito fonte di ispirazione tra tutti i suoi compagni di corso. Attraverso un programma scolastico, Hinkie divenne CEO di un associazione che vendeva maglie da football, con tutti i ricavi che venivano dati in beneficienza. Con la gestione di Sam, il programma superò il record di maglie vendute nella scuola e i ricavi donati alla beneficienza schizzarono alle stelle. Al college Sam incontrò anche Alison Burness, che successivamente diverrà sua moglie.

 

Hinkie capì di voler sposare Alison una settimana dopo averla conosciuta, ma aspettò un anno prima di fargli la proposta a Parigi, una destinazione che tenne segreta ad Allison fino all'arrivo all'aeroporto. Sam chiese ad Allison di sposarlo su una panchina a fianco all'Arco di Trionfo, livello di romanticismo non calcolabile.

 

Nel 2000, Hinkie venne nominato tra i 60 "neolaureati" più promettenti in America in un articolo di USA Today. Ottenne una laurea triennale in marketing e finanza con una media di 4.0 e ricevette un'offerta di lavoro dalla Bain & Company, una società internazionale di consulenza. Il lavoro lo portò a Dallas anche se lo portava a viaggiare per tutto il nord-America. Successivamente, accettò una posizione presso una sussidiaria della Bain in Australia, analizzando e identicando business sui quali investire. Hinkie, nel frattempo, iniziò anche la laurea specialistica, diventando un alunno della Stanford University, uno dei college più prestigiosi di tutto il paese. Sam scelse Stanford soprattutto per lo stretto legame che c'era tra l'Univerisità e diverse franchige della NFL. Questa scelta gli permise di lavorare part-time prima per i San Francisco 49ers e poi per gli Houston Texans, concependo nuove strategie per la valutazione dei giocatori, analizzando i salary cap e cercando di individuare i migliori talenti del draft.

 

Mentre si trovava a Houston, Hinkie riuscì a convincere Leslie Alexander, il proprietario degli Houston Rockets, che avrebbe potuto dare una mano alle franchigie NBA nel migliorare le scelte utilizzando analisi più obiettive. Lavoro part-time per i Rockets mentre finiva la laurea specialistica in California, volando a Houston almeno una volta a settimana.

 

Vi ricordate la vicina di casa di Hinkie in Oklahoma? La piccola Kimberly Hapton? Anche lei aveva fatto carriera, grandi motivazioni e sacrificio la portarono a diventare pilota di elicotteri nell'esercito. Il 2 Gennaio del 2004 Kimberly Hapton morì durante un'operazione in Iraq. Dopo la sua morte, venne pubblicato un libro: Kimberly's Flight: The Story of Captain Kimberly Hampton, America's First Woman Combat Pilot Killed in Battle. La madre di Kimberly collaborò alla scrittura del libro, pubblicato nel 2012, e ringraziò pubblicamente la famiglia Hinkie che gli aveva dato grande sostegno nel momento del bisogno, visto che anche loro sapevano cosa vuol dire perdere un figlio.

 

Kimberly venne encomiata con una medaglia di Bronzo al valore e una Purple Heart (un altro riconoscimento militare), inoltre grazie alle sue ottime prestazioni sul campo da tennis venne inserita nella South Atlantic Conference Hall of Fame.

 

Un anno dopo essersi laureato a Stanford, Hinkie iniziò a lavorare a tempo pieno per gli Houston Rockets come assistente speciale del general manager, aiutando a gestire il salary cap e valutando i giocatori. L'anno successivo Daryl Morey, che aveva fondato la MIT Sloan Sports Analytics Conference, alla quale Hinkie aveva collaborato, venne promosso GM dei Rockets e i due divennero subito ottimi amici.

 

Hinkie, che in quel periodo aveva 29 anni, venne presto nominato vice-presidente dei Rockets, il più giovane a ricoprire quella posizione nella storia della NBA. Lui e sua moglie Alison iniziarono a metter su famiglia.

 

Nel 2009 Hinkie ebbe un ruolo cruciale in una trade a tre squadre nella quale i Rockets cedettero il loro play titolare, Rafer Alston, ma che portò anche all'arrivo di Kyle Lowry. Altrettanto importante fu il suo parere nella trade che nel 2012 portò a Houston James Harden dagli Oklahoma City Thunder. Mossa che venne inizialmente criticata ma che fu fondamentale per permettere ai Rockets di attirare Dwight Howard a Houston l'anno successivo.

 

La nuova proprietà dei Philadelphia 76ers, dopo aver intervistato una prima volta Hinkie nel 2012, riuscirono ad assumerlo l'Estate successiva, consegnandoli in mano le chiavi della franchigia. Hinkie usa la riservatezza e la discrezione come una tattica e legge tutto quello che c'è da sapere sulla NBA, studiando gli altri GM e cercando di capire le loro strategie. Il nuovo GM dei Sixers rimase in silenzio per ben 7 settimane dopo il suo ingaggio, facendo infuriare la stampa di Philadelphia che stava ancora attendendo la scelta del nuovo head-coach, dopo l'addio di Doug Collins.

 

Hinkie interruppe il silenzio mediatico solo qualche ora dopo la notte del draft del 2013. In quella data Hinkie fece la sua prima mossa ufficiale da GM dei Sixers, scambiando Holiday e una seconda scelta per Nerlens Noel e una prima scelta del draft dell'anno successivo. Selezionò anche Michael Carter-Williams con la 11esima chiamata assoluta, che poi sarebbe diventato rookie dell'anno. Senza dire una parola, Hinkie aveva già deciso quale strada i Sixers avrebbero intrapreso negli anni avvenire. Aveva posto i 76ers come manifesto del "tanking istituzionalizzato", cioè il costruire una squadra giovanissima e poco competitiva in grado di aumentare le chances di ottenere una scelta elevata al draft successivo.

 

Durante la conferenza post-draft, Hinkie si rifiutò di confermare l'accordo con i Pelicans per Noel, che era ancora in fase di finalizzazione. Noel non venne presentato prima di un mese, nel frattempo Andrew Bynum, ex All-Star che i Sixers avevano acquistato l'anno prima in una mega-trade dai Lakers, venne gentilmente accompagnato alla porta e lasciato andar via, permettendo a Philadelphia di avere moltissimo spazio salariale sotto il cap.

 

Passarono altre tre settimane di completo silenzio prima che Hinkie annunciasse l'ingaggio di Brett Brown, ex assistente degli Spurs, come nuovo head-coach dei Sixers, ponendo fine alla ricerca che avevo reso Philadelphia l'unica squadra della NBA ancora senza un allenatore.

 

Ben presto la moglie di Sam Hinkie e due dei suoi figli lasciarono Houston per andare a vivere con il padre nell'albergo accanto alla practice facility dei Sixers. Sam cadde di nuovo nel dimenticatoio e si rifiutò di commentare la situazione durante la striscia consecutiva di 26 sconfitte della squadra. Il GM dei Sixers si rese indisponibile per le interviste a fine stagione e non era presente alla premiazione di Michael Carter-Williams come rookie dell'anno, il primo Sixers a ricevere questo premio dai tempi di Allen Iverson. E fino alla notte del 20 Maggio 2014, la notte della lottery NBA, dove i giornalisti lo circondarono per chiedergli le sue sensazioni sulle scelte che i Sixers avevano ottenuto (la 3 e la 10), Hinkie non aveva ancora parlato, nonostante nel frattempo avesse scambiato ben tre giocatori alla deadline di Febbraio in cambio di una serie di seconde scelte.

 

Cercare di costruire una squadra da titolo è un processo che va realizzato anno per anno, ecco perchè, nella notte dedicata ad Allen Iverson, Hinkie fosse molto più concentrato su Jarvis Varnado, lungo che i Sixers avevano appena messo sotto contratto con un accordo da 10 giorni.

 

Varnado era stato per tre volte difensore dell'anno a Mississipi State e il secondo giocatore nella storia della NCAA a superare quota 1000 punti, 1000 rimbalzi e 500 stoppate, unendosi ad un mostro sacro come David Robinson. Ma in quel giorno, nella notte dedicata ad Allen Iverson, Varnado compiva il suo 26esimo compleanno e dopo essere stato scelto al draft dai Miami Heat nel secondo giro del 2010, aveva girato il mondo giocando in Italia e in Israele e poi sbarcando in D-League, con delle brevi esperienze in maglia Celtics, Bulls e Heat.

 

I 76ers hanno firmato 5 giocatori con 8 otto contratti da 10 giorni nella scorsa stagione, più di qualunque altra squadra NBA. "Quando arriva il draft NBA, c'è sempre un certo numero di giocatori che riesci ad acquisire ma anche un numero ancora più grande di giocatori che avevi interesse ad acquisire. Quell'interesse non muore mai," ha dichiarato Sam Hinkie al News Journal di Wilmington. "Il motivo per cui avevi interesse in loro è ancora lì, anche se non porta a risultati concreti nei 12, 24 o 60 mesi successivi. Ci sono sempre certi elementi di interesse che rimangono, nonostante il tempo che passa. Diversi giocatori che arrivano a giocare nei momenti decisivi della stagione a Maggio e a Giugno, vengono da una lunga trafila e hanno dovuto anche giocare all'Estero prima di diventare dei validi giocatori NBA."

 

Uno di questi giocatori è Patrick Beverley. Hinkie lo visionò per anni quando lavorarva per i Rockets, durante la sua esperienza al college ad Arkansas fino ad una stagione in Ucraina. Beverley venne scelto al secondo giro del draft del 2009 dai Lakers ma dopo ebbe degli exploit in Europa, prima in Grecia e poi in Russia, dove divenne MVP dell'Eurocup del 2011-2012. Nel Gennaio del 2013 Hinkie negoziò un accordo con l'agente di Beverley, che firmò un triennale con Houston. Adesso Beverley è la point-guard titolare degli Houston Rockets, una squadra che la scorsa stagione ha chiuso con un record di 54 vittorie e 28 sconfitte in regular-season.

 

"E' una cosa che succede tantissime volte, il fatto che un giocatore non "funzioni" subito, non vuol dire che non abbia la potenzialità per diventare un giocatore NBA," ha dichiarato Hinkie. "E certo non si può non seguire lo sviluppo di un giocatore, dopo che riempiamo la bocca parlando di potenziale per tutto il tempo."

 

Il 29 Marzo 2014 Varnado segnò 9 punti, prese 3 rimbalzi e piazzò 6 stoppate nella vittoria dei Sixers contro i Detroit Pistons, che interruppe la striscia di sconfitte consecutive di Philadelphia. Prima che il contratto da 10 giorni di Varnado scadesse, Hinkie gli fece firmare un contratto biennale non garantito.

 

"Sam andrà dritto per la sua strada," ha dichiarato Daryl Morey, GM dei Rockets, al News Journal. "Non si fermerà fin quando non costruirà una dinastia a Philadelphia. Metterà su la squadra mattone per mattone, come nei Lego, e non c'è alcuna possibilità che non abbia successo."

 

Tre giorni prima che Michael-Carter Williams venga nominato rookie dell'anno, Hinkie e il suo staff di scout e collaboratori si riuniscono per una settimana di incontri e una cena celebrativa. Hinkie tornerà a lavoro nella mattinata successiva, alla 6.30 di mattina, molto presto, come al solito. Sam non dorme mai più di quattro ore a notte e deve preparare le valigie per l'Europa, dove andrà a visionare una serie di giocatori e ogni notte dormirà in un letto diverso.

 

Nelle successive due settimane, sua moglie Alison darà alla luce 2 gemelli, il terzo e il quarto figlio della coppia. Hinkie viaggierà verso Denver e Chicago e i Cleveland Cavs vinceranno la prima scelta assoluta alla lottery, il GM dei Sixers ammetterà alla stampa che negli ultimi 21 giorni ha passato solo 18 ore con la sua famiglia a casa. La mattina dopo la lottery Hinkie parte per Los Angeles, dove spenderà i successivi 3 giorni prima di ritornare a Philadelphia, per rimanerci diverse settimane e chiudere i workout in vista del draft, incluso uno con Andrew Wiggins.

 

I 76ers, nel frattempo, ricevono il permesso per costruire una nuova sede e una nuova practice facility sul lungomare di Camden, nel New Jersey. Una struttura da quasi 100 mln di dollari e che rappresenterà la più grande practice facility di tutta la NBA. Una mossa fortemente voluta da Hinkie.

 

Qualche giorno dopo Joel Embiid si frattura un piede e Hinkie, proprio come l'anno precedente, lo sceglie con la terza chiamata assoluta al draft, nonostante la consapevolezza che il giocatore potrebbe saltare tutta la stagione, come era successo a Noel. Con la 10 Hinkie seleziona Elfrid Payton, che verrà girato ai Magic in cambio di una prima scelta futura, quella che ai Sixers avevano spedito ad Orlando nella disastrosa trade per Bynum, una seconda scelta del 2015 e i diritti su Dario Saric, talento croato che però giocherà le prossime 2 stagioni in Europa. Un'altra mossa che potrebbe creare parecchio disappunto tra i tifosi di Philadelphia.

 

Circa una settimana dopo Hinkie riesce a vedere Noel in campo per la Summer League e il giocatore lo ripaga con delle buone prestazioni e una condizione fisica impeccabile. Ma adesso, in questo mese di Luglio, il GM dei Sixers non ha idea di quando o se mai riuscirà a costruire una squadra da titolo a Philadelphia. Ci sono fattori fuori dal suo controllo e nonostante lui sia un innovatore e un grande studioso di statistiche, sa perfettamente che la fortuna avrà un grande impatto sulla riuscita o meno del suo progetto.

 

"Per certi versi è davvero strano," dichiaro Hinkie al Price Magazine nel 2008. "La storia della mia vità è particolare, sono stato molto fortunato lunga la strada ma ho anche lavorato duro per costruirmi la mia fortuna."

 

Sam è ancora perseverante, incredibilmente preparato e paziente. Sta cercando di costruire il futuro e allo stesso tempo cerca di ottenere il meglio dalla sua carriera professionale e da quella familiare. Nel frattempo, Hinkie è su un aereo, pronto per un altro viaggio di scouting, mentre i figli dormono a migliaia di km di distanza. Non ci si ferma mai, è la sua vita ed è sempre stata così, in movimento continuo.

 

 

 

 

 

 

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O. Cauchi

O. Cauchi

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 15 Commenti
  • David 22/07/2014, 00.06

    Storia bellissima. Personaggio di gran carattere ed intelligenza assoluta, nonche' vincente nato. Tuttavia, ad oggi con Phila ha tirato su la peggio serie di sconfitte della storia. Se arrivera' l'anello, allora avra' piu senso tutta la cerimonia di questo articolo. E cmq, se non arriva, o non arrivano almeno delle finals, avra' fatto passare per un lustro le peggio umiliazioni ad una franchigia come Philadelfia. Quinid andiamo piano e vediamo come andra.... fra 2/3 anni. Perche' questo sara' ancora una barzelletta.

  • Kobebryant8 21/07/2014, 23.09 Mobile

    Grandissimo paxer!Praticamente non sapevo niente di hinkie

  • MrBigshot1 21/07/2014, 22.47

    Il rampollo dei Gm. Grande uomo, Sam, grande uomo.

  • IlBanda 21/07/2014, 21.58 Mobile

    Bell'articolo, complimenti a Sportando.

  • Leo976ers 21/07/2014, 21.13 Mobile

    Articolo molto bello, ricco, appassionante e d interessanw. Ho scoperto molte cose che non sapevo e che contribuiscono aa aumentare la mia stima, rispetto e gioca nei confronti di quest uomo. Non vorrei nessun altro GM. Grande Sam. Ride Bene chi ride ultimo

  • RAMP7 21/07/2014, 20.47 Mobile

    Bravo paxer!!!

  • turco9393 21/07/2014, 20.37 Mobile

    Articolo bellissimo, si legge d'un fiato, bello scoprire tutti questi aspetti di Hinkie, gran GM secondo me, un po sfortunato...

  • Ciolo 21/07/2014, 20.34 Mobile

    Bellissimo articolo, che fa vedere ogni lato di questa formica silenziosa e instancabile

  • Doc 21/07/2014, 20.20 Mobile

    Grandissimo pezzo, bravissimo Paxer. Bella storia, il mio su Hinkie l'ho gia detto, un gran professionista e GM

  • tankre 21/07/2014, 20.20

    Bellissimo articolo!

  • Cavalier8 21/07/2014, 20.17 Mobile

    Mi merito un premio solo per averlo letto tutto...comunque grande stima per sam

  • bruzz81 21/07/2014, 20.06 Mobile

    Bel pezzo sarei Andato avanti a legger x ore questa storia

  • NothingButDallas 21/07/2014, 20.05 Mobile

    Troppo paziente ma resta comunque bravissimo

  • KDMVP 21/07/2014, 19.53 Mobile

    Articolo molto interessante

  • Pito 21/07/2014, 19.51 Mobile

    Atipico......p.s grande paxer,e auguri!!