Fossa dei Leoni: La perdita dell’innocenza e la scoperta del coraggio
Il comunicato del gruppo di tifosi che ha deciso di seguire la 103 Bologna di Sacrati
A questo punto tutti i tifosi della Fortitudo si devono rendere conto che un anno è passato inutilmente. La realtà che ci ritroviamo tra le mani è in corto circuito con tutte le parole e le promesse che sono state elargite a larghe mani nei mesi trascorsi. La richiesta di chiarezza che veniva dal basso, dai tifosi, si è scontrata con un caos di dichiarazioni e di situazioni che hanno distrutto invece che unire. In un ambiente ormai disinnamorato, isterico e distratto, le promesse roboanti e accattivanti hanno avuto la precedenza su passione e attaccamento ai valori. L’abilità di apparire e mistificare la realtà sono diventate il marchio di garanzia di chi da salvatore si è trasformato in distruttore.
Il famoso traghettamento si è trasformato in un naufragio e la promessa di restituire la Fortitudo alla sua gente si è rivelata la più grande di tutte le bugie. Le parole del 4 agosto del sig. Romagnoli sono l’epitaffio su questa vicenda: “…il nostro è un progetto che si pone non come continuazione di Fortitudo Pallacanestro ma come trasferimento nel professionismo di SG Fortitudo”. Certo che se ci avessero detto tutto subito non si sarebbe perso tanto tempo.
Quel progetto non rappresenta la nostra Fortitudo, quindi non è più affare nostro.
La divisione, speriamo momentanea, tra la Casa Madre e la Fossa è nei fatti. Con Romagnoli è un dato inconfutabile. Questo perché non ha fatto nulla di quello che noi e tanti altri avevamo chiesto, nemmeno il minimo, che era creare una affiliazione ex novo su cui ricostruire e da cui ripartire solo se e solo dopo che la Fortitudo fosse disgraziatamente fallita.
Abbiamo provato a lungo a capire il linguaggio di chi ci stava di fronte ma ci manca molta fantasia per sopportare la realtà che ci è stata proposta.
L’altro dato che fa la differenza è che la Fortitudo non è morta: per togliere dalla scena Sacrati come promesso, hanno provato a ucciderla in tutti i modi, ma la tattica non ha pagato. Anzi. E’ diventato lampante da qui che quello che si stava creando di alternativo non ci avrebbe mai ridato la Fortitudo per cui abbiamo sempre tifato. Qui si sono poste le basi per il nuovo disastro che si sarebbe dovuto evitare: la divisione della tifoseria, la vera ricchezza che era da preservare a ogni costo. Ora si è invece creata una linea spartiacque: da una parte ci saranno i romantici, gli illusi e i sognatori, dall’altra, gli amanti del basket che però non vogliono andare a vedere la virtus. Qualcuno l’ha chiamata selezione naturale. Noi aggiungiamo che chi abbandona la propria squadra quando questa è ancora viva non può puntare il dito e dare lezioni di moralità.
Con questo comunicato il Gruppo scioglie ufficialmente tutti i dubbi avvicinandosi a fare delle scelte che sono già, in qualche maniera, state dichiarate.
La 103 è la società nuova da cui partire come richiesto; ci sono dichiarazioni di intenti, e conseguenti fatti, che vanno nella direzione di ciò che la Fossa aveva da tempo auspicato, ossia un percorso che possa fare intravedere la luce in fondo al tunnel: un ritorno della Fortitudo Pallacanestro.
Sia chiaro, la 103 NON E’ LA FORTITUDO, ma è di sicuro ciò che ci si avvicina di più come legami, intenti, idea; sappiamo benissimo con chi abbiamo a che fare e a che rischi andiamo incontro ma, e lo diciamo anche a malincuore, appoggiare questo percorso è l’unico modo per riavere la nostra squadra che è il primo obiettivo da raggiungere. Congiuntamente si dovrà lavorare per porre le basi affinché si realizzi nel più breve tempo possibile l’allontanamento dell’attuale proprietà, nella persona di Gilberto Sacrati, cosa in cui si sono spesi in tanti senza risultati e che noi abbiamo posto come condizione.
Per la Fortitudo questa è una lotta per la sopravvivenza e di conseguenza lo è anche per la Fossa dei Leoni. Questa non è una scelta nostra, ma la conseguenza obbligata della serie di eventi sopra citati. Noi siamo ancora qui nonostante siano rimaste solo macerie del nostro mondo: ma dal fumo di queste macerie vogliamo uscire e incamminarci lungo una strada che se non percorriamo noi, nessuno farà.
La Fortitudo è un pezzo della nostra vita, è qualcosa di reale, è nostra, è parte di questa città ormai seduta, stanca e avvizzita nei suoi sentimenti più spontanei.
Per sopravvivere bisogna sporcarsi le mani senza la garanzia di uscirne vivi. Il coraggio di cui parliamo nel titolo del comunicato è anche questo: è difficile muoversi nella direzione giusta o tornare indietro quando hai bruciato il ponte su cui hai sempre camminato. E questo vale per tutti. Non solo per la Fossa.
Fossa dei Leoni 1970
- il direttivo