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Serie A2 Est 24/03/2011, 21.17

L'ex Garelli avvvisa la sua Udine: 'Questa Forlì è da play off'

 "Giocatori come Goldwire, Huff, Nardi e Jones, sono atleti di altissimo livello per la LegaDue, logico che il dover sempre vincere può essere un freno psicologico per loro, ma sul talento non c'è proprio da discuter

Serie A2 Est


- La Voce di Romagna -

 Forlì contro Udine è anche il ritorno a Forlì, nel tempio del basket che è il PalaCredito di Romagna, di un tecnico che ha scritto pagine importanti nella pallacanestro forlivese durante il periodo d'assenza dal grande basket professionistico: Luigi Garelli, classe 1962. Garelli, come affronta il suo ritorno a Forlì da avversario.
Ci sono emozioni particolari ?
"Non è un ritorno a casa particolarmente emotivo questo, primo perché c'ero già tornato due anni fa da avversario alla penultima giornata di campionato, inoltre rispetto alla gara d'andata ci sono meno appigli emotivi in quanto c'era un allenatore a cui mi legava una grandissima stima e una sana rivalità, e anche a livello di giocatori Forlì non è più la squadra del girone d'andata, per cui da parte mia c'è sicuramente meno pathos. Ovvio che tornare a casa fa sempre molto piacere".
La MarcoPolo è molto cambiata negli ultimi due mesi e nonostante la sconfitta di domenica in casa contro Reggio Emilia, è evidente che la squadra abbia maggiore talento e quadratura. Cosa ne pensa?
 "E' innegabile che sia davvero un'altra squadra. Parlando con un mio collega siamo giunti alla conclusione che Forlì adesso sarebbe con tutta probabilità una squadra da playoff di ottimo livello: è aumentato il valore dei singoli giocatori oltre che una maggiore convinzione di squadra. Giocatori come Goldwire, Huff, Nardi e Jones, sono atleti di altissimo livello per la LegaDue, logico che il dover sempre vincere può essere un freno psicologico per loro, ma sul talento non c'è proprio da discutere". Udine sta invece attraversando un periodo non facile dopo un girone d'andata d'altissimo livello.
Si è dato una spiegazione?
"Noi abbiamo giocato un girone d'andata fuori da ogni più rosea previsioni, vincendo 12 incontri su 15 e chiudendo ai primissimi posti della classifica; poi abbiamo avuto una flessione di rendimento con l'infortunio di Williams con tre sconfitte in cinque partita, poi da quando lui è tornato a pieno regime dobbiamo ancora ritrovare i giusti equilibri in campo. Questo non è l'unico motivo perché attraversiamo innegabilmente un periodo di forma non brillantissimo, forse coinciso con l'avere già quasi raggiunto l'obiettivo stagione, che era una tranquilla salvezza e l'ingresso ai playoff, per cui una flessione mentale è probabilmente normale". Questo può essere quindi un vantaggio domenica per Forlì.
Ci sarà un Udine con la pancia piena?
"E' chiaro che le motivazioni di Forlì saranno molto maggiori delle nostre: per i bianco-rossi ogni partita verrà giocata come se fosse l'ultima, noi questa cattiveria in questo momento facciamo fatica a trovarla. C'è sicuramente da parte nostra un lieve rilassamento, inoltre la sfida sarà resa ancora più difficile nel giocare in un pallazzo dove è innegabile che sia uno dei pubblici più belli di tutta la Lega, quello forlivese".
Quale sarà la chiave tattica del match?
"Forlì è ormai una formazione che pratica una pallacanestro perimetrale, con gioco in transizione e pick and roll, cercando di alzare sempre i ritmi del match. Noi fatichiamo a digerire questo tipo di pallacanestro in quando preferiamo adattarci a squadre metodiche e più tradizionali. Inoltre ci sarà per noi il problema di contenere giocatori come Goldwire o Jones, capaci di colpire sia da fuori che da in penetrazione".
Com'è invece la vostra situa- zione societaria in un momento in cui sono tante le società in difficoltà e si parla insistentemente di rivoluzionare nuovamente i campionati. Che ne pensa?
"Mi sembra una vera cavoiata rivoluzionaria, magari svilendo una delle poche Leghe, la nostra, che ha un bel appeal nei confronti del pubblico. E' certo che bisogna contenere i costi o con un regime fiscale diverso o con una forma magari semi-professionistica. Per quanto riguarda noi, ci sono delle incertezze sul futuro e in tale situazione è difficile per la squadra rimanerne del tutto estranea. In questo momento dovremo essere bravi a metabolizzare il tutto".
Garelli e il futuro. L'anno prossimo si vede a Udine o gli ottimi risultati la possono portare verso altri lidi?
"A Udine mi sono trovato molto bene e pur avendo un biennale con la possibilità dell'escape, è ovvio che speri di rimanere, sempre che naturalmente ci siano i giusti presupposti e una certa progettualità per il futuro".

 

 


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E. Carchia

E. Carchia

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