Tezenis Verona: 'Il nostro futuro sono i giovani'
Le parole della dirigenza di Verona
Gianluigi Pedrollo: «Comincio ringraziando il pubblico, che soprattutto nella seconda parte di stagione ci ha seguito con passione e sempre maggior interesse. Tutti si sono divertiti, in più abbiamo registrato il record di incassi. Sono qui anche perché siate a conoscenza di qualche dato, voglio come sempre essere trasparente: fra main sponsor, incassi compresi i playoff, iscrizioni e contributi della Lega s’è coperto solo il 45% dei costi. Qualcun altro, quindi io, ha dovuto arrangiarsi col restante 55%. La stagione poi ricorderete tutti come è cominciata, con un mercato quindi iniziato tardi e col nostro mercato che ne è stato la conseguenza. Adesso parte un programma triennale, come la durata di sponsorizzazione col nostro main sponsor Tezenis, con scelte secondo i nostri binari perché non siamo certo noi i ricchi della pallacanestro italiana ma tutte condivise, anche naturalmente da coach Dalmonte che un anno fa s’è preso in mano una patata bella bollente ma portando la squadra ai quarti di finale e svolgendo un ottimo lavoro. Nessuno da noi avanza un euro, tutti a Verona verrebbero volentieri anche per questo. Ma questa è una piazza in cui perdi tre partite e la gente sta a casa, ne vinci due e forse comincia a venire di nuovo. Gli sponsor poi devi andarli a cercare col lanternino. Non vi nascondo che tranne qualcuno si tratta di miei fornitori, miei amici, io stesso. Faremo comunque del nostro meglio nel prossimo triennio, cercando anche di avvicinare alla nostra società chi ha tempo e voglia per darci una mano a creare un’altra base per fare qualcosa in più».
Giorgio Pedrollo: «Premetto: Tezenis come main sponsor per i prossimi tre anni è determinante. Aver ottenuto questo triennio ci permette di aggiustare la programmazione, adeguata anche per il meccanismo delle promozioni che continua a variare. Abbiamo dovuto fare delle scelte, alcune delle quali dolorosissime. Come la rinuncia a Boscagin, dopo tutto quello che è stato per noi anche coi gradi di capitano. Certi giocatori però erano distanti dall’idea di puntare sui giovani come è stato per noi. Ora si potrà crescere tutti assieme, compreso lo staff. Vedere il palazzetto pieno è stata una gioia immensa, il pubblico è stato numeroso e partecipe. Quando prendemmo la società di settore giovanile non era rimasto nulla. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo lavorato, aperto sempre più centri di minibasket. Fino al colpo clamoroso dell’anno scorso, con l’arrivo di un allenatore scudettato come Franco Marcelletti oltre all’arrivo di Simone Guadagnini. Da lì è partita l’idea di puntare su giovani che possano avere un futuro. Abbiamo già in casa dei nazionali ed altri ne avremo. Ne abbiamo uno, Guglielmi, cresciuto da noi. E come ciliegina sulla torta abbiamo preso per i prossimi cinque anni Dieng, il più grande talento italiano del 2000. Uno che l’anno scorso giocava nel Barcellona ed ora con l’Italia Under 18. Ha sposato il nostro progetto nonostante in Italia e non solo lo volessero in tanti. Non so quante altre società, anche di A, possono avere così tanti nazionali nelle proprie fila. Sono passi in avanti importanti, ma non significano promozione. Daremo ai giovani il tempo di crescere. Ci appoggeremo per la prima volta coi nostri ragazzi all’Istituto Salesiani di San Zeno di Don Antonio Poles. Li seguiremo dallo studio alla vita fuori dal campo. Ma non è finita qui, la nostra ricerca continua».
Daniele Della Fiori: «Ci tenevamo dopo un’estate di lavoro ma in silenzio a fare il punto della situazione. Credo nel settore giovanile, perché ha una valenza sportiva ma anche sociale. E quest’anno avremo nei campionati d’eccellenza non solo l’Under 16 come la scorsa stagione ma anche U15 ed U18. Verona sta dimostrando di avere una certa appetibilità. Dieng vi assicuro che lo seguivano in tanti, di recente è stato anche convocato per il “Basketball Without Borders”, camp organizzato da Nba e Fiba con tutti i massimi talenti che ci sono in giro. Sento parlare tanto di continuità. La nostra scelta intanto è stata quella di ripartire confermando lo staff tecnico in toto, mettendo l’allenatore al centro del progetto. Con tutte le scelte che ne conseguono. Lo staff ha svolto un grande lavoro. Uno dei componenti, Michele Dall’Ora, è un prodotto locale che ci auguriamo possa crescere ancora. E c’è anche un preparatore fisico preparatissimo come Matteo Ferrari, forte anche di un’esperienza importante negli Stati Uniti. Confermeremo in blocco anche lo staff medico. La proposta tecnica sarà però diversa da quella dell’anno passato. Tutto è stato condiviso con tutti, fino ovviamente alla proprietà. Ci sono due strade per essere altamente competitivi. La prima è prendere giocatori già fatti, finiti e molto costosi. La seconda quella di creare un gruppo di giocatori giovani che possano crescere nel tempo. Noi abbiamo preso la seconda strada. La nostra sarà una pallacanestro fatta di aggressività ed intensità, avremo un po’ di inesperienza ma avremo una grande quantità di giocatori da poter mettere in campo. Abbiamo firmato una serie di contratti biennali, quindi alla fine del prossimo anno si siederemo di nuovo e tireremo le somme. Vedremo che livello di pallacanestro avremo raggiunto e capiremo se potremo essere altamente competitivi. L’obiettivo ora è entrare nei playoff, con una squadra sì di ragazzi ma di giocatori poi non così giovanissimi. Sono state prese decisioni dolorose, fatte però per il bene del nostro progetto».