Pavia, Simone Bianchi presenta la squadra
Le parole di Bianchi
Simone Bianchi apre le porte del suo spogliatoio con l'emozione della prima volta. Si, perché quella che inizia è la sua prima stagione da capo allenatore nella squadra della sua città e la cosa al tempo stesso lo gasa e lo mette alla prova come mai prima. “La notte prima dell'inizio non ho dormito, ho vagato per Pavia camminando, sentivo l'emozione come l'ho sentita quando sono entrato in spogliatoio la prima volta”, ha detto al termine della prima seduta.
Ma ecco le prime sensazioni...
“Del primo approccio con i ragazzi sono soddisfatto. Le prime corse in Vernavola sono poca roba ma mi sembra un bel gruppo, giovane, fatto da tanti bravi ragazzi con voglia di fare”.
Il presidente ha dato già un obiettivo (migliorare il 5° posto dell'anno scorso): coach Bianchi non ha paura
“Quello che ho detto ai ragazzi è che il primo obiettivo nostro dev'essere diventare gruppo il prima possibile. I successi partono da questo, una volta acquisito puoi superare tanti limiti e andare oltre, raggiungendo obiettivi sempre più importanti”.
Alcuni giocatori si conoscevano già bene a Pavia, ma come sono i “nuovi” e i giovani?
“I giovani sono stati presi protagonisti. La panchina è lunga, possiamo andare in campo in 9/10 senza problemi, ho piena fiducia in tutti loro. Li ho scelti io, li ho voluti, so quello che possono fare e che mi possono dare. Loro devono aver fiducia in me e insieme dobbiamo lavorare nella stessa direzione”.
Importante sarà cercare di ritrovare l'affetto del pubblico pavese
“Dipende da noi, da quanta voglia dimostriamo alle persone con le prestazioni e le vittorie. La cosa bella è stato vedere uno spicchio di palazzetto con una ventina di persone che sono venute a seguire l'allenamento, che hanno voglia di venire qui. Sono cose che ti scaldano il cuore”.
L'emozione di guidare la squadra di Pavia con due colleghi e amici storici
“Ho iniziato prima a giocare su questo campo, poi a venire a vedere le partite dalla tribunetta, ora sono in questa veste e l'emozione è tanta. Penso di essere fortunato, anche perché ho al mio fianco Alessandro Beretta e Tommaso Garlaschelli che mi danno una mano. Credo molto in questa scelta, penso sia una cosa che nelle difficoltà mi potrà aiutare. So che posso fidarmi di entrambi: oltre ad essere allenatori competenti e validi, sono amici per me e questo è un altro tassello importante nella costruzione di un gruppo solido”.
Ma ecco le prime sensazioni...
“Del primo approccio con i ragazzi sono soddisfatto. Le prime corse in Vernavola sono poca roba ma mi sembra un bel gruppo, giovane, fatto da tanti bravi ragazzi con voglia di fare”.
Il presidente ha dato già un obiettivo (migliorare il 5° posto dell'anno scorso): coach Bianchi non ha paura
“Quello che ho detto ai ragazzi è che il primo obiettivo nostro dev'essere diventare gruppo il prima possibile. I successi partono da questo, una volta acquisito puoi superare tanti limiti e andare oltre, raggiungendo obiettivi sempre più importanti”.
Alcuni giocatori si conoscevano già bene a Pavia, ma come sono i “nuovi” e i giovani?
“I giovani sono stati presi protagonisti. La panchina è lunga, possiamo andare in campo in 9/10 senza problemi, ho piena fiducia in tutti loro. Li ho scelti io, li ho voluti, so quello che possono fare e che mi possono dare. Loro devono aver fiducia in me e insieme dobbiamo lavorare nella stessa direzione”.
Importante sarà cercare di ritrovare l'affetto del pubblico pavese
“Dipende da noi, da quanta voglia dimostriamo alle persone con le prestazioni e le vittorie. La cosa bella è stato vedere uno spicchio di palazzetto con una ventina di persone che sono venute a seguire l'allenamento, che hanno voglia di venire qui. Sono cose che ti scaldano il cuore”.
L'emozione di guidare la squadra di Pavia con due colleghi e amici storici
“Ho iniziato prima a giocare su questo campo, poi a venire a vedere le partite dalla tribunetta, ora sono in questa veste e l'emozione è tanta. Penso di essere fortunato, anche perché ho al mio fianco Alessandro Beretta e Tommaso Garlaschelli che mi danno una mano. Credo molto in questa scelta, penso sia una cosa che nelle difficoltà mi potrà aiutare. So che posso fidarmi di entrambi: oltre ad essere allenatori competenti e validi, sono amici per me e questo è un altro tassello importante nella costruzione di un gruppo solido”.
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