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Serie A2 Est 12/12/2010, 14.08

Piazza,trascinatore di Forlì, ha una piccola grande ira

"Qualcuno fischiava dall'inizio, perchè?"    

Serie A2 Est

Dal "Il Resto del Carlino". Doveva essere la partita del playmaker italiano che gioca come un americano. Trenta minuti prima dell’inizio dell’undicesima di andata tra Marco Polo e FilenI Jesi il riscaldamento di Andrea Pecile aveva fatto pensare, ai forlivesi già presenti sulle gradinate, alla solita pretattica della vigilia. Il ‘Pec’ invece è rimasto in panchina per tutto l’incontro causa infortunio, mentre il playmaker che rende come un americano è stato per i padroni di casa Alessandro Piazza: 22 punti realizzati in 31’, 4/6 da tre, 4/4 ai liberi, 5 rimbalzi (secondo rimbalzista forlivese nonostante i suoi appena 175 cm di altezza) 7 falli subiti, 7 assist e soprattutto 34 di valutazione.
Dopo il partitone, il play tascabile però è stranamente serio, imbacuccato nel suo giubbotto e nella beretta tipo rasta, esterna una freddezza che poi è stemperata solo dai complimenti di Di Lorenzo che gli procurano il primo e unico sorriso. Alessandro Piazza non è certo il tipo che spreca le parole. «Questa vittoria ci voleva proprio — spiega il regista forlivese — perché i due punti ci servivano tanto. Ora dobbiamo continuare così». Le partenze a handicap però continuano a essere un problema. Contro Jesi subito all’avvio un parziale preoccupante di 4-15. «È da diverse volte che partiamo male. Questa volta però abbiamo reagito e recuperato. Sono più le cose positive di quelle negative. E diciamolo». Piazza però diventa ancora più serio e quasi polemico quando gli si chiede un parere sul pubblico forlivese che nei momenti difficili è stato vicino alla squadra contestando a pieni polmoni dubbie interpretazioni arbitrali. «Voglio dire una cosa sul pubblico poi non ne parlerò più per tutto il campionato. All’inizio della gara non mi è piaciuto il comportamento di quei tifosi che hanno contestato qualche nostro giocatore quando ancora la partita non era iniziata. Prendere di mira un proprio giocatore a prescindere non mi sta bene. Ovvio che se in partita giochiamo male i fischi fanno parte di tutto questo. Ne abbiamo presi del resto anche in questa stagione ma ricevere degli insulti quando ancora non hai fatto niente perché ancora non è iniziata la partita non mi piace. Io non mi identifico in questi tifosi. È veramente ridicolo tutto ciò». A chiedergli quale tifoso e giocatore si riferisse però ‘la formica atomica’ preferisce glissare.
«Non conosco quei tifosi ma ci sono. Io li ho sentiti. Quale giocatore? Io so chi è, ma nomi non ne faccio. L’altra parte del pubblico invece ci ha sostenuto e ci ha aiutato nei momenti difficili».
In attesa degli incontri delle altre sfide dell’undicesima giornata intanto Forlì ha agganciato a quota otto Imola, Veroli, Reggio Emilia, Lodi e Ferrara quest’ultima indicata da molti come possibile concorrente alla salvezza. Verona, penultima a quota quattro, invece va a Barcellona. Forlì per una settimana può respirare. Alberani continua a sondare il mercato alla ricerca di una guardia comunitaria che prenda il posto del deludente Licartovsky.

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E. Carchia

E. Carchia

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