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Serie A2 Est 08/01/2011, 14.59

Crabs Rimini: la verita' di German Scarone

"La nuova proprietà non mi ha mai voluto. Rapporti umani inesistenti”

Serie A2 Est

Dal quotidiano "la Voce di Romagna"

 German Scarone e i Crabs si sono lasciati ufficialmente ieri, con un comunicato stampa di 3 righe arrivato all’ora di pranzo. Risoluzione consensuale del contratto: il gaucho va a Piacenza dove stasera esordirà col numero 16 della Copra Morpho Bakery contro Perugia.
SCARICATO “Corbelli ha detto che io sono un mercenario, ma non mi conosce neanche visto che non ci siamo mai parlati - attacca German -. Dopo 10 anni nei quali ho rischiato le gambe per questa società pensate che mi sia venduto per qualche euro in più? Chi mi conosce sa che non è così, sa quanto mi fa male non vestire più i colori di Rimini. Ho anche rinunciato alla possibilità di una carriera extra-cestistica nel settore giovanile, secondo voi mi è convenuto davvero a livello economico? Ma per favore”. Parla a cuore aperto, German, che comincia a far capire, se pur non fino in fondo, i veri motivi della rottura. “La nuova proprietà non mi hanno mai considerato ne una bandiera ne un giocatore importante. L’avevo già capito la scorsa estate: prima mi propongono un biennale, poi io accetto e mi dicono che per due anni non possono firmarmi. Alla fine del tira e molla arriviamo al 14 agosto e firmiamo per 2 stagioni. Se una società e un allenatore puntano su di te non arrivano a firmarti il 14 agosto o sbaglio?”. Ok, che si fosse partiti col piede sbagliato lo avevamo già detto. E infatti, col restare qui a tutti i costi e ho rinunciato a diverse offerte economicamente più convenienti. A loro, probabilmente, faceva comodo tenermi a livello di immagine. Ma l’hanno fatto sembrare un favore nei miei confronti”.
VERI MOTIVI Questo, sommato a ciò che è successo dopo, ha contribuito ad alimentare un malessere troppo forte nel giocatore. “Due mesi fa mia madre si è gravemente ammalata - svela German -, io ho dovuto farla venire qua dall’Argentina e sostenere diverse spese, mediche e non, per farla operare. Avevo chiesto un aiuto, un sostegno al Basket Rimini, pensando di significare qualcosa dopo tutto ciò che ho rappresentato. E invece niente, niente di niente. Nessuno ha considerato il mio problema, sapevano bene che stavo male e che comunque continuavo ad allenarmi e a giocare con professionalità ma non hanno fatto niente, non mi hanno dato risposte. Solo il dottor Enzo Corbari, la persona migliore del mondo e quella più generosa che abbia mai conosciuto, mi ha aiutato a sistemare mia madre all’ospedale di Santarcangelo e mi ha indirizzato da uno specialista che poi l’ha operata”. Parliamo di cose che vanno aldilà di una questione prettamente economica, anche se è chiaro che, di fronte alla salute, tutto perde di importanza. “Questa mancanza di considerazione sommata ad altri miei motivi personali ha finito per intristirmi ancor di più, non stavo più bene in questa situazione - chiude l’ex capitano -. La conferenza stampa di domenica scorsa dopo Reggio l’ho fatta di pancia, senza riflettere troppo, ma coach e società sapevano tutto da settimane. Piacenza è stata tempestiva nel contattarmi, ma credete veramente che se mi fossi sentito considerato un minimo sarei andato via? Credete davvero che non sarei ancora li coi miei compagni? Tiferò sempre per Rimini, mi piange il cuore ma dopo tutto quello che ho dato ai Crabs non potevo restare sapendo di essere un fastidio per il nuovo corso. Chi mi conosce, chi segue il basket da più di 2 anni, sono convinto che mi capirà”.

 

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E. Carchia

E. Carchia

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