Teate Basket Chieti: il team manager sarà Luca Colella
La Teate Basket Chieti è lieta di ufficializzare l’accordo per la stagione 2018/19 con Luca Colella in qualità di team manager
La Teate Basket Chieti è lieta di ufficializzare l’accordo per la stagione 2018/19 con Luca Colella in qualità di
team manager. La figura di Luca è sempre stata legata a doppio filo con i colori teatini in un viaggio che
parte nel 2004-2005 con la Pallacanestro Chieti, allora in Serie C Nazionale. Oggi riprende da dove aveva
lasciato, al fianco di coach Sorgentone.
Chieti sta ripartendo da una serie importante, avvalendosi di uomini esperti e validi: tu sicuramente
rientri tra questi. Cosa ci puoi dire della tua “seconda” esperienza teatina?
“Intanto ringrazio Massimiliano Del Conte e Michele Paoletti per aver pensato di coinvolgermi. Ritorno a
Chieti, o meglio "casa", in punta di piedi mettendo a disposizione della Società le competenze maturate in
quasi 20 anni di attività. Ho sposato questo progetto con grande entusiasmo, soprattutto perchè una
categoria importante come la Serie B torna nella mia città; ritrovo tanti amici che avevo lasciato 5 anni fa,
persone con le quali ho avuto il piacere di lavorare per tanto tempo.”
Come hai appena detto, torni a Chieti ritrovando diversi amici, prima che collaboratori, tra i quali lo
stesso coach Sorgentone con il quale hai ottenuto tanti successi in passato. I tifosi potrebbero vivere un
dejà vu?
“Come dicevo torno a Chieti, dopo la bella parentesi di quattro anni ad Ortona, e ritrovo tanti validi
professionisti, con i quali ho avuto il piacere di lavorare e soprattutto, persone che fuori dal campo hanno
grande importanza per me e la mia famiglia. Quello che andrà ad iniziare, sarà il sesto anno di lavoro con
coach Sorgentone, ho perso il conto per quanto riguarda il Prof. Falasca e il Dott. Cavallucci, uomini speciali
dentro e fuori dal campo. I tifosi potrebbero vivere un dejà vu? Per ora quello che posso dire è che a viverlo
sarò sicuramente io, lo staff è quasi completamente quello dell'impresa di Mantova. Conoscendoli bene,
posso garantire che quest'anno si lavorerà sodo per andare il più lontano possibile”.
Parti con l’Audax per poi approdare all’Asd Chieti Basket del presidente Di Masso e di Alessandro
Giuliani: il 4 maggio scorso è ricorso il decennale della scomparsa di Ale. Quanto è stato importante per
la tua formazione Alessandro?
“Intanto fammi dire che ho "solo" 38 anni, portati male, ma pur sempre solo 38 anni. Si, ho giochicchiato a
livello giovanile con l'Audax ma, raggiunta la maggiore età, ho realizzato che insistere era inutile, per
rimanere nel basket era meglio cambiare ruolo. Il rapporto con il biancorosso è iniziato l'anno della
promozione in Serie C Nazionale (2004-2005), con la Pallacanestro Chieti ho fatto nove anni, dalla C2 allo
spareggio "salvezza-promozione" di Mantova (2012-2013). Riguardo ad Ale, eravamo diventati inseparabili:
lui accomodante ed io scontroso, famosi i nostri siparietti nei quali io lo insultavo in tutte le maniere e lui
rideva di cuore. Un grande amico, nessuno mi toglie la convinzione che sia andato via per "colpa" della sua
dedizione al lavoro e della sua precisione. Anche se caratterialmente eravamo agli antipodi, per me è stata
sicuramente una figura importante. Porterò sempre con me i suoi giudizi su persone e cose, per questo
spesso sorrido quando arriva il 4 maggio e i social si riempiono di tante belle parole”.
team manager. La figura di Luca è sempre stata legata a doppio filo con i colori teatini in un viaggio che
parte nel 2004-2005 con la Pallacanestro Chieti, allora in Serie C Nazionale. Oggi riprende da dove aveva
lasciato, al fianco di coach Sorgentone.
Chieti sta ripartendo da una serie importante, avvalendosi di uomini esperti e validi: tu sicuramente
rientri tra questi. Cosa ci puoi dire della tua “seconda” esperienza teatina?
“Intanto ringrazio Massimiliano Del Conte e Michele Paoletti per aver pensato di coinvolgermi. Ritorno a
Chieti, o meglio "casa", in punta di piedi mettendo a disposizione della Società le competenze maturate in
quasi 20 anni di attività. Ho sposato questo progetto con grande entusiasmo, soprattutto perchè una
categoria importante come la Serie B torna nella mia città; ritrovo tanti amici che avevo lasciato 5 anni fa,
persone con le quali ho avuto il piacere di lavorare per tanto tempo.”
Come hai appena detto, torni a Chieti ritrovando diversi amici, prima che collaboratori, tra i quali lo
stesso coach Sorgentone con il quale hai ottenuto tanti successi in passato. I tifosi potrebbero vivere un
dejà vu?
“Come dicevo torno a Chieti, dopo la bella parentesi di quattro anni ad Ortona, e ritrovo tanti validi
professionisti, con i quali ho avuto il piacere di lavorare e soprattutto, persone che fuori dal campo hanno
grande importanza per me e la mia famiglia. Quello che andrà ad iniziare, sarà il sesto anno di lavoro con
coach Sorgentone, ho perso il conto per quanto riguarda il Prof. Falasca e il Dott. Cavallucci, uomini speciali
dentro e fuori dal campo. I tifosi potrebbero vivere un dejà vu? Per ora quello che posso dire è che a viverlo
sarò sicuramente io, lo staff è quasi completamente quello dell'impresa di Mantova. Conoscendoli bene,
posso garantire che quest'anno si lavorerà sodo per andare il più lontano possibile”.
Parti con l’Audax per poi approdare all’Asd Chieti Basket del presidente Di Masso e di Alessandro
Giuliani: il 4 maggio scorso è ricorso il decennale della scomparsa di Ale. Quanto è stato importante per
la tua formazione Alessandro?
“Intanto fammi dire che ho "solo" 38 anni, portati male, ma pur sempre solo 38 anni. Si, ho giochicchiato a
livello giovanile con l'Audax ma, raggiunta la maggiore età, ho realizzato che insistere era inutile, per
rimanere nel basket era meglio cambiare ruolo. Il rapporto con il biancorosso è iniziato l'anno della
promozione in Serie C Nazionale (2004-2005), con la Pallacanestro Chieti ho fatto nove anni, dalla C2 allo
spareggio "salvezza-promozione" di Mantova (2012-2013). Riguardo ad Ale, eravamo diventati inseparabili:
lui accomodante ed io scontroso, famosi i nostri siparietti nei quali io lo insultavo in tutte le maniere e lui
rideva di cuore. Un grande amico, nessuno mi toglie la convinzione che sia andato via per "colpa" della sua
dedizione al lavoro e della sua precisione. Anche se caratterialmente eravamo agli antipodi, per me è stata
sicuramente una figura importante. Porterò sempre con me i suoi giudizi su persone e cose, per questo
spesso sorrido quando arriva il 4 maggio e i social si riempiono di tante belle parole”.
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