Lino Lardo gioca per LNP Gara 3 di finale Novipiù Casale-Alma Trieste
Negli scontri diretti con Trieste, guidando Udine, vanta un record intonso nella stagione in corso (2-0) ed un complessivo 75% di vittorie nelle ultime due stagioni
Negli scontri diretti con Trieste, guidando Udine, vanta un record intonso nella stagione in corso (2-0) ed un complessivo 75% di vittorie nelle ultime due stagioni. Con Casale Monferrato ha vissuto una serie tiratissima, con tre delle quattro gare chiuse con un margine compreso tra 1 e 2 punti. Lino Lardo un’idea su chi siano Alma e Novipiù ce l’ha di conseguenza decisamente nitida. E per questo, partendo dall’oggi, può introdurci a ciò che potrebbe mostrarci Gara 3.
- Lardo, in un’immagine la fotografia dell’Alma Trieste.
“Una squadra che si basa su una grande intensità difensiva, per poi sviluppare il suo contropiede. Su queste folate sa costruire la storia di una partita, ma lo ha fatto per un’intera stagione”.
- E quella della Novipiù Casale?
“Li vedi e pensi che giochino assieme da sempre. L’immagine è il ciclo tecnico di Marco Ramondino, per ciò che ha saputo costruire oggi, grazie anche a giocatori avuti nel suo passato e molto importanti per sviluppare la sua idea. Una squadra organizzata, disciplinata, altruista. E che in difesa sa cambiare le situazioni tattiche”.
- Trieste: la forza.
“Una forza molto diffusa, grazie alla qualità dei suoi giocatori, che offrono profondità e la possibilità di ruotare gli elementi senza che l’idea base ne vada a soffrire”.
- Casale: un’idea sviluppata nel tempo.
“Un’idea tattica molto radicata negli interpreti. Offensivamente, ad esempio, sanno sempre dove vogliono andare, hanno davanti squadre che cercano di impedirlo, ma loro ci riescono lo stesso”.
- Come si batte Trieste?
“Non bisogna farli correre, essere bravi a non soffrire la pressione sulla prima linea di difesa, conseguentemente limitando le palle perse. Di cui si cibano per il loro gioco”.
- Come si batte Casale?
“Forzando il ritmo, correndo più di loro. Non concedendogli di difendere schierati perché mediamente sono molto preparati a sporcarti le tue idee di attacco”.
- Le logiche di una Gara 3, sul 2-0 per gli ospiti.
“Per la mia esperienza, psicologicamente gara 3 è la più impegnativa. O chiude la serie o la può riaprire completamente. Ricordo, allenando la Virtus Bologna, un playoff contro Cantù partito sullo 0-2 e sotto di 15 a Bologna in gara 3. Poi vinta. E, sullo slancio, facile anche gara 4. Casale deve dimostrare di saper sopportare la pressione della possibile eliminazione, se ci riesce sappiamo già tutti che non si arrenderà”.
- Lardo è l’allenatore di Trieste: attende la partita o la fa?
“Mi presto al gioco, ma col massimo rispetto di colleghi che hanno avuto una stagione di grandissima qualità. Trieste forse ci arriva più leggera, ma il suo identikit non è di quella che vuole attendere. E non puoi chiedergli di essere diversa da ciò che è stata per l’intera stagione. Semmai, sfruttando l’assenza di Tomassini, aumenterei ancora di più la pressione sui portatori. Le ampie rotazioni di Gara 2 sono un segnale che sono già sulla strada”.
- Allena Casale, aggredisce la gara?
“Pur con la grave perdita di Tomassini, posso avere l’unico dubbio di quanta energia ho ancora nel serbatoio. Se ne è rimasta a sufficienza, Casale ha la qualità tattica e la solidità mentale per rendere ancora complessa la vita a Trieste. Anche in gara 2, sotto fino a 24, quasi rientra. Serve autonomìa per 40 minuti. E dentro questi è chiaro che mi aspetto di più da Marcius”.
- Motivazioni: Trieste punta alla A dal primo giorno di raduno, Casale è stata capace di costruirsi l’occasione, vittoria dopo vittoria.
“Chi arriva ad una finale se lo è meritato. Nessun dubbio che valga per entrambe. Ad inizio stagione anche io, come molti, avevo messo Trieste in cima alla lista, con la promozione che risulterebbe logica conseguenza di una programmazione. Oggi dentro l’Alma Arena lo spettacolo globale offerto è di livello superiore. Ma lo stesso discorso vale anche per Casale, dovesse essere capace di estendere la serie sarebbe un riconoscimento all’ambiente di grande professionalità che si respira andando a giocarci. Ed invito a ragionare su quante squadre in precedenza sono arrivate a tenere il campo in una finale con giovani come Denegri, Valentini, Bellan e Cattapan. A mente, dico nessuno”.