La Virtus Bologna batte Imola
Successo per la Virtus Segafredo
(23-26, 40-49, 60-67)
ANDREA COSTA: Ranuzzi 10, Cohn 6, Maggioli 10, Norfleet 10, Hassan 12, Tassinari 13, Cal 3, Pelliconi 3, Borra ne, Prato 6, Preti 4, All. Ticchi.
VIRTUS SEGAFREDO: Spissu 11, Umeh 14, Rosselli 3, Ndoja 5, Lawson 24, Spizzichini 12, Pajola 2, Petrovic 5, Michelori 9, Oxilia 3, Penna. All. Ramagli.
ARBITRI: Saraceni, Terranova
NOTE: t2 IMO 19/30 BO 19/35; t3 IMO 5/14 BO 8/18; tl IMO 24/29 BO 26/36; rimb. IMO 23 (off. 2, Maggioli 6) BO 29 (off 9, Lawson 7) di Marco Tarozzi
IMOLA – L’ultimo test di Virtus Segafredo, prima dello start del campionato di A2 Citroen, è anche un assaggio di derby da consumare sulla via Emilia. Al PalaRuggi va in scena il trofeo Darchini, dedicato a un grande appassionato e sostenitore del basket imolese, e la truppa di Ramagli va a conquistarlo con una partita tenace, tenendo sempre la testa avanti e spingendo forte sull’acceleratore nell’ultimo quarto, dove brilla la stella di Gabriele Spizzichini, che raccoglie il testimone da Umeh e Lawson, guide nella prima mezz’ora di gioco. Coach Ramagli ha dato spazio e responsabilità alla linea verde, quella che rappresenterà la più bella e importante scommessa di questa stagione. Un Lawson concreto e reattivo accende la miccia e guida i suoi alla prima fuga (2-6), poi Umeh da tre annulla il ritorno di Imola dopo tre minuti di gioco (5-9) e anche Ndoja porta la sua palla pesante da lontano per il 7-12. L’Andrea Costa ci mette la pazienza per ricucire, evitando l’allungo bianconero. Insiste Lawson, anche da tre, ma gli ribatte Hassan. Il californiano è in serata, preciso in attacco e attento dietro, e il gruppo lo segue. Spissu va in lunetta dopo un antisportivo di Cohn, poi recupera un pallone d’oro che Lawson stavolta non finalizza, e Bologna resta avanti ma non scappa via, 16-21 a tre minuti dalla prima sirena. Basta un niente, un’accelerazione, e arriva da Tassinari che riporta i padroni di casa sulla scia. C’è una Virtus bambina in campo, con Spissu Pajola e Oxilia, riequilibrati in età da Ndoja e Michelori. Regge, e quando arriva Umeh a dare solidità c’è di nuovo il -5 (21-26), a cui mette un argine Preti. Secondo quarto, e Imola rientra approfittando di un paio di incertezze in attacco di Bologna, che lascia spazio al contropiede di Cohn. Un altro nodo è sbrogliato da Ndoja che offre a Umeh il pallone della tripla del 30-35. E’ il momento di spingere, i bianconeri rubano un paio di buoni palloni e cercano di volare via con un parziale di 0-8, chiuso dall’ennesima tripla di Umeh (30-40 al 14’). Il texano fa la chioccia e i bimbi Penna e Pajola (bel pallone rubato e conclusione tra gli applausi) lo seguono. Rosselli mette ordine e sostanza, iscrivendosi al gioco delle triple. Imola è dentro parentesi per diversi minuti, ma Segafredo non ne approfitta per allargare il divario, e in attacco fatica a trovare varchi. Da una parte e dall’altra cala la lucidità, c’è bisogno di una pausa lunga e quando arriva Bologna è ancora nove lunghezze avanti, 40-49. Al rientro, Imola cerca subito di mettere l’impronta con Ranuzzi da tre, ma Bologna è vigile e la guida di Umeh rassicura. Lawson firma i punti che scavano il solco (48-61, poi dalla lunetta 52-66, +14) ma la Virtus insiste nel momento di minor vena realizzativa di Imola, toccando il +15 con l’uno su due dalla lunetta di Michelori. Ticchi non ci sta e dà la carica ai suoi, Cohn e Norfleet rispondono e il vantaggio bianconero si assottiglia. Sulla terza sirena è ridotto a sette lunghezze (60-67) e niente è ancora deciso. Ultimo quarto, Spizzichini tiene subito in fuga la Virtus con quattro punti filati, ma quattro sono anche i falli che si porta sulla schiena a 8 dalla fine. Come Patricio Prato sull’altra sponda, che si è speso intensamente. Ma Spizzo è in estasi, aggiunge al suo magic moment un contropiede più aggiuntivo e fa volare Bologna ancora a +14 (61-75). Tocca a Oxilia il +16, poi è ancora Spizzichini, inarrestabile (63-80). E’ chiusa anzitempo, ma a dare forza al progetto giovane di Ramagli arriva, festa finale, anche la tripla di Danilo Petrovic a mettere il sigillo.