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Serie A2 Est 23/12/2016, 15.19

Michele Carrea si racconta: il primato dell'Angelico e tante altre storie

Le parole del coach di Biella

Serie A2 Est

 Michele Carrea: un anno fa l’Angelico Biella era ultima in classifica, ricorda?
“I risultati sono figli di tanti ingredienti, sono fortunato ad essere in un contesto capace di valutare le cose e valorizzare il risultato oltre il breve periodo. Si tratta di stagioni molto differenti e non vanno sovrapposte: sarebbe ingeneroso nei confronti di chi c’era l’anno scorso, ed ha compiuto un grande sforzo per rimettere in piedi una stagione complessa”.


- Con una squadra ultima in classifica c’era anche il suo allenatore, giovane ed esordiente.

“Il lavoro va sempre valutato e con questo anche gli allenatori. Guai se non accadesse. Il lavoro però non è solo la singola domenica, ma ciò che si fa in un contesto. Ed è importante che questo sappia capire le priorità, valorizzando le risorse. E così l’allenatore, di conseguenza. Io devo solo ringraziare Marco Sambugaro che mi ha voluto a Biella”.


- Un anno dopo: Angelico prima ad Ovest e prima a qualificarsi per la Final Eight di Coppa Italia.

“La Coppa Italia è vita o morte ad ogni partita. Un contesto cui sono poco abituati gli allenatori e gli staff. Come l’affronteremo? Conterà molto la condizione fisica e l’aspetto emozionale. Sarà un’esperienza magnifica, cercheremo di onorarla al meglio”.


- Sarà il primo confronto stagionale tra Est ed Ovest.

“Lo scorso anno l’idea fosse di un Ovest prevaricante sotto il piano tecnico e fisico. I risultati furono, alla fine, opposti. La verità la si scopre solo sul campo, quando si è uno davanti all’altro”.


- Il vostro record attuale è 10-2, vincendo in tanti modi diversi, anche in rimonta, anche nel punto a punto. Si può pensare che sappiate a chi dare la palla, Ferguson ed Hall, ma non è propriamente quanto accaduto.

“Lo staff lavora quotidianamente sulla divulgazione della fiducia. Io ricordo Wheatle decisivo contro Ferentino, Tessitori con Rieti, De Vico a Tortona. Ci si ricorda la giocata decisiva, io penso che ci si arriva perché c’è stato un grande sforzo difensivo e gli italiani in questo hanno un ruolo-chiave. Se dovessi identificare un obiettivo per il 2017 è la continuità nella durezza difensiva e nella solidità a rimbalzo. La qualità della nostra stagione passerà da questo”.


- Tempo fa dichiarò: “Sono lontano dall’essere un allenatore esperto, ma anche dall’essere un allenatore sazio”. Probabilmente neanche Ettore Messina è sazio.

“Purtroppo la nostra professione costringe a guardare troppo al breve termine, perché è ciò che paga. Ma a fianco, ben chiusi nel cassetto, tengo i miei sogni. Io ci metto fame e desiderio di emergere, come ad esempio fanno due come Lorenzo Pansa (Moncalieri) e Davide Villa (Desio). La differenza con loro è che io ho avuto un’opportunità. Ma ce ne sono tanti come loro, con meno visibilità e passione identica alla mia”.


- Chi sono gli ispiratori del suo percorso di crescita tecnica?

“Andrea Zanchi è un maestro del lavoro settimanale. Cesare Riva è quello che mi ha avvicinato al professionismo. Ho lavorato con Calvani, Crespi, Sacco, Lottici. Io credo che un allenatore diventi un buon allenatore quando sa abbinare l’esperienza alla sua identità. A come sono oggi, ma anche a come sarò domani, cioè diverso. Ma se devo indicare un allenatore su tutti, per capacità ed approccio, la mia ammirazione va a Carlo Recalcati”.


- Campione d’Italia con l’Under 19 a Casalpusterlengo. L’età più critica, passare da under a senior. L’ha vista da vicino, capita che alcuni si perdono. Come va evitato?

“A Casalpusterlengo ha funzionato perché la società ha investito risorse sull’accompagnamento a questo percorso, delicato. Con ragazzi come Donzelli, Spissu, Vencato. Non vorrei essere equivocato: il giovane non va giustificato o gli devono essere concessi bonus. Va però nutrito di energìe per affrontare le sfide, individuare il nemico, batterlo. L’ho fatto da assistente, da capo allenatore cambia perché devi rendere la squadra performante e da subito. Ed allora si tende ad allontanarsi dai rischi. Nel mio lavoro, e nei miei rischi, mi aiutano un materiale umano di qualità ed un Club che mi è vicino”.

QUI PER LEGGERE IL RESTO DELLA SUA INTERVISTA

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 4 Commenti
  • Altroconsumo 24/12/2016, 01.47 Mobile
    Citazione ( Frappapappo 23/12/2016 @ 17:47 )

    Scusa Perché Siena??

    Perché da lì è partito quando non lo voleva nessuno

  • Frappapappo 23/12/2016, 17.51 Mobile

    Bella intervista e idee molto chiare! Se questo ragazzo è veramente riuscito a inculcare a hall che la squadra è più importante del singolo allora sentiremo ancora parlare di lui. Complimenti

  • Frappapappo 23/12/2016, 17.47 Mobile
    Citazione ( Altroconsumo 23/12/2016 @ 15:57 )

    Nemmeno un accenno a Siena che l'ha fatto conoscere. Quando si dice la classe...

    Scusa Perché Siena??

  • Altroconsumo 23/12/2016, 15.57 Mobile

    Nemmeno un accenno a Siena che l'ha fatto conoscere. Quando si dice la classe...