Catalani: In 10 anni il basket si è visto demolire tutte le realtà che investivano sui giovani
Le parole del responsabile del settore giovanile della Soundreef Mens Sana: I regolamenti e le politiche che sono state adottate hanno fatto sparire tutti quei vantaggi che portavano un club professionistico importante a investire sul vivaio
Le delusioni estive dell'Italbasket, così come la recentissima mancata qualificazione della Nazionale di calcio ai Mondiali 2018, hanno riacceso i riflettori sul tema dei settori giovanili e della loro importanza per la crescita del movimento sportivo tricolore.
In casa Soundreef Mens Sana il percorso iniziato tre anni fa con il vivaio biancoverde sta iniziando a dare i suoi frutti (l'anno scorso i team mensanini hanno raggiunto tre finali nazionali) sotto la guida di Michele Catalani, a cui dalla stagione 2015/2016 è stato affidato il ruolo di Direttore tecnico del Settore Giovanile.
La scorsa estate l'accordo tra Polisportiva e Mens Sana Basket 1871 ha gettato inoltre le basi per un futuro sostenibile e ragionato per le squadre giovanili: Under 20 e Under 18 sono già sotto la sezione Basket.
Il vivaio biancoverde punta dunque ad essere di nuovo un'eccellenza nel panorama della pallacanestro italiana, come conferma lo stesso Catalani.
Michele, come è iniziata questa nuova stagione per le giovanili biancoverdi?
«Molto bene, soprattutto con i gruppi più grandi. L'under 20 è seconda in classifica in un campionato di respiro interregionale con squadre come Pesaro, Rimini o Montegranaro. Ma anche le squadre impegnate nei campionati regionali stanno andando benissimo: l'under 18 e l'under 16 sono al comando dei rispettivi gironi. Il risultato non è l'unico nostro termine di valutazione ma in questa prima parte di stagione il fatto di essere partiti così bene è sicuramente un aspetto positivo».
I prospetti più interessanti?
«Quest'anno abbiamo 8 ragazzi in foresteria che si vanno ad integrare con i nostri gruppi. I volti nuovi sono due classe 2000: uno è Cosimo Costi, proveniente da Firenze, e l'altro è Niccolò Lurini, originario di San Giovanni Valdarno e arrivato dopo l'esperienza a Cantù. Sono due ragazzi che stanno iniziando a lavorare gradualmente anche con la prima squadra per completare il loro percorso di settore giovanile. Già dalla scorsa stagione poi abbiamo investito nel gruppo 2002, vice campione d'Italia, nel quale ci sono tre ragazzi della foresteria che sono tra i primi prospetti. L'obiettivo di fondo è quello di coinvolgere nel nostro progetto giocatori che per caratteristiche umane e tecniche riescano ad integrarsi nei gruppi per farci fare un piccolo salto di qualità: sicuramente per ora tutti quelli che abbiamo reclutato sono molto interessanti anche in ottica nazionale».
Come prosegue invece la crescita di Ceccarelli, Cepic e Simonovic, aggregati alla prima squadra?
«Sono coinvolti tutti e tre nel gruppo e anche se si allenano con i senior giocano comunque le partite dell'under 20. Chiaramente paghiamo un po' dazio sull'amalgama del gruppo ma sicuramente sono dei valori aggiunti. Per noi il fatto che Janko e Leonardo siano con i senior, così come era accaduto per Masciarelli o Bucarelli, è motivo di grande soddisfazione e la dimostrazione che c'è una continuità reale tra settore giovanile e prima squadra. Significa che il progetto tecnico è solido e ci permette di guardare con fiducia anche ai 2000 reclutati quest'anno e che usciranno dal settore giovanile con ottime possibilità di trovare una collocazione in prima squadra».
Come hanno inciso le novità a livello societario sul settore giovanile?
«Il percorso tecnico è rimasto lo stesso anche se quest'anno è sotto una sinergia tra Polisportiva e sezione Basket e in futuro cambierà ancora. Abbiamo inoltre la fortuna di avere uno sponsor come SG che ci ha permesso di dare continuità al progetto, che è impegnativo anche dal punto di vista economico e senza sarebbe stato difficile proseguire. Vorremmo provare ad irrobustirlo visto che abbiamo costruito una base solida: l'anno scorso abbiamo ottenuto dei risultati ben oltre le aspettative e siamo tornati ad essere uno dei punti di riferimento in Italia a livello giovanile. Sarebbe delittuoso non continuare in questa direzione: anche alla luce dei risultati della Nazionale tutti si riempiono la bocca con l'importanza dei settori giovanili però tutte le società li chiudono. Noi siamo riusciti a resistere alla tempesta e ora speriamo nell'arrivo di momenti migliori anche in termini regolamentari, con la FIP che mi auguro possa incentivare il lavoro dei settori giovanili. Se sarà così, Siena riuscirà a partire con una base più solida rispetto al 90% delle altre società italiane».
Anche nel basket si parla tanto di importanza del settore giovanile: qual è a tuo giudizio la situazione?
«Giustificare i risultati deludenti con la mancanza di giocatori è la cosa più ovvia. Il problema è che negli ultimi dieci anni la pallacanestro si è vista demolire tutte le realtà che prima investivano risorse sul settore giovanile e che garantiva loro un ritorno in termini tecnici ed economici. I regolamenti e le politiche che sono state adottate hanno fatto sparire tutti quei vantaggi che portavano un club professionistico importante a investire sul vivaio. Oggi una squadra di serie A se deve investire 400mila euro sulle giovanili e non vede un ritorno economico li spende per un giocatore e questo ha innescato una reazione a catena della quale ha risentito tutto il movimento. Noi, seppur con fatica, siamo in controtendenza: per un club di serie A2, dove i giovani realmente possono giocare, avere un settore giovanile che può produrre un paio di giocatori da inserire nelle rotazioni della prima squadra è un vantaggio anche economico».
Dai giovani ai senior: come giudichi questa prima parte di stagione della Soundreef Mens Sana?
«Sicuramente è stata un po' travagliata ma è normale per un club che deve costruire un'identità. La discontinuità tra i risultati in casa e quelli fuori per me non è una sorpresa: una squadra nuova e costruita cercando di alzare il livello ha bisogno di tempo, soprattutto dopo il cambio di allenatore. Non è un campionato semplice ma nelle prossime due, tre settimane credo che si cominceranno a vedere i frutti del lavoro intrapreso».