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Serie A2 Est 19/10/2010, 10.35

Marco Polo Shop.it: Ryan Wittman vicino al taglio?

Il destino della guardia americana è appeso ad un filo

Serie A2 Est

Dal quotidiano "Il Resto del Carlino". Ci sono cifre che fanno la differenza. I quattro stranieri di Forlì hanno totalizzato 26 punti in quattro. In quattro? Sì: gli americani Lorenzo Gordon e Ryan Wittman rispettivamente 11 e 7, il comunitario Stefan Licartovsky 3 e il ‘passaportato’ Toto Forray (oriundo, ma che strano definirlo così) 5. Hanno concentrato 46 dei 68 tiri della Marco Polo, mandandone a bersaglio 11. Il resto della squadra, 8/22, neanche malissimo. Vogliamo fare un paragone? Rimini nelle stesse caselline schiera gli Usa Lollis e Roderick (11+20), il comunitario Vukcevic (13), l’oriundo Filloy (4). Totale: 48 punti. Fosse stato un 4 contro 4, Forlì avrebbe perso di 22 anzichè di 12. Tanto per essere chiari: la prossima avversaria Imola schiera il nigeriano Ebi, l’americano Whiting, lo svedese Ringstrom e l’oriundo Prato. E si potrebbe continuare. La morale è: occhio a questi ruoli, è lì che si vede l’ossatura di un team. E l’esito del derby è da questo punto di vista devastante.
Lasciamo da parte Lorenzo Gordon: il trentello contro Verona non è un fuoco di paglia. Chiudiamo entrambi gli occhi sull’1/12 al tiro (8% e -9 di valutazione) di Licartovsky, che altre volte si era invece fatto apprezzare. Grande apprensione quando si scruta il 2/9 di Forray, una fatica boia contro la miglior difesa del campionato, avversari fisicissimi per lui. Ma soprattutto, c’è un caso Wittman. Troppo evidente per essere taciuto, quando il coach decide nel cuore del quarto periodo di tentare la rimonta senza il suo esterno americano. Impietoso il confronto con il dirimpettaio Terrence Roderick, 23’ e limitato dai falli, ma 20 pepite nel setaccio a fine partita. Un’altra statistica inchioda l’americano di Cornell. Si chiama plus-minus, e sancisce il risultato della squadra relativa ai minuti di utilizzo di un giocatore. Come a Venezia, nessun forlivese ha ‘vinto’ la sua partita. Per fare un esempio: nei 21’ con Ranuzzi in campo, Forlì ha perso di 3. Lo strumento può dire tutto e niente, ma in questo caso dice che nei 26’ giocati da Ryan Wittman la Marco Polo ha perso di 13. E nessuno ha fatto peggio di lui. Insomma, un disastro.
Non può essere questo l’impatto di un americano. Ogni tripla sbagliata (ed è finita con uno 0/6) aveva la faccia del «eppure quand’ero in America mi riusciva», che è insieme la grande speranza e la grande preoccupazione di Forlì. Anche il messaggio di coach Di Lorenzo è bifronte: da un lato «se siamo senza sponsor sono tutti buoni, perché io devo lavorare su questi» (la difesa d’ufficio detta prima del debutto). Dall’altro lato «faccio fatica a difendere l’indifendibile. Wittman? È evidente che dovrebbe essere un altro giocatore» (frase detta invece domenica sera). Insomma, altrove si sarebbe già pensato al taglio. Qui no, non si può, per motivi principalmente economici. Il tempo gioca a favore dell’americano ma contro la Marco Polo. Che dopo tre partite vede i primi fantasmi.

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E. Carchia

E. Carchia

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