NBA Draft: Nick Johnson
L'esplosiva guardia da Arizona vuole ripercorrere la strada tracciata dallo zio, il tre volte campione NBA Dennis Johnson
Nick Johnson potrebbe essere il classico 'steal' dell'ormai prossimo Draft 2014.
Il nipote del compianto Dennis Johnson, attualmente previsto da DX al N.52 , viene visto da molti come un 'tweener', troppo piccolo per fare la guardia e senza la mentalità necessaria per giocare da playmaker.
Però, andando a guardare il fornitissimo database del solito Draftexpress, si scopre che il suo standing reach è superiore a quello di Gary Harris, la guardia da Michigan State considerato tra i migliori nel ruolo. Ed anche atleticamente tra i due non sembrano esserci paragoni.
Intendiamoci, questo non significa che Johnson è migliore dell'ex Spartans, ma solo che anche l'ex Arizona può giocare da guardia tiratrice in NBA. Ancor di più considerando la tendenza generale verso lo 'small-ball' e la scelta di alcune squadre di avere più giocatori possibili in grado di trattare bene la palla.
Da junior Johnson è stato il trascinatore dei Wildcats, che hanno vinto 33 delle 38 partite giocate (nelle sconfitte la guardia ha tirato con il 32% da due ed il 24% da tre) con una difesa di squadra strepitosa, guidata appunto da lui e da Aaron Gordon. Il principio base era quello - molto in voga nella NBA - di forzare gli avversari a prendere più tiri possibile dalla media distanza, ed è stato rispettato come meglio non si potrebbe. Infatti Arizona ha 'concesso' agli avversari ben il 48.8% di tiri dalla media su quelli totali, di gran lunga il miglior dato in Division One (seguono North Carolina con il 46.8% e Michigan con il 44.9%). Un vero e proprio muro nel gioco a metà campo, sbriciolato solo da Frank Kaminsky (28 punti e 11 rimbalzi) nelle Elite Eight.
Johnson ha l'atletismo, l'esplosività ed il mindset per difendere sulla maggior parte delle guardie e su tutti i playmaker, è uno che gioca sul serio sui due lati del campo, al contrario di diversi prospetti che probabilmente saranno scelti prima di lui. Contro il temibile backcourt di Gonzaga nel torneo NCAA ha chiuso con 17 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, 3 recuperi e 4 stoppate....
In attacco il pezzo forte è la penetrazione, sia per concludere che per servire i compagni. Il tiro da tre è buono ma non ottimo, comunque da rispettare.
Non è, e probabilmente non sarà un campione, ma è un giocatore solidissimo e con le abitudini giuste per inserirsi subito in una rotazione NBA. Alla N.52 sarebbe un vero e proprio furto...
Gli highlight della sua ultima stagione, nella quale è stato eletto giocatore dell'anno nella Pac12 ed inserito in una serie di All-American: