NBA on fire: Luis Scola
La power forward argentina a quota 20 nella vittoria sugli Hawks
Il 101-85 con cui Indiana ha pareggiato la serie contro gli Hawks non basterà a dichiarare conclusa la crisi di gioco e risultati degli uomini di Vogel (a rischio?), ma è quello che serviva in questo particolare momento. L'ennesima sconfitta sarebbe stato un colpo difficilissimo da incassare, anche per un gruppo tosto e con diversi veterani.
Proprio uno dei più 'navigati' del roster ieri ha dato una gran mano, Luis Scola.
In totale fanno 20 punti (9 su 14 da due, 2 su 4 ai liberi) e 7 rimbalzi in 19 minuti, con +17 di plus/minus. Fondamentale con 11 punti e 5 rimbalzi nel secondo periodo, prima della sfuriata decisiva del terzo quarto.
Indiana non ha la capacità di essere una macchina da canestri nel proprio DNA, con l'acquisto di Scola (per una prima scelta 2014 più Gerald Green e Miles Plumlee) si sperava di aver trovato un leader della seconda unit, in grado di dare un buon contrbuto senza giocare minuti da starter.
I 17 minuti di media nella regular season sono il minimo in carriera per l'argentino, e le sue cifre sono calate di conseguenza. Guardando con attenzione però si scopre che è tornato ad incidere a rimbalzo (10.1 sui 36 minuti, 23.4% di Defensive rebound percentage, solo nel 2008/09 ha fatto registrare un dato leggermente migliore), e che quando ha giocato bene la squadra ha vinto quasi sempre. Indiana ha vinto 28 delle 31 partite in cui ha preso almeno 6 rimbalzi, e 12 delle 14 in cui ha chiuso con almeno 11 punti.
Probabilmente durante la regular season Vogel ha spremuto troppo i titolari ,1468 minuti, di gran lunga il quintetto più utilizzato in NBA (solo quelli di Portland e Minnesota superano i 1000 minuti), impedendo quindi alle riserve di trovare il giusto ritmo. La sensazione è che si fidi solamente di C.J. Watson tra i piccoli, e di Scola e Mahinmi tra i lunghi.
Per fare strada nella postseason tutti e tre dovranno supportare al meglio gli starters, Scola ha già iniziato....