Massimo Angelico chiede la squalifica del campo di Casale
Il patron dell'Angelico Biella scrive una nota sul sito ufficiale
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Massimo Angelico non ha preso bene la multa comminata (667 euro) alla sua squadra per offese nei confronti degli arbitri durante gara 2 contro Casale. Ecco la sua risposta nella lettera sul sito ufficiale della squadra:
“Se la Federazione permette che si giochi su campi dove non è garantita la sicurezza di giocatori e addetti ai lavori, chi ce lo fa fare di sostenere spese importanti per mantenere il Forum? Tanto vale valutare seriamente l’opportunità di tornare al PalaPajetta: con i tifosi a un metro di distanza, qualche partita in più potremmo vincerla. A Casale le due curve hanno avuto un comportamento normale, mentre diverse persone del parterre hanno più volte invaso il campo oltrepassando la linea bianca e intimidendo giocatori e arbitri. Atteggiamenti poco sportivi si sono verificati anche nei pressi della postazione stampa durante gara1: ovunque, così come succede a Biella, i giornalisti dovrebbero essere messi in condizione di fare il proprio lavoro in assoluta sicurezza e serenità. E’ assurdo vedere poi come il terreno di gioco del PalaFerraris a fine partita venga invaso dal pubblico, un’invasione ieri fortunatamente pacifica. Ma cosa sarebbe successo se avesse vinto Biella? È assurdo che gli arbitri non abbiano segnalato nulla sul referto, perché quanto successo dovrebbe essere sanzionato almeno con una squalifica del campo. Se vogliamo migliorare l’immagine della pallacanestro, questa non è certamente la strada da seguire. Le Società devono lavorare meglio e la Federazione deve vigilare, altrimenti va tutto allo sbando. Al di là del risultato del campo, che ha premiato giustamente Casale, non ci sentiamo tutelati da Federazione e Lega. Pallacanestro Biella spende soldi ogni stagione e si avvale di tanti volontari per garantire la sicurezza a staff, tifosi e avversari e sono certo che anche per Casale sia altrettanto. Se la Federazione attraverso gli organi di controllo non vigila a dovere, noi Società però siamo legittimate a fare quello che ci piace“.