Pillastrini: Onorato di essere stato scelto per questo progetto
Le parole di Pillastrini da coach di Treviso
Stefano Pillastrini il nuovo coach della De’ Longhi TVB è stato presentato oggi alla presenza di tantissime persone, tifosi, media e rappresentanti del Consorzio Universo Treviso, all’Hotel Maggior Consiglio a Treviso. Ecco le prime parole da “biancoceleste” del 53enne coach ferrarese:
“Sono onorato di essere stato scelto per un avventura così bella. Ormai la parola progetto è in disuso, il male del basket di oggi è vivere alla giornata e pensare solo al momento contingente, qui invece si guarda avanti con concretezza e questo mi piace tantissimo. Questa è una società che vuole partire dalle fondamenta, che non ha nessun tipo di fretta né è abbagliata dalla sua storia. Semplicemente si vuole lavorare, senza darsi scadenze, per diventare una squadra a tutto tondo e soprattutto allargare la base con le giovanili e con il lavoro sul territorio. Ovvio che poi si vuole anche vincere le partite, e lì statene certi daremo il massimo, ma sappiamo che la strada sarà lunga e faticosa e l’unico modo per arrivare di nuovo in alto sarà diventare una squadra e lavorare per questo. La parola d’ordine è consolidarsi. C’e’ grande chiarezza e grande condivisione di intenti su questo e sono convinto che quando arriveremo ad essere una squadra consolidata i risultati verranno come conseguenza.”
Quali le sue aspettative sulla prossima stagione? “Il rischio che abbiamo è essere paragonati al passato, non dobbiamo correre questo rischio, siamo una realtà nuova che puo’ contare pero’ su una grande fiamma di passione e competenza. Miracoli non se ne fanno, bisogna credere in quello che si fa e farlo assieme. Mi definisco un allenatore “aziendalista”, che condivide l’idea della società e lavora per perseguirla in gruppo, tutti insieme. Anche quando ci saranno difficoltà, bisognerà uscirne tutti assieme ancora più forti e non spaventarsi, anzi, uscirne consolidati. La passione e il calore dell’ambiente di Treviso sarà una spinta fondamentale per costruire qualcosa tutti assieme.”
Com’è è il campionato di A2? “Otto italiani e due americani, a me è un campionato che piace molto, perché non è una multinazionale con le porte girevoli che cambiano continuamente, anche durante l’anno. E’ un campionato dove le squadre sono molto più squadre, si gioca meno di individualità e più di squadra, questo mi piace e mi gratifica nel mio lavoro, qui si allena di più e si gestisce meno rispetto alla Serie A. C’e’ tanta gente alle partite, piazze con pubblico e ci si diverte.”
Ha un’idea di gioco per la sua De’ Longhi? “Mi piace adattarmi ai giocatori che ho, ma come linee base passarsi molto la palla, giocare di squadra ed essere aggressivi in difesa per magari rubare qualche canestro in contropiede. Ma queste sono cose che dicono tutti a inizio stagione, quindi se per vincere le partite bisogna giocare in modo diverso lo si farà, al pubblico piace una squadra che lotta, che si impegna e fa tutto per vincere, a qualsiasi ritmo si giochi. L’importante è creare una vera squadra che sfrutti le qualità dei singoli. Una cosa a cui tengo è vincerele partite più che con i tatticismi con la crescita dei giocatori, spendero’ meno tempo sulla tattica e più sulla tecnica dei giocatori per farli migliorare.”
Idee sui giocatori? “Ho sempre preferito allenare giocatori in crescita piuttosto che gestirli nella fase discendente della carriera, e prendere i frutti dei loro miglioramenti. Pero’ ne ho allenati tanti e di tutti i tipi, quindi non ho preclusioni. Quello che è certo è che partiremo dal nucleo italiano che sara’ il fondamento del gruppo e del gioco e gli americani saranno un complemento per completare la rosa italiana con la qualità giusta.”