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Serie A2 Est 09/07/2018, 17.57

Candussi, lettera a Mantova: Se mi guardo indietro sorrido con soddisfazione al percorso assieme

Gli Stings e Francesco Candussi intraprendono due percorsi differenti.

Serie A2 Est
Dopo due stagioni passate insieme, le strade della Pallacanestro Mantovana e dell’atleta Francesco Candussi si separano. A poche ora dall’ufficialità della notizia, il centro classe ’94 di Palmanova ci ha voluto trasmettere una lettera di saluti, diretta sì alla Società ma anche a tutto il pubblico e l’ambiente virgiliano; di seguito siamo dunque felici di riportare le sue parole.

Il Club mantovano ha trascorso questi due anni con un ragazzo di indubbio valore, sia professionale che umano. Ora per entrambe le parti comincia un nuovo cammino, ognuno con nuovi obiettivi e con maggior esperienza sulle spalle; siamo felici che tutto il nostro ambiente e il lavoro svolto insieme, abbiano potuto far parte ed influenzare il percorso di crescita di ‘Candu’, come viceversa.
Al nostro ‘Sindaco’ facciamo i migliori auguri per il suo futuro dentro e fuori dal campo, certi che serietà, impegno e dedizione saranno sempre sue prerogative costanti.

Cara Mantova,

da alcuni giorni non sono più un giocatore degli Stings. Le nostre strade si separano.
Quando due stagioni fa arrivai in città, non sapevo bene cosa aspettarmi.
Era tutto in divenire: io come persona, e poi come giocatore, la Società che muoveva i suoi primi passi in città, e la città stessa che per la prima volta accoglieva la squadra nel proprio vivere quotidiano. Era questa la sfida che mi affascinava, e che a suo tempo aveva avuto un peso specifico importante nella mia decisione di legarmi ai colori di questa città.
Ora, con due stagioni ormai alle spalle, le cose sono cambiate profondamente.
Ci sono stati momenti difficili, periodi bui e di grande tensione emotiva, ma bisogna attraversare questi momenti per crescere e migliorare, avendo fiducia che il futuro riserva sempre il meglio a chi crede in quello che fa, giorno per giorno, passo dopo passo.
Se mi guardo indietro sorrido con soddisfazione al percorso fatto assieme.

Sportivamente, il processo di integrazione della squadra in città, credo sia stato largamente portato a termine. Chi in questi due anni ha lavorato con impegno e dedizione, secondo me ha raggiunto la condizione necessaria per garantire alla Società la possibilità di raggiungere obiettivi importanti in futuro, sacrificando soddisfazioni immediate, e sapendo fare un passo indietro con intelligenza e senso di responsabilità al momento opportuno, con consapevolezza del duro lavoro fatto.
L’unico rammarico che ho, e che ancora fa male, è aver fallito l’obiettivo stagionale minimo di questa ultima stagione, quei playoff per cui ogni giorno in palestra abbiamo lavorato con dedizione e abnegazione, sbagliando, arrabbiandoci, gioendo, sudando e ridendo, perché se c’è una cosa che in questi due anni non è mai mancata, è stato il sorriso.
Ci sono stati screzi, polemiche e strascichi più o meno importanti, figli della frustrazione di tutto un movimento. È stata una fortuna che tutto questo ci sia stato. Ha dimostrato ancora una volta come l’intero ambiente mantovano, seppur nella sua pluralità di idee e di voci, voglia ottenere insieme una cosa sola: il massimo.
Si è chiuso un capitolo del libro che racconta la storia di questa “giovane” Società, e ora se ne apre un altro, e non posso che augurare il meglio alla nuova compagine di Soci, che regali le soddisfazioni che la città tutta merita.

Personalmente…
Ho conosciuto una famiglia, fatta da persone vere e leali, che sono diventati parte della mia quotidianità. Hanno creduto in me, e mi hanno fatto crescere come persona e come giocatore.
Ho amato perdermi tra le vie del centro, passeggiando e respirando Storia ad ogni sguardo.
Ho visto le persone intorno a me gioire per i miei successi criticandomi, e confortarmi nei momenti difficili, anche solo con un sorriso o con una parola di scherno.
Ho imparato ad apprezzare la mantovanità, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, tanto da entrare pienamente in questo spirito.
Ho vissuto la città appieno, conosco vie e luoghi che ad alcuni “autoctoni” sono sconosciuti del tutto o quasi.
Ho assaggiato ed imparato a riprodurre la cucina mantovana, così complessa nella sua apparente semplicità.
Ho visto un coach giovane e promettente diventare capo allenatore nel momento più difficile per tanti, e dimostrare insieme a tutto lo staff, il proprio spessore umano.
Ho incassato critiche, e ricevuto complimenti, entrambi sprono a migliorarmi e lavorare ancora più duro.
E voglio ringraziare tutti, nessuno escluso, dal profondo del cuore, perché se è vero che non sono più un giocatore di Mantova, nel mio cuore resterò sempre un po’ “Sindaco”.

Candu
© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 1 Commento
  • forzavaresesempre 11/07/2018, 01.36

    Speravo potesse essere preso in considerazione da Varese che poi ha scelto Iannuzzi. Sorpreso che non sia ancora il serie A