Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
Serie A2 Est 20/04/2011, 11.02

Alex Ranuzzi, l'uomo ombra di Forlì

«non potete valutarmi per i punti che segno». Si può valutarlo, per esempio, col fatto che con Vucinic partì subito in quintetto contro Imola il 6 febbraio

Serie A2 Est

 


- Il Resto del Carlino -

E' stato l’uomo ombra della rimonta. Ma come dice anche lui «non potete valutarmi per i punti che segno». Si può valutarlo, per esempio, col fatto che con Vucinic partì subito in quintetto contro Imola il 6 febbraio: nessuno più di Alex Ranuzzi è in sintonia col coach serbo. «Non c’è stato bisogno di parlare, lui ha visto come mi alleno, io ho visto che basket ci propone lui. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda».
Ranuzzi, cominciamo da domenica.
«Una grande soddisfazione».
Se si guarda indietro...
«Eravamo in un abisso».
Per questo a Ferrara avete festeggiato tanto, quasi che il campionato fosse finito?
«Sappiamo che non è finito, ci manca almeno una vittoria. Ma adesso abbiamo in mano qualcosa di concreto. Sentiamo l’odore della salvezza...».
La riscossa?
«Prima consapevolezza di aver sbagliato e poi orgoglio, forza d’animo. Abbiamo fatto vedere di essere uomini veri».
Ha mai smesso di crederci?
«Stai scherzando?».
Un momento chiave?
«A Scafati. Abbiamo perso ma qualcosa era cambiato».
Non nascondiamoci: con Vucinic vi siete trasformati.
«Aveva in mente una strada, ci ha indirizzato. Si è messo alla testa del gruppo, ci ha trasmesso lotta e agonismo».
Lei ci ha guadagnato.
«Cambio Huff e Jones, so cosa devo fare. In difesa, non credo di averli fatti rimpiangere. In attacco, dipende se serve. E le mie percentuali da tre prima erano del 15%, se le prendiamo in esame dopo febbraio ho il 40%».
Crede di aver dimostrato qualcosa?
«Direi proprio di sì! 5 punti, 3 rimbalzi, 16 minuti di media».
In A dilettanti avrebbero fatto carte false per lei.
«So che la società ha avuto tante offerte. Ma io voglio giocare qui. E sto giocando».
Casale?
«E’ prima in classifica, perdere ci starebbe anche... ma noi dobbiamo assolutamente vincere».
Non avete più paura di perdere.
«Oddio, nel secondo quarto a Ferrara un pochetto secondo me c’era. Così come nel finale con Pistoia. D’altronde camminiamo su una corda sospesi sull’abisso...».
Per farlo dovete essere un grande gruppo.
«E’ il mio primo anno di Legadue, non posso fare confronti».
In A dilettanti è diverso.
«Esatto. Qui ci sono persone di cultura diversa, ma alcuni amici mi raccontano che da loro gli americani stanno per conto proprio: da noi non esiste. Siamo tutti coinvolti. E tutti ci stiamo tirando fuori dai guai».

 


 

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 0 Commenti