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Serie A2 Est 30/01/2011, 14.04

L'Umana Venezia vuole evitare le trappole della Naturhouse Ferrara

Per due volte, quest'anno, la squadra di coach Martelossi l'ha costretta ia supplementari. Parlano i protagonisti: i coach Mazzon e Martellossi, Allegretti e Lechthaler

Serie A2 Est

 Ufficio Stampa Lega Due

La partita della domenica su Sportitalia2 (ore 17) è Umana Venezia-Naturhouse Ferrara. La squadra lagunare, appena ripreso il comando della classifica con una prova di forza in quel di Forlì, vuol rinsaldare il suo fortino Taliercio caduto due settimane fa con Veroli, la squadra estense cerca di capire se stessa: quando è sul punto di fare il salto di qualità, cade, ma di solito in trasferta da il meglio di sè. Partita interessante e imprevedibile,  con duelli da godere. Clark e Boyette, due giocatori diversi ma capaci di incidere sull gara, entrambi protagonisti all’andata; il confronto fra l’attaccante Young e il guerriero Ndoja; il talentuoso Slay e un Kotti in crescita, come Mazzola: il recupero di Lechthaler da valutare a che punto è , e una Venezia che sta trovando sostanza anche dalla pattuglia italiana, capitanata da Meini, Maestrello, Allegretti e C.

ULTIME DAI CAMPI
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Tutti presenti sia nell’Umana che in casa Naturhouse.

LA PAROLA AI PROTAGONISTI –

In casa Reyer ecco i consigli di coach Mazzon. “E’ una squadra che conosciamo abbastanza bene per averla affrontata in campionato, ai Q Round di Coppa Italia e in amichevole anche se rispetto a quei confronti hanno cambiato il roster con alcuni interventi sul mercato. E’ evidente che hanno qualità e ora che hanno anche recuperato gli infortunati, su tutti Lechthaler, hanno un organico davvero molto profondo. Si tratta di una formazione che prevedo andrà ai playoff perchè ha qualità tecniche per centrare l’obiettivo. Hanno caratteristiche che permettono di mettere in difficoltà tante squadre. Da parte nostra, in casa abbiamo perso una partita in un anno per errori di concentrazione e faremo di tutto per far valere il fattore campo. A livello tecnico per fare un passo in avanti bisogna cercare il più possibile di non essere mai banali o scontati questo sarebbe un errore. Tradotto in termini pratici significa che si deve essere imprevedibili. E’ proprio su questo che dobbiamo crescere e su cui stiamo lavorando. L’imperativo è: una buona squadra è una squadra che sa passare la palla. Significa giocare attraverso un tipo di attacco che si basa sulla capacità di leggere le situazioni per prendere i tiri che esaltano le caratteristiche specifiche di ciascuno e quindi da considerarsi ad alta percentuale. Effettivamente questo passa anche attraverso la conoscenza delle proprie caratteristiche personali ed io assicuro che lo faccio capire in modo anche molto duro a ciascuno.Va anche detto che si riesce a sviluppare un certo lavoro specifico quando tutti stanno bene, ma è diverso quando si attraversano settimane come le ultime due durante le quali abbiamo dovuto fare i conti con tanti piccoli problemini. Detto questo un giocatore deve sapersi ascoltare, conoscere le proprie lacune. Ognuno di noi ha un lato forte e un lato debole e tutti dovrebbero cercare di rendersene conto per poter dare il massimo in base alle proprie potenzialità”.
La voce dell’ ex Marco Allegretti. “Non è una gara semplice, come nessuna lo è in questo campionato Ferrara ha inserito nell'organico un giocatore come Hoover di grandissima esperienza, uno capace di prendere per mano e gui- dare una squadra nei momenti più difficili. E poi contro di noi tutti raddoppiano le energie pur di batterci. Una squadra che non molla mai, Ferrara, che cerca punti per rientrare in lotta per i playoff. L'ultima partita interna l'abbiamo persa con Veroli ci poteva stare per tanti motivi, i contrattempi fisici, la forza dell'avversario, ma non dimentichiamoci che sia nell'ultimo periodo, sia nell'over-time il pallone per vincere era nelle nostre mani. Udine o Casale l'avversario più pericoloso? La Snaidero sta disputando un ottimo torneo, ma considero la Fastweb una squadra esperta e con la panchina lunga, quindi più temibile».
In casa Naturhouse coach Martelossi è rispettoso della forza di Venezia mai incuriosito da come i suoi affronteranno la gara: “La classifica e il passato di Venezia dicono molto sul tipo di partita che ci aspetta. Di sicuro è una delle squadre che conosciamo meglio in questa Lega, per averla già incontrata tre volte. E di sicuro sarà stimolante affrontare i primi della classe. Queste, paradossalmente, sono partite facili da preparare dal punto di vista psicologico: non serve tenere alta l’attenzione; mi sembra anzi che i ragazzi abbiano voglia di cimentarsi con questo ostacolo, in un contesto importante”. Ma la volontà non può essere sufficiente: “Infatti conterà soprattutto la forza in campo. Venezia ha un gran potenziale, soprattutto sul perimetro. È, insieme a Udine, l’unica squadra che gioca con quattro americani veri da quintetto; e non a caso Umana e Snaidero sono là sopra in classifica. Sappiamo che Venezia ha tantissimi punti nelle mani in tutti i ruoli; noi dovremo cercare di limitare almeno alcune delle loro soluzioni offensive. Poi, ovviamente, si dovrà tenere botta di fronte all’impatto fisico dei nostri avversari”. Come si sta in partita contro l’Umana? “A dire il vero Venezia ha vinto tanto, ma quasi mai dominando dall’inizio alla fine. Piuttosto, sono bravissimi a colpire duro nei momenti decisivi. Ecco, noi dovremo cercare di non concedere fiammate, e di non perdere la testa se subiamo un parziale negativo”. La partita dell’andata, persa dopo due overtime, è ancora una ferita aperta? “Costituisce una motivazione in più. Ma Umana e Naturhouse, oggi, sono molto diverse dalle due squadre che si affrontarono in ottobre. Soprattutto Venezia ha attualmente una clamorosa consapevolezza della propria forza”.
Luca Lechthaler, ormai alla terza partita dopo il rientro dall’infortunio, è consapevole della difficoltà dell’impegno: “Lo sappiamo tutti che si tratta di una partita molto dura, in casa dei primi in classifica, in un’atmosfera che sarà molto calda. Venezia merita assolutamente la classifica che ha: è un gruppo fisico, pieno di talento, e dotato di grande organizzazione”. Cosa deve fare la Naturhouse per stare in partita? “Dare il massimo, giocare con durezza, essere presente. Più nello specifico, dovremo cercare di limitare i loro punti di forza: il tiro di Clark, l’uno contro uno di Young, la fisicità dei lunghi. Sarà decisivo tenere le penetrazioni e limitare le rotazioni difensive, perché altrimenti sugli scarichi Venezia ti punisce”. E sotto canestro? “Il reparto lunghi dell’Umana è molto completo: hanno esperienza, sono alti e dinamici. Ci attende un gran lavoro soprattutto a rimbalzo, col taglia fuori”. C’è un piano partita? “Semplicemente, entrare in campo con la faccia giusta. Poi è chiaro che dovremo cercare di essere più lucidi nei momenti caldi della partita: troppe volte, e anche con Venezia all’andata, abbiamo vanificato buone prestazioni con errori e distrazioni nelle azioni decisive”.

ALL’ANDATA –
In realtà le due squadre si sono già affrontate due volte in questa stagione. La Reyer ha vinto entrambe le gare, ma è sempre stato necessario un prolungamento: un over-time per firmare il successo nel Qualification Round di Coppa Italia (80-75), addirittura due nella gara di campionato (94-88) dove la differenza la fece la percentuale nel tiro da tre: 21.7% la Naturhouse, 52.6% l’Umana. Tra i singoli, torrenziale Clark con 37 punti stando in campo 45’ e percentuali divine (5/8, 6/9, 9/10), ben supportato da Slay (in 42’ 19+6, 6/13, 1/ 3, 4/4), per Ferrara, Boyette all’altezza con 29 punti in 42’ (11/15)1/3, 3/5), validi supporti Kotti con 15 punti in 29? (7/11 da due) e Nsoja con 15p in 42 (3/7 da tre)
I PRECEDENTI -
In Legadue si sono affrontate per la prima volta all’andata vittoria Reyer 88-94 come descritto sopra.
GLI EX -
Tre e tutti in casa veneziana. Matteo Maestrello ha giocato nel Club nella stagione ‘05/06, 36 presenze, 151 punti (4.2 in 17’ a gara). Marco Allegretti arivò a Ferrara l’anno dopo: in due stagioni, 57 presenze, 553 punti (9.4 in 23’ a gara, high 27) e la storica promozione in A1. Anche Sylvere Bryan ha giocato a Ferrara, nello stesso anno di Maestrello, '05/'06: 36 presenze, 271 punti (7.5 in 23' a gara).
I COACH -
Andrea Mazzon è tornato ad allenare la scorsa stagione nella sua città, dove è nato il 23 febbraio 1965. Un ritorno alle origini, tanto che in settimana ha dichiarato: “Vorrei diventare l ‘Obradovic di Venezia”, riferendosi all’ultradecennale permanenza del coach serbo sulla panchina del Panathinaikos. Ha infatti iniziato la carriera nel settore giovanile del Basket Mestre nel 1985 prima di debuttare in serie A a Verona a soli trent’anni meritandosi subito il titolo di miglior coach dall’anno e centrando subito una finale europea, la Coppa Europea, persa con il mitico Real Madrid. ma l'anno dopo è rivincita immediata e conquista al secondo tentativo e a soli 32 anni un titolo europeo guidando la Scaligera a battere , in finale di Coppa Korac , la Stella Rossa Belgrado. Da Verona alla prima parentesi europea con il Panionios Atene, cenerentola che porterà fino all'EuroLega, il rientro in Patria a Jesi prima e poi Imola, il fortunato triennio a Napoli, la seconda avventura in Grecia stavolta all'Aris che guida al ritorno in Eurolega, di nuovo in Italia, alla Fortitudo, poi un nuovo biennio ellenico ancora all'Aris Salonicco e da metà stagione scorsa, torna alla sua Reyer dopo le grandi esperienze nella massima serie oltre che nelle competizioni continentali e ai vertici del campionato greco. In Carriera - 11 stagioni con questa (7 in A1, 1 in A2, 3 in Legadue), arriva 258 presenze, a 140 vittorie, 54.4%. In Legadue conta 3 stagioni (prima a Jesi e dall’anno scorso a Venezia subentrando a Dell’Agnello), 45 presenze, 27 vittorie, (61.3%).
Alberto Martelossi ha tanta voglia di rimettersi in gioco dopo un anno di inattività. Proprio lui che è un califfo della categoria: dopo la trafila nel settore giovanile del Basket Udine, dove allena anche Galanda, trascorre infatti diversi anni a Pavia, con la promozione nel 2000/2001 e tante partecipazioni ai play off di Legadue (storica la vittoria contro la Virtus di Bucci). Ma Ferrara, in qualche modo, era nel suo destino: la moglie Samantha Gori, ex cestista professionista, ha infatti giocato per tre stagioni negli anni ’90 nell’allora Copma Ferrara. Tra i maestri di Martelossi ci sono Bardini, Blasone e Scariolo; senza i loro consigli, sarebbe probabilmente diventato un arbitro, ruolo nel quale prometteva assai bene. Quando non pensa agli schemi corre in bicicletta, o prepara viaggi enogastronomici. In carriera – 6 stagioni con quella in corso (1 A1, 5 Legadue), è alla 188ma presenza, 80 vittorie (42.7%). In Legadue – E’ la sua quinta stagione (prima a Pavia e Imola), arriva a 176 presenze, 79 vittorie (45.1%).

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E. Carchia

E. Carchia

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