Palestrina firma Manuel Carrizo
Il comunicato della società
Colpo di mercato in casa Pallacanestro Palestrina, la società arancio verde si è assicurata le prestazioni sportive per la prossima stagione di Manuel Carrizo!
Un nome che per gli addetti ai lavori non ha bisogno di altro da aggiungere, ma i suoi successi meritano ancora di essere elencati per averne fatto uno dei più forti della sua generazione. L’ala argentina classe 1980 (198 cm) ha un rapporto particolare con la nostra regione: trionfa a Veroli insieme a Gagliardo nel 2007, vince uno storico campionato a Ferentino nel 2012 mentre a Latina (dopo ripescaggio) riporta i pontini in A2 Silver aggiungendo una Coppa Italia col titolo di MVP. Infine viene completata la sua trafila di grandi successi nel Lazio con il recente approdo in seconda serie con la maglia del Cassino. Temperamento, classe e un innato senso del killer instict, Carrizo è uomo a cui affidare i palloni più importanti di una gara e in generale della stagione, non a caso nello spareggio di giugno contro San Severo è stato il suo contributo nell’ultimo quarto a portare i ciociari alla vittoria.
Parte dall’Argentina la carriera di Carrizo, arrivando inoltre terzo ai mondiali under 21 del 2001 con Scola e Delfino. In piena rampa di lancio arriva in Italia vestendo le maglie di Sassari (qui la prima promozione in A2), della già citata Veroli (secondo successo) e di Venezia. Cinque anni tra Ferentino e Latina poi ancora in A2 con i colori di Casalpusterlengo, prima di essere allettato dall’ambizioso progetto della società cassinate, con un intermezzo a Valmontone dove contribuisce a portare i casilini alle finali di Coppa Italia.
Un giocatore abituato a trovare continuamente stimoli nuovi in una carriera lunghissima e, non a caso, ricca di soddisfazioni perché Manuel ha fatto del basket la sua ragione di vita e tutta Palestrina si augura che possa continuare a mostrare il suo infinito talento. Per tantissimo tempo avversario dei nostri colori, da oggi Carrizo “smetterà” di essere l’incubo temuto per oltre un decennio e cercherà con tutte le sue forze di risultare decisivo per le ambizioni arancio verdi.
Parlaci delle tue sensazioni nell’accettare la sfida in una squadra di cui sei stato eterno avversario, quasi sempre vincendo.
Quali sono le tue aspettative, dopo aver vinto un altro campionato, e che ambiente ti aspetti?
“Vivo tante e belle sensazioni particolari, ho giocato tantissimi derby con Palestrina, con Ferentino, Veroli, Latina, Valmontone, Cassino, sono state tutte gare speciali e da allora mi ha sempre colpito il calore, la passione, il tifo che c’è che rende difficile vincere in un campo come quello di Palestrina. Questo spero che ci sia anche il prossimo anno perché è stato ovviamente uno dei fattori per farmi scegliere di giocare a Palestrina, cosa c’è di più bello di un fattore campo così? unito alla conoscenza del basket che c’è a Palestrina. E’ quel qualcosa in più che una società ha per attirare uno come me e rendere felice un giocatore di vivere da protagonista un campionato con la voglia di far bene.”
Il tuo rapporto con Gagliardo ha aiutato a scegliere Palestrina? Avreste voluto rigiocare un anno insieme e invece solo uno di voi è ancora in campo.
Inoltre troverai due argentini come Ochoa e Morici, quanto li hai conosciuti?
“Sono una persona riservata e con pochi amici, ma quei pochi fanno parte della mia famiglia allargata e Pippo è uno di questi. Ha avuto una grande influenza per convincermi ad andare a Palestrina, ci siamo parlati e da subito ci siamo capiti, lui sa cosa voglio e cosa posso dare. Mi fido di lui ciecamente, delle sue capacità, una persona straordinaria mi piacerebbe averlo accanto in un campo anche a 60 anni. E posso dire altrettanto di Nacho, è un amico del cuore, abitiamo relativamente vicino in Argentina e ci conosciamo da quando avevamo 10 anni! Ci vogliamo bene e poter giocare insieme è un sogno, le nostre famiglie sono legate in maniera speciale, Nacho e Pippo. Con Nico Morici ci siamo conosciuti poco ma ci siamo affrontati sul campo e mi è sempre piaciuto come giocatore, atteggiamento, da buoni argentini ci siamo trovati bene e lui è un bravissimo ragazzo con la voglia di migliorare. Gli auguro che sia il suo anno per lottare in una squadra di vertice anche perché ritengo che ha un potenziale enorme, con un margine di miglioramento che ancora non sappiamo dove potrà arrivare.”
Hai appena vinto un campionato partendo da terzo, a Veroli partivate come quinti, quanto conta la classifica regular season e quanto i playoff?
Continui ad essere decisivo nelle partite decisive, speri di regalare a Palestrina qualcosa che non ha mai raggiunto?
“Per vincere un campionato bisogna arrivare bene al momento giusto e questo accade nei playoff, ci vuole la salute, che la squadra sia pronta. Sicuramente arrivare tra le prime posizioni da dei vantaggi e non ci sono dubbi però la parte più importante resta il playoff e noi dovremo essere pronti, lottando comunque per partire più su possibile. Questa è una squadra nuova e avremo bisogno di rodaggio, qui l’ambiente diventa fondamentale per supportarci e aiutarci a crescere. La pressione giusta è buona, perché è una squadra costruita per vincere, ma ci devono appoggiare perché non andrà tutto bene durante l’anno ma poi al momento che conta dovremo arrivarci bene.
Le partite importanti restano quelle più belle, io amo questo sport e quanto più è difficile la sfida e più mi piace. Spero di ritagliarmi il mio ruolo in una squadra importante, di poter dare il mio contributo, se c’è bisogno di me nelle gare decisive per poter raggiungere questo sogno che ha Palestrina e di poter andare in Serie A2. Sono pronto, mi fido delle mie capacità e anche dell’ambiente e dello staff che ha voglia di arrivare a questo obiettivo. “
Un nome che per gli addetti ai lavori non ha bisogno di altro da aggiungere, ma i suoi successi meritano ancora di essere elencati per averne fatto uno dei più forti della sua generazione. L’ala argentina classe 1980 (198 cm) ha un rapporto particolare con la nostra regione: trionfa a Veroli insieme a Gagliardo nel 2007, vince uno storico campionato a Ferentino nel 2012 mentre a Latina (dopo ripescaggio) riporta i pontini in A2 Silver aggiungendo una Coppa Italia col titolo di MVP. Infine viene completata la sua trafila di grandi successi nel Lazio con il recente approdo in seconda serie con la maglia del Cassino. Temperamento, classe e un innato senso del killer instict, Carrizo è uomo a cui affidare i palloni più importanti di una gara e in generale della stagione, non a caso nello spareggio di giugno contro San Severo è stato il suo contributo nell’ultimo quarto a portare i ciociari alla vittoria.
Parte dall’Argentina la carriera di Carrizo, arrivando inoltre terzo ai mondiali under 21 del 2001 con Scola e Delfino. In piena rampa di lancio arriva in Italia vestendo le maglie di Sassari (qui la prima promozione in A2), della già citata Veroli (secondo successo) e di Venezia. Cinque anni tra Ferentino e Latina poi ancora in A2 con i colori di Casalpusterlengo, prima di essere allettato dall’ambizioso progetto della società cassinate, con un intermezzo a Valmontone dove contribuisce a portare i casilini alle finali di Coppa Italia.
Un giocatore abituato a trovare continuamente stimoli nuovi in una carriera lunghissima e, non a caso, ricca di soddisfazioni perché Manuel ha fatto del basket la sua ragione di vita e tutta Palestrina si augura che possa continuare a mostrare il suo infinito talento. Per tantissimo tempo avversario dei nostri colori, da oggi Carrizo “smetterà” di essere l’incubo temuto per oltre un decennio e cercherà con tutte le sue forze di risultare decisivo per le ambizioni arancio verdi.
Parlaci delle tue sensazioni nell’accettare la sfida in una squadra di cui sei stato eterno avversario, quasi sempre vincendo.
Quali sono le tue aspettative, dopo aver vinto un altro campionato, e che ambiente ti aspetti?
“Vivo tante e belle sensazioni particolari, ho giocato tantissimi derby con Palestrina, con Ferentino, Veroli, Latina, Valmontone, Cassino, sono state tutte gare speciali e da allora mi ha sempre colpito il calore, la passione, il tifo che c’è che rende difficile vincere in un campo come quello di Palestrina. Questo spero che ci sia anche il prossimo anno perché è stato ovviamente uno dei fattori per farmi scegliere di giocare a Palestrina, cosa c’è di più bello di un fattore campo così? unito alla conoscenza del basket che c’è a Palestrina. E’ quel qualcosa in più che una società ha per attirare uno come me e rendere felice un giocatore di vivere da protagonista un campionato con la voglia di far bene.”
Il tuo rapporto con Gagliardo ha aiutato a scegliere Palestrina? Avreste voluto rigiocare un anno insieme e invece solo uno di voi è ancora in campo.
Inoltre troverai due argentini come Ochoa e Morici, quanto li hai conosciuti?
“Sono una persona riservata e con pochi amici, ma quei pochi fanno parte della mia famiglia allargata e Pippo è uno di questi. Ha avuto una grande influenza per convincermi ad andare a Palestrina, ci siamo parlati e da subito ci siamo capiti, lui sa cosa voglio e cosa posso dare. Mi fido di lui ciecamente, delle sue capacità, una persona straordinaria mi piacerebbe averlo accanto in un campo anche a 60 anni. E posso dire altrettanto di Nacho, è un amico del cuore, abitiamo relativamente vicino in Argentina e ci conosciamo da quando avevamo 10 anni! Ci vogliamo bene e poter giocare insieme è un sogno, le nostre famiglie sono legate in maniera speciale, Nacho e Pippo. Con Nico Morici ci siamo conosciuti poco ma ci siamo affrontati sul campo e mi è sempre piaciuto come giocatore, atteggiamento, da buoni argentini ci siamo trovati bene e lui è un bravissimo ragazzo con la voglia di migliorare. Gli auguro che sia il suo anno per lottare in una squadra di vertice anche perché ritengo che ha un potenziale enorme, con un margine di miglioramento che ancora non sappiamo dove potrà arrivare.”
Hai appena vinto un campionato partendo da terzo, a Veroli partivate come quinti, quanto conta la classifica regular season e quanto i playoff?
Continui ad essere decisivo nelle partite decisive, speri di regalare a Palestrina qualcosa che non ha mai raggiunto?
“Per vincere un campionato bisogna arrivare bene al momento giusto e questo accade nei playoff, ci vuole la salute, che la squadra sia pronta. Sicuramente arrivare tra le prime posizioni da dei vantaggi e non ci sono dubbi però la parte più importante resta il playoff e noi dovremo essere pronti, lottando comunque per partire più su possibile. Questa è una squadra nuova e avremo bisogno di rodaggio, qui l’ambiente diventa fondamentale per supportarci e aiutarci a crescere. La pressione giusta è buona, perché è una squadra costruita per vincere, ma ci devono appoggiare perché non andrà tutto bene durante l’anno ma poi al momento che conta dovremo arrivarci bene.
Le partite importanti restano quelle più belle, io amo questo sport e quanto più è difficile la sfida e più mi piace. Spero di ritagliarmi il mio ruolo in una squadra importante, di poter dare il mio contributo, se c’è bisogno di me nelle gare decisive per poter raggiungere questo sogno che ha Palestrina e di poter andare in Serie A2. Sono pronto, mi fido delle mie capacità e anche dell’ambiente e dello staff che ha voglia di arrivare a questo obiettivo. “
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