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Serie A2 Est 27/01/2011, 21.30

Parola ad Alexander Simoncelli, il veronese dell'Assigeco

«Tezenis attenta, al PalaOlimpia non faremo regali»

Serie A2 Est

 


- L'Arena -

 Venticinque anni il prossimo giugno, nato a Bussolengo, cresciuto nel Verona Basket, Alex Simoncelli è il veronese dell'Assigeco Casalpusterlengo, avversaria sabato prossimo (ore 20.45) al palaOlimpia. Nel sito della Legadue è "dipinto" così: "rapido come Usain Bolt, grintoso come un Celtic, eclettico come Denzel Washington, vincente come l'Inter". Simoncelli è il capitano Assigeco. All'andata non c'era, bloccato da un serio infortunio. Ma sabato sarà in campo, veronese contro la squadra per la quale ha sempre tifato.
Simoncelli, è la sua prima da avversario al palaOlimpia?
«Ci sono già stato con la maglia di Piadena, quando la Scaligera, mi sembra fosse la Sanzeno, era in C1. Però, sì, quella di sabato sera la considero la prima volta, perché questa è un'altra categoria, è un altro basket».
Insomma, sarà qualcosa di particolare.
«Sicuramente mi farà effetto giocare al PalaOlimpia, sapere della presenza di tanti amici che mi verranno a vedere, davanti a tanto pubblico, il tutto in un palazzetto dove ero sempre, da ragazzino, negli anni belli della Scaligera in serie A. All'epoca, giocavo a Verona Basket e non mancavo mai agli appuntamenti del PalaOlimpia con i vari Henry Williams, Iuzzolino, Bullock...».
Che ricordi ha di quel periodo?
«Verona era una piazza importantissima della pallacanestro italiana, aveva un seguito incredibile, una squadra ottima, giocatori di alto livello. Io avevo cominciato a giocare col minibasket, da piccolino, con gli amici a Costermano. Da lì è nato tutto. E la passione è aumentata nella Scaligera».
A che punto è la sua carriera?
«Lo dirà la seconda parte di questa stagione. Dopo aver subìto un infortunio molto importante ora sto bene, da Natale in poi mi alleno regolarmente con la squadra, ma dopo essere stato fermo tre mesi, dovrò dimostrare di essere tornato sui livelli dell'anno scorso, quando giocai una bella stagione. Poi, da lì, si vedrà».
All'andata, l'Assigeco vinse di sette punti.
«Verona, però, è cambiata rispetto a quella squadra. A parte i giocatori, è cambiata anche come gioco. Ho seguito in televisione la partita di Jesi ed ho riscontrato che è proprio una squadra diversa. Quello di Verona è un campo molto difficile. Sarà dura per noi, anche perché la Tezenis ha bisogno di punti salvezza».
Che tipo di partita immagina?
«Penso che vincerà chi dimostrerà di avere più fame. Noi, dopo la vittoria con Reggio Emilia, vogliamo continuare a fare bene e ad allungare la striscia. Dopo Verona, avremo due partite consecutive in casa, pertanto per noi vincere al PalaOlimpia sarebbe molto, molto importante».
Anche a Casalpusterlengo parlate di ogni partita come di una finale. Avete vinto quella con Reggio Emilia.
«Era una partita salvezza, affrontata davvero con un buon atteggiamento. Siamo stati molto aggressivi e abbiamo sempre controllato l'inerzia della gara».
La Trenkwalder è in crisi o è stata brava l'Assigeco?
«Reggio Emilia ha un nuovo play americano, Robinson, e un giocatore dal molto talento come Smith. Ma anche problemi di chimica di squadra: aggrendendoli, li abbiamo mandati subito in difficoltà, impedendo loro di giocare il basket che avrebbero voluto».
Qual era l'obiettivo di partenza dell'Assigeco?
«Migliorare il risultato dell'anno scorso quando abbiamo raggiunto la certezza della permanenza in Legadue a tre giornate dalla conclusione».
Manca qualcosa?
«Siamo, più o meno, sulla lunghezza d'onda giusta per raggiungere l'obiettivo programmato: ripeto, dalle prossime tre partite si vedrà quale potrà essere il nostro reale obiettivo e intravedere la fascia nella quale collocarci».
Da tre partite, Casalpusterlengo ha Ezugwu.
«Sicuramente ci dà una grossa mano perché è un punto di riferimento interno molto grosso, solido. È quel pivot di stazza che prima non avevamo».
Cosa teme della Tezenis?
«È una squadra combattiva. Ha preso un ottimo giocatore come Porta, che può fare molto, ed una guardia che fa canestro come Jurevicus. Sono giocatori con punti nelle mani, ma anche gli altri stanno facendo bene, Renzi è molto pericoloso e, in casa, la Tezenis gioca con un certo atteggiamento».
All'andata la differenza al rimbalzo fu determinante: 48 a 30.
«Ma, ripeto, questa è un'altra Tezenis, ha un altro allenatore, un altro tipo di gioco e stimoli diversi».

 


 


 

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E. Carchia

E. Carchia

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