NBA Draft Grade: Pacific Division
I voti al draft per le squadre di Pacific Division
E anche quest’anno è andata. Ed è stato un draft per tanti, tantissimi versi irripetibile. No, non c’era più Mr. Stern su una pila di libri ad annunciarci i nomi dei baldi giovini pronti alla prima esperienza con la pallacanestro professionistica. Sì, l’ha sostituito Adam Silver, inquietante causa una peculiare somiglianza con Wallace di Wallace e Gromit e con C3PO per gli amanti di Star Wars, ma tutto sommato tranquillizzante, anche dopo la spinosissima vicenda Sterling. Sì, questo giro c’era davvero del materiale interessante, probabilmente non da giustificare paragoni con la classe che ha recentemente compiuto trent’anni, ma ci sarà da divertirsi. No, la giacca di Wiggins per quanto audace non ci è proprio piaciuta, la personalità non manca, vedremo il resto. Sì, Lakers e Celtics han scelto entrambe in top ten. E no, non succedeva da quarantotto anni.
LOS ANGELES LAKERS (Julius Randle, Jordan Clarkson). I Lakers si son presentati al draft con quattro giocatori a roster per la stagione ventura, tre esterni e l’oggetto di culto canadese Robert Sacre. Il dictat dell’estate di Kupchak rimane quello di fornire a Kobe una squadra subito competitiva in termini di efficienza e francamente profili migliori dell’ormai ex wildcat Julius Randle non ce n’erano “perso” Smart. Randle è sicuramente un giocatore con un profilo interessante viste le difficoltà atletiche sotto canestro dei Lakers made in D’Antoni (peggior squadra a rimbalzo della lega in termini percentuali) e può garantire una buona intensità difensiva visto l’approccio molto muscolare che il ragazzo ha nei confronti della pallacanestro. Offensivamente dovrà adeguare la versione collegiale, basata essenzialmente su situazioni di putback e su tanto post basso, a un gioco più vario, più consapevole fronte a canestro. Ma le possibilità di vederlo candidato al ROY son più che buone. Jordan Clarkson è una comboguard molto abile nelle situazioni di PnR, più che discreto atleta, ma viene da una stagione dove ha faticato moltissimo a trovare ritmo col jumper. Filler che talvolta potrà rivelarsi funzionale, prezioso in termini di cap space.
GRADE: B+
PHOENIX SUNS (TJ Warren, Tyler Ennis, Bogdan Bogdanovic, Alec Brown). Dopo il miracolo di Jeff Hornacek in quel di Phoenix, i Suns si son prefissi l’obiettivo di tornare dal draft con carne fresca pronta a contribuire da subito alla corsa playoff. Ryan McDonough torna in Arizona con TJ Warren, scorer di razza pregiatissima a livello NCAA, Tyler Ennis, brillante point-guard in uscita da Syracuse, Bogdan Bogdanovic, versatilissima guardia serba scuola Partizan, e Alec Brown, sette piedi bianco con ottima mano dalla lunga (converte quasi il 45% delle conclusioni in situazioni di spot-up shooting). Il primo rimane, per caratteristiche, il giocatore più peculiare di questo draft. Warren è stato il giocatore più cavalcato tra i top prospects di tutta la Division I con 23.5 possessi a serata, è un realizzatore sicuramente capace e relativamente produttivo come dimostrano i 1.03 punti per possesso. Nonostante un atletismo che possiamo permetterci di definire sotto average che ne influenza anche un mediocre impatto difensivo (e i dubbi sulla possibilità di tenere un tre NBA sussistono), l’istinto offensivo dell’ex Wolfpack lo porta ad essere una versatilissima opzione per l’attacco di Hornacek come dimostra la distribuzione delle sue conclusioni dal campo e la sua naturale capacità di muoversi lontano dalla palla. Phoenix ha inoltre deciso di tutelarsi nel caso in cui uno tra Bledsoe (che è RFA) e Dragic dovesse partire per arrivare a un big, scegliendo il play canadese Tyler Ennis. Giocatore intelligente, d’impostazione sistematica, mentalmente solido, legge magnificamente le pick situations e non perde quasi mai il pallone. Deve consolidarsi a livello realizzativo dove segna solo 0.88 punti per possesso. Per Bogdan invece, ahi noi, ci toccherà aspettare almeno un altro anno: Obradovic e il CSKA ci han messo gli occhi sopra…
GRADE: B+
SACRAMENTO KINGS (Nik Stauskas). Niente point-guard per Sacramento, i Kings hanno deciso di scegliere Nik Stauskas, sophomore in uscita da Michigan. Non esiste praticamente nulla che il canadese non sappia fare su un campo da pallacanestro, in un anno è riuscito nella transizione da scarico reperibile sulla linea dei tre punti per Trey Burke a giocatore totale. Chiariamoci subito: Stauskas NON è un SOLO tiratore. Quest’anno, su 202 tentativi da tre punti effettuati, è stato il Wolverine che ha tirato, in termini percentuali, meno assisted dell’intero roster a disposizione di coach Beilein. Risultato? 44% dalla lunga fungendo da portatore di palla primario per larghi tratti della stagione. Letale quando gioca il PnR, maturato atleticamente e nella gestione dell’arancia, passatore sopra average son le cosine scritte sul suo biglietto da visita (il rating offensivo è vicino ai CENTOTRENTA) e sinceramente il fatto che non sia proprio un difensore competente ci interessa il giusto. Fin qua tutto bene. Il problema è: a Sacramento PERCHE’ con Elfrid Payton disponibile? Vero, la stagione sotto le aspettative di McLemore ha destato non poche preoccupazioni, ma una bocciatura sarebbe comunque prematura. I Kings pensano di riuscire a farli giocare assieme (con Rudy Gay, con Cousins…). Mah, Nik, siamo tutti con te. Stay positive.
Grade: C- (e Nik ci piace eh, eccome)
LOS ANGELES CLIPPERS (Cj Wilcox). I Clippers son riusciti nell’impresa di scegliere per ben due anni consecutive lo stessa tipologia di prospetto. Identico. Dopo Reggie Bullock arriva allo Staples Cj Wilcox, tiratore eccellente (anche quest’anno in odore di 40% dalla lunga, dato che si corregge verso l’alto in situazioni di catch and shooting), giocatore solido, ma difficilmente in ottica NBA verrà impiegato con continuità come opzione offensiva di una qualunque rilevanza. Tornerà utile in termini di spacing, ma se proprio Rivers e compagnia volevano puntare su un esterno si poteva andar su qualcosa di un pochino più futuribile (Robinson III, McDaniels, Early, Grant eran tutti disponibili), anche perché nella propria metà campo Wilcox è sì volitivo, ma non fornisce certo garanzie illimitate. Doc ha recentemente asserito che alla ventotto si trattava del miglior prospetto disponibile. Anche no Doc, e comunque hai Jamal e JJ sotto contratto anche l’anno prossimo…
Grade: D-
GOLDEN STATE WARRIORS (Nada de nada). No, I guerrieri della baia non han partecipato alla festa del draft. La loro pick è da qualche parte a Salt Lake City, scambiata nell’affare che ha portato Iguodala in maglia Warriors. Utah ci ha scelto Rodney Hood. In termini relativi un giovine dalla panca avrebbe aiutato Golden State viste le difficoltà con la second unit avute quest’anno, ma Iguodala è Iguodala. Impossibile darne una valutazione realistica in termini di scelta al draft. Sicuramente Dre una mano (anche due) l’ha data…
Grade: ci vediamo al prossimo appello…
Articolo di A. Guerrini