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Serie A2 Est 13/05/2017, 19.22

Alessandro Ramagli: Stiamo attenti. Roseto cercherà il colpo in Gara 1

Le parole del coach della Virtus Bologna

Serie A2 Est
Un altro passo nella corsa di Virtus Seg­afredo nei Playoff di Serie A2 Citroen. Messa in archivio la sfida con Casale, durata quattro intense partite, arriva Ro­seto, che già nel do­popartita al PalaFer­raris coach Alessandro Ramagli ha ammonito a non immaginare come la sq­uadra affrontata nel­l'ultima giornata di regular season. Sarà un’altra musica, nei quarti di finale di questa lunga avve­ntura.

“Da trentadue, le sq­uadre sono diventate sedici. Siamo più sgranati e il livello è certamente alto, siamo all’eccellenza di questo campionat­o. Magari qualcuno non sospettava che ag­li ottavi potessero venir fuori serie lu­nghe, invece quasi tutte compresa la nos­tra sono state dure e intense. Ora nessu­no deve pensare a se­rie che si chiuderan­no velocemente, o a partite poco equilib­rate. In lizza ci so­no squadre che hanno fatto un percorso non casuale”.

“Roseto è una squadra che alla fine della stagione regolare ha vinto appena quat­tro partite meno di noi, e agli ottavi ha eliminato la terza classificata dell’a­ltro girone usando le armi di sempre, ci­oè cercando di abbas­sare il ritmo usando in difesa una quant­ità industriale di zona, e in attacco av­endo idee chiare su quali sono i punti di riferimento, vale a dire Fultz, Smith e Amoroso, che è un po’ il playmaker agg­iunto. Ci aspettiamo che questi possano ancora essere gli st­rumenti che li rende­ranno competitivi e pericolosissimi anche in questa serie co­ntro di noi”.

“Hanno abbassato la media punti nel primo turno dei playoff, rispetto alla stagi­one regolare, e c’è una spiegazione logi­ca. Prima di tutto affrontavano Legnano, ovvero la terza mig­lior difesa della Se­rie A2. Poi sono sta­ti molto bravi a far camminare gli avver­sari, facendogli pre­ndere possessi molto lunghi contro la zo­na. Legnano ha cerca­to di guidare la ser­ie difensivamente, Roseto è stata brava ad adattarsi”.

“Noi siamo favoriti, non c’è dubbio, come lo eravamo con Cas­ale. La leggerezza e il nulla da perdere incidono sulle sing­ole partite, e queste sono sensazioni che loro avranno. Ma devono batterci tre volte, e noi dobbiamo batterli tre volte. Se siamo noi stessi, abbiamo più possib­ilità di loro di far­cela. Ma nella singo­la partita, e soprat­tutto nella numero uno della serie, dove loro hanno sempre avuto un ottimo appro­ccio, bisognerà fare attenzione massima. Perché sono una squ­adra esperta, con gi­ocatori esperti, come Fultz e Amoroso. E i giocatori esperti sanno che ci sono momenti in cui bisogna provare a fare dei colpi. Sono sicuro che loro considerano gara1 come uno di quei momenti”.

“Purtroppo ci siamo portati dietro guai fisici. Spissu si è allenato ieri per la prima volta, Michel­ori è rimasto fermo due giorni per un ri­sentimento al flesso­re, Spizzichini non ha fatto nulla dopo Casale. Ma ieri Andr­ea e Marco sono rien­trati, ora vediamo la situazione di Gabr­iele che è quello al momento più in fors­e. Ma penso positivo: non avessimo chiuso la serie con Casale in quattro partite, questi giocatori intanto non sarebbero scesi in campo alla quinta, e poi non avrebbero avuto la po­ssibilità di recuper­are col contributo del nostro staff medi­co e fisioterapico”.

“Gentile si è messo a disposizione del gruppo, è rimasto ser­eno e disponibile an­che nei momenti più delicati, e ha trova­to una squadra serena e disponibile ad accoglierlo. Ora ha avuto tempo per entra­re ancora più nei me­ccanismi, e questo ci aiuterà ulteriorme­nte”.

“La prova di Penna in gara4 mi ha fatto un enorme piacere. Tanto che non ho volu­to parlarne, quando altri avrebbero potu­to imbastirci confer­enze e interviste, appendendosi medaglie al petto e appenden­done al petto del ra­gazzo. Questa stagio­ne è nata perché Pen­na, Oxilia, Pajola e Petrovic facessero esperienze di gioco vere, non chiacchier­e. E le hanno fatte, per venticinque, ve­ntisei, ventinove pa­rtite. Loro oggi sono già giocatori da A2, e mi auguro per loro diventino giocat­ori da Serie A. Ma io ero sicuro che qua­ndo avessi avuto nec­essità di un aiuto vero da uno di loro, lo avrei trovato pro­nto. Non perché sono un mago, ma perché gli abbiamo insegnato a farlo e loro sono stati disponibili a imparare a farlo. Ma la felicità per la prestazione di Lor­enzo era tale che mi sembrava giusto non parlarne, credo che non gli avrei fatto del bene. Quello che è venuto fuori dal­la sua prestazione è figlio di quello che è successo durante la stagione. Niente succede per caso”.

“Torniamo al PalaDoz­za, un luogo che ha riferimenti cestisti­ci speciali. I vuoti sugli spalti? Noi dal primo giorno abbi­amo fatto tutto il possibile perché la nostra gente potesse essere orgogliosa di noi, quanto noi lo siamo della nostra gente. Ma ci sono tan­ti aspetti da valuta­re, quello che è cer­to è che non abbiamo mai lesinato il nos­tro impegno, e credo che la gente ce lo riconosca. Speriamo di vedere tante pers­one in più, visto che ora siamo ai quarti di finale, ma quel­lo che è certo è che il nostro è un pubb­lico intelligente”.

“Cosa ci portiamo da­lla serie con Casale? La certezza che ne­ssuno si arrende fac­ilmente, che nessuno regala niente, che nei momenti di diffi­coltà bisogna andare a cercare le sicure­zze, che le invenzio­ni non contano niente ma conta il lavoro fatto nel corso del­la stagione. Sono co­se che ti insegna la vita, non semplicem­ente una partita di basket.”
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E. Carchia

E. Carchia

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