Alessandro Ramagli: Stiamo attenti. Roseto cercherà il colpo in Gara 1
Le parole del coach della Virtus Bologna
Un altro passo nella corsa di Virtus Segafredo nei Playoff di Serie A2 Citroen. Messa in archivio la sfida con Casale, durata quattro intense partite, arriva Roseto, che già nel dopopartita al PalaFerraris coach Alessandro Ramagli ha ammonito a non immaginare come la squadra affrontata nell'ultima giornata di regular season. Sarà un’altra musica, nei quarti di finale di questa lunga avventura.
“Da trentadue, le squadre sono diventate sedici. Siamo più sgranati e il livello è certamente alto, siamo all’eccellenza di questo campionato. Magari qualcuno non sospettava che agli ottavi potessero venir fuori serie lunghe, invece quasi tutte compresa la nostra sono state dure e intense. Ora nessuno deve pensare a serie che si chiuderanno velocemente, o a partite poco equilibrate. In lizza ci sono squadre che hanno fatto un percorso non casuale”.
“Roseto è una squadra che alla fine della stagione regolare ha vinto appena quattro partite meno di noi, e agli ottavi ha eliminato la terza classificata dell’altro girone usando le armi di sempre, cioè cercando di abbassare il ritmo usando in difesa una quantità industriale di zona, e in attacco avendo idee chiare su quali sono i punti di riferimento, vale a dire Fultz, Smith e Amoroso, che è un po’ il playmaker aggiunto. Ci aspettiamo che questi possano ancora essere gli strumenti che li renderanno competitivi e pericolosissimi anche in questa serie contro di noi”.
“Hanno abbassato la media punti nel primo turno dei playoff, rispetto alla stagione regolare, e c’è una spiegazione logica. Prima di tutto affrontavano Legnano, ovvero la terza miglior difesa della Serie A2. Poi sono stati molto bravi a far camminare gli avversari, facendogli prendere possessi molto lunghi contro la zona. Legnano ha cercato di guidare la serie difensivamente, Roseto è stata brava ad adattarsi”.
“Noi siamo favoriti, non c’è dubbio, come lo eravamo con Casale. La leggerezza e il nulla da perdere incidono sulle singole partite, e queste sono sensazioni che loro avranno. Ma devono batterci tre volte, e noi dobbiamo batterli tre volte. Se siamo noi stessi, abbiamo più possibilità di loro di farcela. Ma nella singola partita, e soprattutto nella numero uno della serie, dove loro hanno sempre avuto un ottimo approccio, bisognerà fare attenzione massima. Perché sono una squadra esperta, con giocatori esperti, come Fultz e Amoroso. E i giocatori esperti sanno che ci sono momenti in cui bisogna provare a fare dei colpi. Sono sicuro che loro considerano gara1 come uno di quei momenti”.
“Purtroppo ci siamo portati dietro guai fisici. Spissu si è allenato ieri per la prima volta, Michelori è rimasto fermo due giorni per un risentimento al flessore, Spizzichini non ha fatto nulla dopo Casale. Ma ieri Andrea e Marco sono rientrati, ora vediamo la situazione di Gabriele che è quello al momento più in forse. Ma penso positivo: non avessimo chiuso la serie con Casale in quattro partite, questi giocatori intanto non sarebbero scesi in campo alla quinta, e poi non avrebbero avuto la possibilità di recuperare col contributo del nostro staff medico e fisioterapico”.
“Gentile si è messo a disposizione del gruppo, è rimasto sereno e disponibile anche nei momenti più delicati, e ha trovato una squadra serena e disponibile ad accoglierlo. Ora ha avuto tempo per entrare ancora più nei meccanismi, e questo ci aiuterà ulteriormente”.
“La prova di Penna in gara4 mi ha fatto un enorme piacere. Tanto che non ho voluto parlarne, quando altri avrebbero potuto imbastirci conferenze e interviste, appendendosi medaglie al petto e appendendone al petto del ragazzo. Questa stagione è nata perché Penna, Oxilia, Pajola e Petrovic facessero esperienze di gioco vere, non chiacchiere. E le hanno fatte, per venticinque, ventisei, ventinove partite. Loro oggi sono già giocatori da A2, e mi auguro per loro diventino giocatori da Serie A. Ma io ero sicuro che quando avessi avuto necessità di un aiuto vero da uno di loro, lo avrei trovato pronto. Non perché sono un mago, ma perché gli abbiamo insegnato a farlo e loro sono stati disponibili a imparare a farlo. Ma la felicità per la prestazione di Lorenzo era tale che mi sembrava giusto non parlarne, credo che non gli avrei fatto del bene. Quello che è venuto fuori dalla sua prestazione è figlio di quello che è successo durante la stagione. Niente succede per caso”.
“Torniamo al PalaDozza, un luogo che ha riferimenti cestistici speciali. I vuoti sugli spalti? Noi dal primo giorno abbiamo fatto tutto il possibile perché la nostra gente potesse essere orgogliosa di noi, quanto noi lo siamo della nostra gente. Ma ci sono tanti aspetti da valutare, quello che è certo è che non abbiamo mai lesinato il nostro impegno, e credo che la gente ce lo riconosca. Speriamo di vedere tante persone in più, visto che ora siamo ai quarti di finale, ma quello che è certo è che il nostro è un pubblico intelligente”.
“Cosa ci portiamo dalla serie con Casale? La certezza che nessuno si arrende facilmente, che nessuno regala niente, che nei momenti di difficoltà bisogna andare a cercare le sicurezze, che le invenzioni non contano niente ma conta il lavoro fatto nel corso della stagione. Sono cose che ti insegna la vita, non semplicemente una partita di basket.”
“Da trentadue, le squadre sono diventate sedici. Siamo più sgranati e il livello è certamente alto, siamo all’eccellenza di questo campionato. Magari qualcuno non sospettava che agli ottavi potessero venir fuori serie lunghe, invece quasi tutte compresa la nostra sono state dure e intense. Ora nessuno deve pensare a serie che si chiuderanno velocemente, o a partite poco equilibrate. In lizza ci sono squadre che hanno fatto un percorso non casuale”.
“Roseto è una squadra che alla fine della stagione regolare ha vinto appena quattro partite meno di noi, e agli ottavi ha eliminato la terza classificata dell’altro girone usando le armi di sempre, cioè cercando di abbassare il ritmo usando in difesa una quantità industriale di zona, e in attacco avendo idee chiare su quali sono i punti di riferimento, vale a dire Fultz, Smith e Amoroso, che è un po’ il playmaker aggiunto. Ci aspettiamo che questi possano ancora essere gli strumenti che li renderanno competitivi e pericolosissimi anche in questa serie contro di noi”.
“Hanno abbassato la media punti nel primo turno dei playoff, rispetto alla stagione regolare, e c’è una spiegazione logica. Prima di tutto affrontavano Legnano, ovvero la terza miglior difesa della Serie A2. Poi sono stati molto bravi a far camminare gli avversari, facendogli prendere possessi molto lunghi contro la zona. Legnano ha cercato di guidare la serie difensivamente, Roseto è stata brava ad adattarsi”.
“Noi siamo favoriti, non c’è dubbio, come lo eravamo con Casale. La leggerezza e il nulla da perdere incidono sulle singole partite, e queste sono sensazioni che loro avranno. Ma devono batterci tre volte, e noi dobbiamo batterli tre volte. Se siamo noi stessi, abbiamo più possibilità di loro di farcela. Ma nella singola partita, e soprattutto nella numero uno della serie, dove loro hanno sempre avuto un ottimo approccio, bisognerà fare attenzione massima. Perché sono una squadra esperta, con giocatori esperti, come Fultz e Amoroso. E i giocatori esperti sanno che ci sono momenti in cui bisogna provare a fare dei colpi. Sono sicuro che loro considerano gara1 come uno di quei momenti”.
“Purtroppo ci siamo portati dietro guai fisici. Spissu si è allenato ieri per la prima volta, Michelori è rimasto fermo due giorni per un risentimento al flessore, Spizzichini non ha fatto nulla dopo Casale. Ma ieri Andrea e Marco sono rientrati, ora vediamo la situazione di Gabriele che è quello al momento più in forse. Ma penso positivo: non avessimo chiuso la serie con Casale in quattro partite, questi giocatori intanto non sarebbero scesi in campo alla quinta, e poi non avrebbero avuto la possibilità di recuperare col contributo del nostro staff medico e fisioterapico”.
“Gentile si è messo a disposizione del gruppo, è rimasto sereno e disponibile anche nei momenti più delicati, e ha trovato una squadra serena e disponibile ad accoglierlo. Ora ha avuto tempo per entrare ancora più nei meccanismi, e questo ci aiuterà ulteriormente”.
“La prova di Penna in gara4 mi ha fatto un enorme piacere. Tanto che non ho voluto parlarne, quando altri avrebbero potuto imbastirci conferenze e interviste, appendendosi medaglie al petto e appendendone al petto del ragazzo. Questa stagione è nata perché Penna, Oxilia, Pajola e Petrovic facessero esperienze di gioco vere, non chiacchiere. E le hanno fatte, per venticinque, ventisei, ventinove partite. Loro oggi sono già giocatori da A2, e mi auguro per loro diventino giocatori da Serie A. Ma io ero sicuro che quando avessi avuto necessità di un aiuto vero da uno di loro, lo avrei trovato pronto. Non perché sono un mago, ma perché gli abbiamo insegnato a farlo e loro sono stati disponibili a imparare a farlo. Ma la felicità per la prestazione di Lorenzo era tale che mi sembrava giusto non parlarne, credo che non gli avrei fatto del bene. Quello che è venuto fuori dalla sua prestazione è figlio di quello che è successo durante la stagione. Niente succede per caso”.
“Torniamo al PalaDozza, un luogo che ha riferimenti cestistici speciali. I vuoti sugli spalti? Noi dal primo giorno abbiamo fatto tutto il possibile perché la nostra gente potesse essere orgogliosa di noi, quanto noi lo siamo della nostra gente. Ma ci sono tanti aspetti da valutare, quello che è certo è che non abbiamo mai lesinato il nostro impegno, e credo che la gente ce lo riconosca. Speriamo di vedere tante persone in più, visto che ora siamo ai quarti di finale, ma quello che è certo è che il nostro è un pubblico intelligente”.
“Cosa ci portiamo dalla serie con Casale? La certezza che nessuno si arrende facilmente, che nessuno regala niente, che nei momenti di difficoltà bisogna andare a cercare le sicurezze, che le invenzioni non contano niente ma conta il lavoro fatto nel corso della stagione. Sono cose che ti insegna la vita, non semplicemente una partita di basket.”
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