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Nazionali 05/09/2014, 17.59

Sportando intervista Katsikaris: passato, presente e futuro del coach greco

Le parole di Fotis Katsikaris a Sportando

Nazionali

Durante il giorno di pausa alla FIBA World Cup c'è stata l'occasione di incontrare il coach della Grecia Fotis Katsikaris.

Ecco le sue parole nel corso di una lunga intervista che il greco ci ha rilasciato su tutta la sua carriera da allenatore.

 

Sportando: Non possiamo non partire dalla sua aspirazione a diventare un allenatore. Folgorazione oppure scelta meditata da tempo.

Katsikaris: “Mi è sempre piaciuto guardare oltre alla partita, alla “semplice” vita da giocatore. Osservavo i miei avversari, cercavo di capire tutto quello che riguardava ogni aspetto delle gare, mi aiutava certo il mio ruolo di play in campo. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto conoscere anche gli altri aspetti, quelli gestionali dell'allenatore, di come cercare di cambiare le partite, gestire i giocatori ecc, insomma diciamo istinto innato”.

 

Sportando: Il primo incontro della sua carriera, e lo ha detto spesso, è stato Kresimir Cosic, il leggendario centro croato che è stato suo allenatore quando indossava la casacca dell'Aek.

Katsikaris: “Ecco in questo caso possiamo davvero parlare di fulminazione, la chiamata di un grandissimo come Cosic ha cambiato molte cose nella mia vita. Stavo per abbandonare la carriera di giocatore seppur giovanissimo, avevo 23 anni e studiavo economia negli Stati Uniti, insomma il basket giocato non era il mio primo pensiero. Cosic mi volle fortemente all'AEK e da li cambiò tutto. Kreso era un allenatore ed una persona unica, è stato prima di tutto un anticipatore dei tempi. Esattamente come quando giocava, aveva trasformato il ruolo del centro, facendolo diventare una sorta di secondo playmaker. Anche nei suoi anni da coach aveva capito cosa sarebbe diventato il basket moderno, quello che vediamo giocare oggi, con i lunghi che giocano tantissimo sul perimetro, un basket più veloce e con ruoli assai meno definiti. L'unica “pecca” forse fu quella che la sua rivoluzione arrivò troppo presto, e troppo presto purtroppo una grandissimo come lui ci ha lasciato”.

 

Sportando: Leggende e grandi maestri che non sono mancati nella sua esperienza sia da giocatore che come assistente sempre all'AEK.

Katsikaris: “La vita è spesso questione di timing, giusto o sbagliato, trovare le persone e le situazioni giuste. All'AEK ho avuto il privilegio di avere coach come Ivkovic e Sakota da cui ho imparato molto. La formazione è sempre importante, l'AEK era una formazione di grande spessore, protagonista in campionato e nelle coppe, ho avuto tempo e modo di imparare ed osservare come gestire le varie competizioni, insomma una crescita costante, un primo tassello fondamentale per me come coach che mi è stato utilissimo nelle mie stagioni da capo allenatore sempre all'AEK sino al 2005”.

 

Sportando: Esperienze che le sono valse il suo primo grande incarico fuori dalla Grecia, ovvero la chiamata della Dynamo San Pietroburgo.

Katsikaris:” Una grande soddisfazione per me ma soprattutto una sfida molto difficile la scelta della Dynamo. Fu la mia prima volta lontano dalla Grecia, lontano dalla mia famiglia che per me è il tassello più importante della mia vita. Ogni scelta la condivido sempre con loro, ed anche quella non fece eccezione. La ricordo come un'avventura straordinaria, con risultati sul campo eccellenti e con un finale amaro visto che la Dynamo purtroppo dovette soccombere travolta dai problemi finanziari. Resta il rammarico di pensare a cosa si sarebbe potuto costruire se si fosse potuto andare avanti”.

 

Sportando: Guai finanziari e bancarotte che furono solo le anticipazioni di quanto poi sarebbe accaduto in maniera ancora più drammatica in futuro in tante realtà europee. Il basket e la crisi, binomio che affligge il mondo della pallacanestro da oltre un lustro. La sua visione e, nel caso, la sua ricetta per come affrontare questo momento particolare.

Katsikaris: “Ormai sappiamo molto bene che questa fase non sta durando da poco, e non si vedono vie di uscite a brevissimo. Allora io dico, proviamo ad affrontare il problema. E dico tutte le componenti del basket: società, allenatori, GM, ma anche stampa e tifosi. Guardiamo il problema di fronte a noi e cerchiamo di interagire con quella che è la realtà, non con quello che vorremmo fosse. Una sfida certo, e non da poco, ma prendiamo il lato positivo. Gli stimoli, a capire meglio cosa proporre: noi allenatori nel gioco, nella ricerca degli atleti. E' cambiato tutto rispetto solo ad un decennio fa, pensiamo a quanti giocatori arrivano dagli Stati Uniti dal college. Tanti prospetti possibili, scelte difficili ma anche stimolanti, non solo per noi allenatori, anche per i GM che mettono a frutto esperienza e competenza. Pensiamo ai nostri giocatori giovani a trovare talenti da sviluppare nelle nostre rispettive nazionali, a dare spazio a ragazzi che vogliono emergere. Le risorse sono poche? Non sempre le risorse vincono i titoli, a tutti i livelli dall'Eurolega sino a tornei nazionali. L'esempio classico?Il Maccabi di David Blatt, chi avrebbe detto un anno fa che gli israeliani sarebbero stati i vincitori delle F4? C'erano, sulla carta ovviamente, roster più competitivi e profondi del Maccabi, eppure Blatt ha fatto un gradissimo lavoro, motivando i suoi e trovando le risposte tecniche giuste. Per questo dico non scoraggiamoci e troviamo il modo di fare diventare questo momento difficile una sfida, ripeto con i piedi ben ancorati alla realtà che è tutt'altro che facile”.

 

Sportando: Citando David Blatt non possa che farle fare l'ipotetico ponte sull'oceano. I Cavs hanno optato per l'ex coach di Treviso per la prossima stagione, sfida difficile ed ambiziosa a dir poco.

Katsikaris: “Sfida complicata ma affascinante, con tante difficoltà ma anche un roster molto ricco e con tante aspettative. Aspettative che però credo che Blatt saprà gestire e sono sicuro possa avere successo. Ha un grande vantaggio, oltre ad essere preparatissimo e con grande esperienza, è americano (e questo gli evita alcuni degli ovvi problemi di adattamento che avrebbe un coach europeo) ma si è formato cestisticamente da noi in Europa. Insomma può rappresentare il meglio delle due realtà, NBA ed europee. Gli americani in questo guardano sempre un po' più avanti, prima hanno lentamente ampliato il mercato introducendo giocatori europei, ora è il momento dei coach. Noi pensiamo di andare alla conquista dell'America ma in realtà sono loro che ci conquistano – scherza sorridendo Katsikaris. E sia chiaro credo che noi allenatori europei saremmo non felici ma felicissimi se Blatt dovesse arrivare a grandi traguardi, così come Ettore Messina che non dimentichiamo è un altro straordinario allenatore che potrebbe fare molto bene laggiù. Sono i nostri ambasciatori e chissà un giorno molti di noi potrebbero ripetere lo stesso percorso fatto dai tanti giocatori europei sbarcati tra i Pro”.

 

Sportando: Torniamo nel vecchio continente, dopo la Russia è il momento della Spagna, a Valencia. Esperienza questa volta in chiaroscuro, con il Pamesa non arrivano i risultati sperati.

Katsikaris:” Nella vita credo siano fondamentali ancora di più le esperienze negative, spesso, rispetto a quelle positive. Sia chiaro, non considero affatto negativa la mia avventura a Valencia, anzi mi è servita molto e ringrazio di cuore Johnny Rogers, allora GM del Pamesa, che ha avuto fiducia in me. Erano anni particolari, Valencia veniva alcune stagioni di grande successo, stavano riprogettando la squadra in un periodo di cambiamento, non sempre queste transizioni procedono nel modo giusto. Ricordo che trovavamo sempre il modo di perdere contro una Joventut Badalona che era a dir poco la nostra bestia nera, una Joventut a mio parere tra le più forti di tutti i tempi. Mi dispiacque davvero chiudere prematuramente la mia avventura con il Pamesa”.

 

Sportando: Spagna che toglie ma anche Spagna che da, a dir poco magica la sua esperienza a Bilbao.

Katsikaris: “Non riesco davvero facilmente a parole a definire il mio rapporto con Bilbao. E' un legame importante, la vive ancora la mia famiglia, i miei figli studiano li, pensa che in questi giorni veniva gente di Bilbao qui in albergo a Siviglia per portarmi dolci, regali ed anche solo per stringermi la mano e darmi l'incoraggiamento per il mio lavoro con la Grecia. Sono stati anni bellissimi, ricordo l'attaccamento della gente che sentivi sempre pronta a sostenerti. Bilbao è nel mio cuore, sempre”.

 

Sportando: Grande occasione professionale ma anche tanto cuore nella scelta di allenare la nazionale del suo paese.

Katsikaris: “Mi fai una domanda ancora una volta che tocca i miei sentimenti più profondi – sottolinea con sorriso amabile Katsikaris – è un sogno che diventa realtà. Amo in modo viscerale il mio paese, anche adesso che spesso sono lontano, quando ad esempio accompagno i miei figli nella scuola americana di Bilbao, sono gli unici greci, vedo a volte la nostra bandiera tra le altre e mi fa sempre un certo effetto. So che sembra anche troppo sentimentale ma è così. Quindi capisci che quando è arrivata questa opportunità ho toccato il cielo con un dito. Abbiamo un lavoro duro ed importante davanti ma ricco di stimoli. Stiamo cambiando in parte pelle, c'è un gruppo solido ed importante che sta lavorando, ma come dico sempre continuiamo a goderci i piccoli progressi. Non amo fare voli pindarici, conservo sogni e cerco di pensare in grande ma mi muovo solo passo passo. E qui in nazionale voglio adottare lo stesso metodo con i miei ragazzi. Farò di tutto perchè questa chiamata diventi qualcosa di importante, senza ossessioni ma con la ferrea volontà di dare e realizzare il meglio. Credo ci sia tutto per fare un lavoro valido e significativo”.

 

Sportando: Un lavoro lasciato “a metà” a Salonicco, dove l'Aris ora guidato da Nikos Galis sta cercando di rinascere, e magari un giorno con Katsikaris allenatore.

Katsikaris: “Tutto può essere, davvero – sorride questa volta davvero divertito l'ex coach di Bilbao – non escludo affatto che un giorno succederà. Torniamo ancora a quello che ti raccontavo prima sul timing. Bisogna centrare tempi e modalità giuste ed, a volte, queste cose non coincidono con i progetti che provi a realizzare. Arrivai all'Aris in un momento particolare, c'erano difficoltà e le cose purtroppo non hanno funzionato, peccato perchè ci tenevo moltissimo. Ora è tornato un monumento come Galis, in panchina c'è un eccellente coach come Priftis, si stanno gettando credo le basi per il futuro. Ecco la cosa importante è proprio questa, che intanto stiano mettendo le basi per evitare i problemi del recente passato, il resto verrà nel futuro. L'Aris è parte del nostro patrimonio cestistico, è grazie ai gialloneri di Salonicco che il nostro basket è cresciuto ed è diventato importante nella seconda metà degli anni '80. All'epoca non era in campo solo Salonicco, ance al Pireo, ad Atene, tutte i locali, i bar, trasmettevano le partite di coppa Campioni dell'Aris. Allora erano gli ambasciatori del basket greco, l'intera Grecia del basket era con loro”.

© Riproduzione riservata
M. Taminelli

M. Taminelli

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 10 Commenti
  • OlimpiaArmaniJeansMi 06/09/2014, 10.12

    Gran bella intervista, complimenti a voi e sopratutto a lui come allenatore.

  • Ciuminteros 06/09/2014, 10.01 Mobile

    Articolo bello ed interessante, compl

  • TheJoshuaTree 06/09/2014, 02.45 Mobile

    Eccellente lavoro, bravi e grazie! Complimenti al Coach, grande stima.

  • TripleCrown 06/09/2014, 02.09 Mobile

    Grazie sportando!!!

  • DirkBarba 05/09/2014, 21.19

    Gli auguro il meglio, stima assoluta

  • leomin 05/09/2014, 21.17

    Grande allenatore e grande intervista queste sono l interviste che vogliamo Sportando, che spaziano dal basket alla vita e viceversa.. GRAZIE!

  • Anklebreaker 05/09/2014, 20.55

    Un grande allenatore. La vera svolta per la nazionale greca.

  • NeuDel 05/09/2014, 19.34

    natural born Coach

  • natashamir 05/09/2014, 18.20

    Bella persona...se penso che il predecessore era il Tricheco...