(E)motion: la lettera di Marco Crespi a Casale
Il coach che lascia ufficialmente Casale dopo sei anni scrive una lettera raccontando le sue (E)motion
(E)motion
Premessa. Queste righe non sono una lettera di ringraziamenti e/o saluti, rispettando forme e senza dover dimenticare nessuno. E’ una raccolta di pensieri e sensazioni, appunto (E)motion. Il marchio del progetto sportivo di questi anni. Giocare sentendo emozione. Giocando la motion, concetto tecnico che poi è stato riconosciuto in “basket democratico”.
Emozione. Quella che sentivo andando ad aspettare mia figlia all’uscita da scuole e vedendo i bambini che in primavera uscivano con le tshirt con i loghi BE, BE spring, Moviola e Camp. Vestire i giovani con gli eventi JC per poter entrare nella case di tutta la città è stato emozionante.
Maccabi. Ricky Hickman giocherà nel Maccabi Tel Aviv. Bello per tutti, per tuti noi che abbiamo vissuto JC, per tutti noi casalesi. Una storia di sport, una storia bella da raccontare. Dalle palestrine della Finalndia, insurance guy. Difficoltà iniziali, Mvp e vittoria in campionato. E sempre più su.
Orgoglio. Nel vedere crescere il settore giovanile. Per qualità di lavoro, di metodo e di risultati, ottenuti senza scorciatoie. Orgoglio nell’aver lavorato per formare giovani allenatori e vederli crescere nella passione e nella competenza.
Temple. Garrett si è rivelato un errore. Giusto ammetterlo. L’errore fa parte della vita di una squadra. L’errore è problema da risolvere, senza passare per nomination e cercando di evitare di puntare il dito alla ricerca del colpevole. T anche come Taylor, in un certo momento un “errore”, risolto in modo vincente.
Inchino. Per ringraziare chi mi ha voluto e mi ha permesso di costruire un percorso sportivo che giorno dopo giorno ha avuto una sua identità, riconosciuta all’interno e all’esterno. Prodotto di nicchia.
Occhi. Le foto aiutano. Aiutano a guardare dentro gli occhi alla ricerca di un sentimento. Foto di gioia, quelle del 23 giugno. Foto di sconfitta, a Cremona gara 5.Giocatori e tifosi. Professionisti e appassionati. E quasi sempre ho visto, meglio ricevuto senso di appartenenza.
Non vado via. Casale è diventata la mia città. Ho incontrato persone che nei momenti belli e brutti hanno saputo incrociare lo sguardo e le parole. Persone anche “sconosciute” che con una semplice frase mi hanno rafforzato l’(E)motion, anzi ne sono stati, senza saperlo, sostenitori.
Un semplice Grazie. E la semplicità è punto di arrivo di un percorso.
Marco Crespi