Ramagli: “Jesi è un avversario difficile, dovremo gettare ancora il cuore oltre l’ostacolo”
Le parole del coach della Virtus Bologna
La Virtus Segafredo attende la Termoforgia Jesi per quello che è l’ennesimo impegno in otto giorni che sono si sono rivelati duri, costellati di problemi anche fisici che non hanno nemmeno permesso un percorso di avvicinamento tranquillo. Ma la parola d’ordine di Alessandro Ramagli è la solita: vietato piangersi addosso e guardare avanti, con pragmatismo e cercando di portare a casa il massimo con quello che si ha a disposizione, aspettando che tutto torni nella normalità e quindi di ritrovare equilibrio e certezze.
“Jesi è una squadra improntata sulle qualità dei due americani, la coppia più prolifica della nostra conference, in termini di possessi giocati, punti prodotti, assist. La gestione economica della squadra passa da questi due giocatori, che sembrano simili ma in realtà molto diversi: Bowers è un capacissimo realizzatore ma sa costruire gioco per sé e per gli altri, sa mettere in ritmo tutti, mentre Davis è il tipico realizzatore, capace di fare punti in tanti modi. A loro sanno fare da supporto intanto i due lunghi, Benevelli con la duttilità, Maganza con presenza fisica e impatto a rimbalzo d’attacco, infine c’è un gruppo di giocatori italiani che conosce i propri compiti”.
“Non mi sorprende che Jesi sia lì, a giocarsi un posto nei playoff, perché già nel girone d’andata, quando venivano da un periodo complicato, davano la sensazione di percorrere la strada giusta, si percepiva che dietro c’era una chimica precisa e funzionale che li teneva insieme. E’ bastato inanellare qualche successo per uscire dai problemi, e abbandonare secondo me in modo definitivo le zone calde della classifica e sta strizzando l’occhio alla zona playoff”.
“Un cliente particolarmente scomodo, e si è visto nelle ultime due trasferte, a Treviso dove hanno vinto e contro la Fortitudo dove sono stati sempre in corsa. L’Aurora è in grande salute, quindi dobbiamo fare molta attenzione, attingere a tutte le nostre risorse che in questo momento non conosciamo del tutto. Un periodo di maggiore serenità, legato anche al fatto che il roster torni a rimpinguarsi, richiede una vittoria che ci permetta anche di presentarci con una faccia e certezze nuove all’ultima parte della stagione”.
“Vincere a Chieti è stato importante, e non importa se siamo stati belli o brutti, ma per come si è sviluppata quella gara, così strana e fuori dalle regole, è stato significativo portarla a casa con le unghie e con i denti. Quella di domani sarà da capire anche per quello che riguarda le energie che la trasferta di Jesi ci ha lasciato”.
“Michelori di fatto non si è mai allenato dopo quella gara, il problema alla schiena si sta pian piano risolvendo, mentre Spizzichini deve essere monitorato con attenzione, anche se per fortuna sono esclusi problemi di natura neurologica. Ma anche ieri ha fatto una parte dell’allenamento coi compagni, poi ha avuto un po’ di mal di testa. In questi giorni abbiamo preparato la partita con pochi concetti, ma avevamo soprattutto bisogno di recuperare energie”.
“Jesi può avere sprazzi legati nel bene e nel male ai suoi due americani. Non è una squadra facile, e si rischia di cadere nell’equivoco cercando di limitare troppo quei due giocatori lasciando spazio agli altri. Ci vuole giusto bilanciamento, perché alla fine è la squadra che bisogna limitare”.
“Una partita strana come quella di Chieti stavolta vorrei evitarla. Abbiamo dovuto gestirla cogliendo l’attimo, e onestamente domani vorrei evitare una situazione come quella, anche se credo che ancora una volta la differenza la farà la volontà di sacrificarsi e di soffrire, non siamo ancora nella condizione di avere partite diverse da queste. Poi è chiaro che conta anche la condizione dell’avversario: se trovi Udine in condizione di straemergenza le cose si mettono bene, se trovi squadre in condizione di salute normale in questo momento devi combattere. E domani sera ci sarà ancora bisogno di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Per noi è la terza partita in otto giorni, in condizioni di grande emergenza: noi dello staff dovremo essere come i farmacisti, pronti a mettere e togliere quello che è necessario per portare a casa una vittoria, perché quello che conta è cercare di portarla a casa, dimenticando anche il lato estetico se necessario”.