Michele Antelli racconta a Sportando l'impresa ai mondiali U19
Breve chiacchierata con uno dei protagonisti dell'argento ai mondiali under 19
Da un punto di vista personale, il mio ruolo era quello di cambio di play dietro a Penna quindi l’obiettivo era quello di dare una mano alla squadra, sapendo che il minutaggio sarebbe stato minore rispetto a quello che ho nel mio club. L’aspettativa di squadra, prima del campionato, era quella di ripetere quello fatto dai ’96 due anni fa ed arrivare tra le prime 8 del mondo.
Esordio difficile contro Angola
Le prime partite servono per rompere il ghiaccio, le difficoltà sono aumentate anche perché abbiamo avuto poco tempo per preparare il torneo, tanto che Oxilia ha raggiunto il gruppo solo il giorno prima dell’esordio.
Turning point: il quarto di finale contro la Lituania
I coach hanno preparato molto bene la partita contro la Lituania e noi abbiamo messo in pratica, dal punto di vista mentale e tattico, quello che loro studiavano di notte; siamo stati bravi ad attaccare i loro cambi difensivi ed aprire l’area per i tiri, ad esempio, di Denegri. In difesa l’obiettivo era quello di limitare Sedekerskis e Kulboka in campo aperto e farli correre il meno possibile. Il fatto di essere mentalmente meno tesi ci ha, ovviamente, aiutato ma la chiave è stata la totale applicazione del piano partita.
L’impresa contro la Spagna
Il piano partita era quello di togliere le penetrazioni e gli 1vs1 di Vila collassando l’area per costringerlo a scaricare il pallone o fare un palleggio in più. A 3 minuti dalla fine, sul -11, abbiamo leggermente perso le speranze. Durante il timeout Capobianco ci ha detto, con molta calma, di riprendere a giocare come sapevamo accelerando il ritmo e rimanendo uniti dal punto di vista mentale; quello che ha poi fatto Bucarelli è super.
Finale senza storia con il Canada
La partita è iniziata malissimo, non abbiamo rispettato il piano tattico che era quello di limitare i contropiedi ed i rimbalzi offensivi ma non si può dire che non ci abbiamo provato, era una finale del mondo e non provarci sarebbe stato un insulto a noi e a tutti quelli che ci guardavano. Ci prendiamo questo argento con molta fiducia e voglia.
Mancanza di una punta di diamante
La mancanza di una prima punta e la capacità di trovare sempre un protagonista diverso è stato sicuramente un nostro punto di forza; ricordo che prima della finale andai a cercare l’articolo di preview sul sito della Fiba ed, anche lì, veniva sottolineata la forza del gruppo indicando come key matchup: RJ Barrett vs Italian team.
Giocatori da segnalare (oltre a Barrett)
Senza dubbio Hachimura (Giappone), un 3 che era costretto a giocare come centro in nazionale, Font (Spagna), tiratore che, personalmente, mi fa impazzire, Djuricic e Darling (Canada) che in finale hanno fatto sempre le cose giuste, al momento giusto.
Argento al mondiale: rivincita per il basket italiano o urgono comunque cambiamenti?
Coach Capobianco, dopo la finale, ci ha ringraziato non tanto per l’argento, ma soprattutto perché abbiamo dato una scossa anche dal punto di vista mediatico; sui social ed in TV tutti parlavano dell’U19 del basket. Questa medaglia dimostra che, con la fiducia dell’allenatore, noi giovani possiamo contribuire già adesso, ogni domenica. Per Bucarelli ma, in generale, per tutti noi, penso sia meglio affermarsi in seconda serie rispetto a fare panchina in serie A, pur allenandosi con atleti di livello superiore.