Caso PalaBianchini, le società prendono la parola
In una conferenza stampa congiunta, i presidenti di Latina Basket, Top Volley e Latina Calcio a 5 hanno denunciato l'emergenza relativa all'impianto sportivo di riferimento, ad oggi chiuso per motivi di agibilità.
Il ritardo nei lavori per la messa in sicurezza del PalaBianchini di Latina sta creando disagi nel presente - oltre a sollevare quesiti sull'immediato futuro - per le tre società sportive che usufruiscono della struttura ma che al momento non vi possono accedere. I presidenti di Latina Basket, Top Volley e Latina Calcio a 5 hanno dunque deciso d'indire una conferenza stampa congiunta per denunciare lo stato delle cose, dai ritardi nella ristrutturazione alla mancanza di comunicazione da parte delle autorità. Quello dei tre presidenti è stato un vero e proprio sfogo pubblico in cui non sono state lesinate critiche (anche molto aspre) verso l'amministrazione comunale del capoluogo pontino.
Lucio Benacquista (Latina Basket): "Queste vicende sono tristi: non possiamo accettare che le autorità preposte si possano comportare in questo modo, sprezzanti per ogni bene sportivo. Ci ritroviamo qui a discutere di problemi seri per la nostra sopravvivenza nella città di Latina. Noi dovremo decidere riguardo la nostra esistenza o meno a Latina. Non scherzo se dico così. Darci l'autorizzazione a usare il palazzetto e poi non essere avvertiti da nessuno che l'impianto non si potesse più frequentare per motivi d'inagibilità (che non nascono oggi): questa è un'offesa alle nostre attività sportive. Noi ci chiediamo il perché di questa inibizione: mancano i soldi per le riparazioni o è una questione d'inefficenza burocratica? Questa è una pratica che si potrebbe risolvere in due giorni. Perché ci hanno costretto a ribellarci? Io sono veramente disgustato. Perché il sindaco non mette a posto il palazzetto? Se fosse una cosa che richiede due anni, saremmo rovinati, e l'ipotesi di lasciare il basket - perlomeno quello maggiore - ci sarebbe tutta. Può essere una cosa che si fa in una settimana: allora perché non la facciamo?"
Gianrio Falivene (Top Volley Latina): "Dal nostro punto di vista, quello del volley, il nostro problema si raddoppia per via della questione dell'ampiamento. Ritrovarci al 21 agosto con una prescrizione - che non ci è stata mai notificata - ad entrare nel palazzo, con atleti che arrivano da ogni parte del mondo, non credo che faccia grande pubblicità alla città stessa. Tre anni fa quando arrivò Nikolaj Pavlov, la prima cosa che disse fu 'Sono stato a Latina vent'anni fa: gli spogliatoi sono rimasti gli stessi'. Nell'ultima sessione di mercato stavamo chiacchierando con uno dei più noti DS d'Italia, molto amico di Cristian Savani, a cui disse: 'Quando vai giù a Latina, salutami la muffa'. Tanti lavori compiuti all'interno del palazzo, li abbiamo fatti noi. Le società, il loro, lo hanno sempre fatto (e anche troppo), dietro alla promessa mai mantenuta 'poi sistemiamo'. Voglio lanciare una provocazione: io da questo momento sono sul mercato, se qualcuno mi vuole adottare come società, ne parliamo, che sia a Cagliari, a Palermo o ad Aosta. Da parte del Comune c'è stato un approccio da dilettanti allo sbaraglio. Sono stato affascinato dal civismo ma poi mi sono dovuto rendere conto che tutti non possono fare tutto. Bisognerebbe introdurre il reato amministrativo di 'manifesta incapacità'. Qualcuno mi deve spiegare perché i tre impianti principali di una città capoluogo, la seconda del Lazio, sono chiusi: il palazzetto, la piscina e parte dello stadio. A me non pare normale."
Gianluca La Starza (Latina Calcio a 5): "L'unica cosa su cui non concordo rispetto a quanto detto fin qui è che se devo lasciare la città di Latina per fare sport al livello cui sono arrivato, lascio stare. Lo faccio unicamente per questa città, e penso che per voi [rivolgendosi a Falivene e Benacquista, NdR] sia lo stesso. La mancanza di comunicazione è stata molto grave e ci ha messo in condizioni drammatiche visto che ci crea grosse difficoltà con la preparazione. Ringrazio pubblicamente il sindaco di Pontinia, che ci ha permesso di allenarci lì finora, prima di doverci spostare a Roma. Io ho già sponsor che stanno sollevando problemi: sto seriamente rischiando di far crollare un castello costruito in dieci anni per un problema che è risolvibilissimo. Non è possibile che quindici persone non possano entrare ad allenarsi per un problema di evaquazione, problema che potrebbe essere risolto, durante le partite, facendo intervenire un'autobotte dei vigili. E' solo un problema di buona volontà. Il giorno dopo ferragosto sono stato trattato come un mendicante, cercando di parlare con qualcuno del Comune, col vicesindaco e il capo del gabinetto che si sono fatti negare. Noi non siamo i figli minori di nessuno. E' una vera emergenza e va risolta in tempi brevi."
Lucio Benacquista (Latina Basket): "Queste vicende sono tristi: non possiamo accettare che le autorità preposte si possano comportare in questo modo, sprezzanti per ogni bene sportivo. Ci ritroviamo qui a discutere di problemi seri per la nostra sopravvivenza nella città di Latina. Noi dovremo decidere riguardo la nostra esistenza o meno a Latina. Non scherzo se dico così. Darci l'autorizzazione a usare il palazzetto e poi non essere avvertiti da nessuno che l'impianto non si potesse più frequentare per motivi d'inagibilità (che non nascono oggi): questa è un'offesa alle nostre attività sportive. Noi ci chiediamo il perché di questa inibizione: mancano i soldi per le riparazioni o è una questione d'inefficenza burocratica? Questa è una pratica che si potrebbe risolvere in due giorni. Perché ci hanno costretto a ribellarci? Io sono veramente disgustato. Perché il sindaco non mette a posto il palazzetto? Se fosse una cosa che richiede due anni, saremmo rovinati, e l'ipotesi di lasciare il basket - perlomeno quello maggiore - ci sarebbe tutta. Può essere una cosa che si fa in una settimana: allora perché non la facciamo?"
Gianrio Falivene (Top Volley Latina): "Dal nostro punto di vista, quello del volley, il nostro problema si raddoppia per via della questione dell'ampiamento. Ritrovarci al 21 agosto con una prescrizione - che non ci è stata mai notificata - ad entrare nel palazzo, con atleti che arrivano da ogni parte del mondo, non credo che faccia grande pubblicità alla città stessa. Tre anni fa quando arrivò Nikolaj Pavlov, la prima cosa che disse fu 'Sono stato a Latina vent'anni fa: gli spogliatoi sono rimasti gli stessi'. Nell'ultima sessione di mercato stavamo chiacchierando con uno dei più noti DS d'Italia, molto amico di Cristian Savani, a cui disse: 'Quando vai giù a Latina, salutami la muffa'. Tanti lavori compiuti all'interno del palazzo, li abbiamo fatti noi. Le società, il loro, lo hanno sempre fatto (e anche troppo), dietro alla promessa mai mantenuta 'poi sistemiamo'. Voglio lanciare una provocazione: io da questo momento sono sul mercato, se qualcuno mi vuole adottare come società, ne parliamo, che sia a Cagliari, a Palermo o ad Aosta. Da parte del Comune c'è stato un approccio da dilettanti allo sbaraglio. Sono stato affascinato dal civismo ma poi mi sono dovuto rendere conto che tutti non possono fare tutto. Bisognerebbe introdurre il reato amministrativo di 'manifesta incapacità'. Qualcuno mi deve spiegare perché i tre impianti principali di una città capoluogo, la seconda del Lazio, sono chiusi: il palazzetto, la piscina e parte dello stadio. A me non pare normale."
Gianluca La Starza (Latina Calcio a 5): "L'unica cosa su cui non concordo rispetto a quanto detto fin qui è che se devo lasciare la città di Latina per fare sport al livello cui sono arrivato, lascio stare. Lo faccio unicamente per questa città, e penso che per voi [rivolgendosi a Falivene e Benacquista, NdR] sia lo stesso. La mancanza di comunicazione è stata molto grave e ci ha messo in condizioni drammatiche visto che ci crea grosse difficoltà con la preparazione. Ringrazio pubblicamente il sindaco di Pontinia, che ci ha permesso di allenarci lì finora, prima di doverci spostare a Roma. Io ho già sponsor che stanno sollevando problemi: sto seriamente rischiando di far crollare un castello costruito in dieci anni per un problema che è risolvibilissimo. Non è possibile che quindici persone non possano entrare ad allenarsi per un problema di evaquazione, problema che potrebbe essere risolto, durante le partite, facendo intervenire un'autobotte dei vigili. E' solo un problema di buona volontà. Il giorno dopo ferragosto sono stato trattato come un mendicante, cercando di parlare con qualcuno del Comune, col vicesindaco e il capo del gabinetto che si sono fatti negare. Noi non siamo i figli minori di nessuno. E' una vera emergenza e va risolta in tempi brevi."
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