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Nazionali 04/09/2014, 00.17

Pepe Sanchez e Fabricio Oberto: L' Argentina crescerà, Filippine squadra pazzesca

Le due ex grandi stelle, stupiti dalle Filippine e Senegal, sono ottimisti sul futuro della Celeste

Nazionali

 

Pepe Sanchez e Fabricio Oberto, due dei grandi rappresentanti di quella che è stato la più grande nazionale Argentina, meglio conosciuta come la “generacion dorada”, ci raccontano la loro visione della celeste attuale. Fiducia, prospettiva ed analisi anche di quanto osservato da questi due fuoriclasse nel girone sivigliano.

Sportando: La Celeste è in fase di cambiamento, quanto conta in questa fase di transizione la presenza di campioni come Prigioni, Scola e Nocioni, gli ultimi della vostra straordinaria generazione che ha vinto tantissimo.
Sanchez: “E' un contributo a dir poco determinante. Difficile, forse impossibile da quantificare, ma decisivo. Aiutano i ragazzi più giovani e con meno esperienza ad affrontare tornei duri, avversari difficili e soprattutto a superare i momenti negativi che in queste situazioni abbondano”.
Oberto: “Sottoscrivo tutto quello che ha detto Pepe ed aggiungo. Guardate la partita di oggi, ogni volta dalla panchina arrivava l'incoraggiamento diretto solo per i più giovani. Mirato solo per loro per fare sentire la fiducia ma anche per dire “ehi ti stiamo osservando, non mollare che ci siamo qui anche noi a dare una mano”. Fiducia e responsabilità, le due chiavi per lasciare spazio e crescita alle nuove generazioni”.

Sportando: Un rapporto particolare ed un feeling anche con il vostro caldissimo pubblico. Sembrano sentire anche loro questa esigenza di fiducia e serenità che il nuovo gruppo di coach Lamas abbisogna per progredire, non solo in questo torneo.
Oberto: “Il rapporto speciale che tu citi si è costruito con il tempo ed arriva proprio da quello che si è costruito partendo dalla nostra generazione. Non solo per le vittorie ma anche penso per l'esempio in campo, l'attaccamento alla maglia, e la voglia di non rassegnarsi mai”.
Sanchez: “ I nostri tifosi comprendono bene che dopo ogni generazione, soprattutto con una tradizione vincente, ha bisogno di tempo e sostegno per ricostruirne un'altra. Mostrano tutto il lor calore, hanno già scelto nuovi beniamini, sono pazzeschi con il loro calore”.

Sportando: Un vostro giudizio sulla vostra nazionale nelle prime 4 partite e quali traguardi pensiate siano raggiungibili in questo mondiale.
Sanchez:” Sulle prospettive difficile dire adesso, dipende troppo dal sorteggio che troveremo, e quindi dalla sfida di domani, per ora è tutto abbastanza complesso da pronosticare. Sulla squadra credo che stia progressivamente crescendo, nonostante qualche problema contro le Filippine io vedo un gruppo in crescita. Sugli esterni in generale non abbiamo tantissimi problemi, sono molto fiducioso sulla crescita delle nostre guardie, mi piacciono molto sia Campazzo che Laprovittola. Siamo più indietro sui lunghi, ma anche perchè mancano un po' di esperienza. Servirebbe gente tipo questo signore che ho qui di fianco che se la cavava ai suoi tempi” – ironizza con un largo sorriso indicando Oberto l'ex play della celeste.
Oberto: “Lasciamo crescere ancora questi ragazzi sotto canestro – risponde divertito Oberto – sono ancora acerbi ma possono lavorare e daranno il loro contributo sia Delia che gli altri. Come dicevamo prima serve tempo e pazienza”.

Sportando: Un vostro giudizio sulle cose più curiose ed interessanti di questo girone a vostro avviso ad una gara dalla fine della prima fase.
Sanchez: “Le Filippine rappresentano una sorpresa assoluta per lo stile di gioco, certo dal punto di vista dei risultati l'exploit del Senegal è la vera notizia. Entrambe le cose vanno nella stessa direzione. Il basket, come in tante altre cose, “subisce” la legge della globalizzazione, il gap tra le squadre di un certo livello e le emergenti si va progressivamente riducendo, dieci anni fa certi progressi non c'erano ancora stati. Ed è bello che oggi sia così”.
Oberto: “Anche io sono affascinato dai tanti progressi di Senegal e Filippine. Blatche e compagni sono l'esempio davvero più singolare e suggestivo. E' difficile realmente giocare con loro, non hanno un vero big man, non possono fare quasi per nulla pick 'n roll che è lo schema dominante ormai sia nel basket FIBA che in quello NBA. Eppure quello che all'inizio ti sembra un basket folle o totalmente disordinato è in realtà molto più organizzato di quello che appare. Giocano non solo a folle velocità, con la stessa rapidità cercano soluzioni offensive di continuo, non facile con la loro taglia fisica eppure riescono a trovare i tiri che danno loro fiducia. Mi ricordano in parte l'imprevedibilità e gli schemi avveniristici della Nuova Zelanda di qualche anno fa. Erano un rebus pazzesco, giocavano con Cameron che era un razzo e creava nuove situazioni offensive di continuo, ricordo che spesso mi trovavo strani accoppiamenti con lui che mi girava attorno e Sean Marks all'esterno, oppure viceversa togliendomi spesso visuale e punti di riferimento, un vero incubo”.

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M. Taminelli

M. Taminelli

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